Prostatite: definizione, sintomi, cause e trattamento
Tra le problematiche tipicamente maschili più comuni c’è sicuramente la prostatite, una malattia infiammatoria della prostata che colpisce soprattutto i maschi al di sotto dei cinquant’anni
Che cos’è la prostatite
Si distinguono quattro tipi di prostatite:
- Prostatite batterica acuta
- Prostatite batterica cronica
- Prostatite cronica abatterica (sindrome dolorosa pelvica cronica), la quale si distingue in due forme, infiammatoria non infiammatoria, in base alla presenza di leucociti nelle secrezioni prostatiche
- Prostatite infiammatoria asintomatica.
Si parla di prostatite cronica quando i sintomi persistono da almeno tre mesi.
Le forme batteriche rappresentano circa il 5-15 % delle prostatiti.
La prostata
La prostata è una ghiandola esocrina dell’apparato genito-urinario maschile avente le dimensioni di una castagna situata al di sotto della vescica e anteriormente al retto.
Contribuisce alla produzione del liquido seminale in quanto secerne il liquido prostatico.
Il liquido prostatico rappresenta circa il 20-40% dell’eiaculato ed ha diversi compiti:
- creare un ambiente favorevole agli spermatozoi
- mantenere fluido lo sperma
- ridurre l’acidità delle secrezioni vaginali migliorando, a tale livello, la sopravvivenza e motilità degli spermatozoi
Cause dell’infiammazione alla prostata
Molteplici possono essere le cause che determinano la comparsa di una prostatite: infezioni batteriche (nel 5-15% dei casi), patologie a carico dell’apparato gastrointestinale, procedure a carico dell’apparato uro-genitale, errato stile di vita, abitudini sessuali non corrette, patologie del canale uretrale, disturbi dell’eiaculazione, disturbi della minzione, patologie a carico del sistema immunitario, stress.
Infezioni batteriche che causano prostatite
Nelle forme abatteriche spesso non si riesce a determinare la causa dell’infiammazione della prostata.
Nelle forme batteriche (acuta o cronica) l’infiammazione è dovuta a una contaminazione della prostata da parte di batteri patogeni.
I batteri possono raggiungere la prostata e determinare un processo infettivo-infiammatorio in più modi.
- Contaminazione ascendente: a partenza uretrale. La contaminazione batterica interessa inizialmente l’uretra. I batteri possono poi risalire fino a interessare anche la prostata. Può verificarsi ad esempio per scarsa igiene, rapporti sessuali, spesso anali, non protetti;
- Contaminazione discendente: germi presenti a livello dell’apparato urinario per un’infezione delle vie urinarie (IVU), possono raggiungere la prostata ed infettarla;
- Via diretta: essendo la prostata a stretto contatto con il retto, in caso di disturbi dell’apparato gastro-intestinale può verificarsi il passaggio di batteri direttamente dall’intestino per via linfatica;
- Via ematica
Nell’ambito delle forme batteriche, i microrganismi più comunemente coinvolti sono:
- batteri gram-negativi: tra questi il più comune è l’Escherichia Coli. Comune è il riscontro di altri patogeni come ad esempio Proteus Mirabilis, Klebsiella e Pseudomonas Aeruginosa
- batteri gram-positivi: in aumento negli ultimi anni il riscontro di patogeni Gram-positivi come Enterococcus Faecalis
- germi atipici intracellulari: possono essere all’origine delle prostatiti infezioni causate da Chlamydia trachomatis o Ureaplasma Urealyticum
Sintomi della prostatite
Sono diversi i sintomi con cui si manifesta la prostatite, anche se il più frequente, ovviamente, è un dolore che si irradia nella zona tra lo scroto e l’ano, coinvolgendo spesso anche la regione lombare, il pene e i testicoli.
