Polmonite da COVID-19, lo studio dell'Università di Harvard sull'andamento bifasico dell'infezione
Infezione del COVID-19, Harvard protagonista di un interessante studio rispetto ad uno dei temi di maggiore preoccupazione attualmente per il personale sanitario: quello relativo all’evoluzione dell’infezione nelle vie respiratorie, la polmonite su tutte.
In che modo l’infezione delle cellule polmonari determina una risposta immunitaria nei pazienti? Lo studio di Harvard sulla polmonite da COVID-19
E’ questa la grande domanda attorno a cui è stata condotto lo studio dei ricercatori della Harvard Medical School del Massachusetts General Hospital, pubblicato su Nature Communications.
Una ricerca che potrebbe aiutare non poco a migliorare le strategie di trattamento dei pazienti infetti.
I risultati suggeriscono che trattamenti che mirano alla replicazione virale, come il remdesivir, può essere efficace solo nella fase iniziale dell’infezione, secondo gli autori dello studio.
Per analizzare la SARS-CoV-2 a livello tissutale, gli scienziati hanno esaminato il materiale autoptico di 24 pazienti morti per complicazioni di COVID-19.
Le analisi hanno rivelato due fasi di infezione in pazienti con grave polmonite COVID-19.
La fase iniziale è definita da alti livelli di virus nei polmoni che scatenano le cellule dei pazienti ad esprimere i geni coinvolti con la via dell’interferone, una parte critica della risposta immunitaria.
Nella fase successiva, il virus non è più presente, ma il danno ai polmoni è troppo grave per il recupero.
“La risposta alla SARS-CoV-2 dell’interferone indica che il sistema immunitario delle persone è in grado di attaccare il coronavirus, ma la risposta è variabile tra i pazienti e anche in diverse parti del polmone dello stesso paziente, rendendo difficile l’approccio terapeutico di un unico farmaco adatto a tutti'”, ha affermato il co-autore David Ting, assistente professore di medicina HMS e direttore clinico associato per l’innovazione presso il Mass General Cancer Center.
Studio dell’Università di Harvard su COVID-19, un risultato importante: la grande maggioranza delle replicazioni virali nel naso
Il team ha anche trovato che c’è sorprendentemente molta poca replicazione virale nei polmoni, che suggerisce che il virus si replica soprattutto nei passaggi nasali, per poi giungere nei polmoni, dove può causare polmonite e altre complicazioni.
Sarà importante condurre ulteriori analisi autoptiche per comprendere meglio l’estensione e la tempistica dell’infezione da SARS-CoV-2 nei polmoni e in altri tessuti, che potrebbe portare a migliori strategie di trattamento per i pazienti con COVID-19, hanno detto gli autori.
Nello studio, il team ha utilizzato un metodo chiamato ibridazione dell’RNA in situ per visualizzare la SARS-CoV-2 in campioni di polmoni umani.
“Questo test è ora un test clinico che viene utilizzato al MGH per capire quali tessuti possono essere infettati dal virus”, ha detto Ting.
Leggi lo studio dell’Università di Harvard su Nature Communications sulla polmonite da COVID-19
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