Prevenzione e cura dell’occhio: perché è importante sottoporsi ad una visita oculistica

Già a partire dai primi anni di vita è consigliato effettuare la visita oculistica. Col passare del tempo questo diventa ancora più importante, poichè a causa della vecchiaia, di altre patologie e familiarità, potrebbero insorgere patologie come cataratta, glaucoma e retinopatia diabetica

QUANDO FARE LA PRIMA VISITA OCULISTICA?

Tutti i bambini dovrebbero effettuare la prima visita oculistica insieme all’esame ortottico intorno ai 4 anni di età  e ripetere la visita una volta all’anno, o in base alle indicazioni dell’oculista curante.

Questo permette di valutare lo stato funzionale dell’occhio e di scoprire eventuali difetti refrattivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo e ambliopia (occhio pigro)  in modo da poterli correggere con occhiali, lenti a contatto o eventuale occlusione.

Anche in età adulta è importante fare visite oculistiche, soprattutto a partire dai 40 anni, età in cui i rischi di patologie gravi aumentano e si inizia ad avere piccoli problemi nella visione da vicino (presbiopia)  che si possono correggere con occhiali.

VISITA OCULISTICA, A COSA SERVE?

È importante fare la visita oculista per poter valutare cornea, cristallino, pressione intraoculare, retina e nervo ottico.

Il cristallino tende con il tempo a perdere la sua trasparenza, sviluppando quella che è definita cataratta.

La quale, nel momento in cui limita la qualità di vita del paziente, richiede un intervento chirurgico.

La pressione dell’occhio  ha normalmente un valore che può oscillare tra i 10 e 22 millimetri di mercurio.

L’aumento della pressione intraoculare associato ad un danno del nervo ottico viene definito glaucoma.

Il glaucoma è una malattia subdola perché asintomatica, che però, se non diagnosticata e trattata, determina una riduzione del campo visivo (spazio percepito intorno all’occhio).

La visita oculistica permette inoltre di valutare lo stato delle arterie, delle vene e della retina

I vasi dell’occhio sono tra i più piccoli del nostro organismo.

Quando il paziente presenta patologie come ipertensione e diabete le prime alterazioni si possono rilevare proprio a livello della microcircolazione retinica.

E’ quindi importante esaminare il fondo dell’occhio al fine di fornire all’internista o cardiologo indicazioni per ulteriori accertamenti.

Studiando il fondo dell’occhio si effettua anche la valutazione della macula (piccola area retinica che permette la visione distinta).

La maculopatia è una delle cause più frequenti di compromissione della vista dopo i 70 anni.

Per diagnosticarla e trattarla è importante valutare la macula ed eventualmente eseguire esami diagnostici come OCT (Optical Coherence Tomography), Angio-OCT, fluorangiografia e angiografia con verde di indocianina.

IL GLAUCOMA

Il glaucoma è una patologia subdola e misconosciuta al paziente.

È una malattia del nervo ottico che comporta una perdita caratteristica delle fibre e una riduzione del campo visivo.

È fondamentale, qualora ci sia familiarità o un dubbio sull’aumento della pressione dell’occhio, fare degli accertamenti specifici quali:

  • pachimetria corneale; valuta lo spessore della cornea (che rimane costante per tutta la vita);
  • curva tonometrica; misurazione della pressione dell’occhio durante l’arco della giornata (deve essere eseguita alle ore 7.30, alle 12, alle 16 e alle 19). La pressione dell’occhio varia durate la giornata e una sola misurazione estemporanea non permette una valutazione corretta. Questo esame può essere essere eseguito 2 o 3 volte all’anno ed è strettamente legato alla patologia, alla terapia e allo specialista che lo eseguirà;
  • campo visivo; si effettua con strumenti computerizzati, che presentano stimoli luminosi standardizzati. Il paziente fissa una mira centrale ed è chiamato a premere un pulsante ogni volta che vede uno stimolo luminoso, anche se di tenue intensità, nello spazio davanti a sé;
  • hrt; esame che studia le fibre che costituiscono il nervo ottico.

Questi esami sono non invasivi, non dolorosi e permettono di limitare i danni indotti dal glaucoma.

LA RETINOPATIA DIABETICA

La retinopatia diabetica è una complicanza oculare del diabete.

È dovuta ad un danno ai vasi sanguigni retinici.

Può svilupparsi in tutti coloro che soffrono di diabete di tipo 1 e di tipo 2.

Il rischio che si sviluppi retinopatia diabetica è associato all’età d’insorgenza del diabete e al controllo della glicemia.

L’esame con cui si è sempre studiata la retinopatia diabetica è la fluorangiografia.

Questa viene eseguita iniettando fluoresceina per via endovenosa; questo colorante si distribuisce in modo omogeneo nelle vene e nelle arterie e permette di cogliere le alterazioni che il diabete produce.

Oggi la fluorangiografia è sempre più sostituita da oct e angio oct, esami, non invasivi, che permettono di studiare la microcircolazione e fornire al diabetologo indicazioni precise sulla necessità di cambiare la terapia medica, dietetica o insulinica.

LA CATARATTA

La cataratta è una patologia molto comune che fa parte del normale processo d’invecchiamento.

La cataratta consiste nell’opacizzazione del cristallino e, in base alla tipologia, può determinare difficoltà nella visione notturna, visione annebbiata o sfuocata, fotosensibilità, abbagliamento, percezione di aloni attorno alle luci e visione doppia.

L’INTERVENTO CHIRURGICO

L’intervento di cataratta è tra gli interventi più eseguiti al mondo.

È una procedura che è consigliato effettuare non appena la trasparenza del cristallino interferisce con la qualità di vita poichè il paziente che ha una visione non ottimale tende a chiudersi in sè stesso e a limitare le sue abituali attività.

Viene effettuato generalmente senza ricovero con solo alcune gocce di collirio come anestesia locale.

Il paziente, pur rimanendo sveglio durante l’intervento non avverte alcun dolore.

La tecnica utilizzata è la facoemulsificazione che può oggi garantire un immediato recupero visivo ed una notevole riduzione delle complicanze.

L’intervento dura generalmente circa 15 – 30 minuti a seconda della procedura utilizzata e dopo poche ore il paziente può fare ritorno a casa.

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