Tra i sintomi più comuni, oltre al dolore pelvico, abbiamo:
- bruciore alla minzione
- disuria (dolore alla minzione, che risulta difficile)
- febbre alta
- eiaculazione precoce
- incontinenza
- infertilità
- impotenza
Si tratta di sintomi che compromettono, il più delle volte, la minzione e la vita sessuale.
Urinare può diventare fastidioso per il bruciore, per l’impossibilità di trattenersi o ancora per la difficoltà a svuotarsi.
Allo stesso modo, si possono riscontrare problemi di erezione ed eiaculazione, rese anche dolorose.
Questi sintomi sono generalmente comuni a tutte le prostatiti, anche se in caso di prostatite acuta batterica si possono aggiungere brividi e dolori muscolari in varie zone del corpo, nonché presenza di sangue nelle urine.
Potrebbe anche verificarsi la presenza di pus, cioè un ascesso, nella prostata, oppure un’infiammazione dell’epididimo (un piccolo dotto che collega i dotti efferenti a quelli deferenti dei testicoli).
Quando si è di fronte a prostatite abatterica, invece, è possibile che non ci siano sintomi comuni come dolori o particolari fastidi, ma si possono rilevare segni di infiammazione o di infezione nello sperma o nelle secrezioni prostatiche.
Fattori di rischio
Ci sono alcuni fattori che possono portare a sviluppare prostatite più facilmente, rendendo più pericoloso l’attacco di batteri o causando infiammazioni che non hanno origine batterica.
Alcuni fattori di rischio sono legati direttamente allo stile di vita, come:
- la giovane età (meno di 40 anni)
- rapporti sessuali a rischio e promiscuità
- astinenza sessuale prolungata
- consumo eccessivo di alcolici
- fumo
- traumi alla zona pelvica
- sedentarietà
Altri fattori sono invece da imputare a motivi di salute, come per esempio:
- cateterizzazione vescicale per problematiche di natura minzionale o a seguito di interventi chirurgici
- presenza di un’infezione a carico dell’apparato urinario
- diabete mellito
- immunodepressione
- traumi della zona pelvica
- biopsia prostatica, cistoscopia transuretrale e interventi a carico dell’apparato genito-urinario
- disturbi dell’apparato gastrointestinale, come stipsi, diarrea, colon irritabile, patologia emorroidaria
Diagnosi della prostatite
Per diagnosticare la prostatite, lo specialista inizia con un’anamnesi.
Raccoglie informazioni precise sulla storia clinica del paziente, non soltanto quelle relative alla problematica per cui si consulta il medico, ma anche quelle relative ad altre eventuali patologie, precedenti interventi o terapie farmacologiche in corso.
Raccoglie poi informazioni sulla storia famigliare, per valutare eventuali problematiche genetiche ed ereditarie.
Utili sono anche le informazioni sullo stile di vita del paziente: fumo, consumo di alcolici, droghe, lavoro, sedentarietà e attività fisica.
Si passa poi all’esame obiettivo con particolare riferimento alla prostata e alla ispezione e palpazione dei genitali.
L’esame della prostata
Inserendo un dito nel retto del paziente, l’urologo potrà valutare la forma, le dimensioni e la consistenza della prostata, eventuale dolore alla palpazione prostatica ed eventuali zone sospette per neoplasie maligne.
Talvolta nel paziente con prostatite si assiste alla fuoriuscita di secrezioni dal pene in corso di esplorazione rettale.
Esami microbiologici
Nell’ambito delle forme batteriche la diagnosi si ha con gli esami colturali.
Sono utili innanzitutto perché consentono di distinguere una forma batterica da una abatterica, ma anche perché danno informazioni sul tipo di microrganismo responsabile della sintomatologia in modo da prescrivere la terapia più appropriata.
I test più comunemente prescritti ed utilizzati per la diagnosi di prostatite sono
- test di Meares-stamey
- esame delle urine ed urinocoltura
- spermiocoltura
- tampone uretrale
Talvolta, per inquadrare in maniera completa la sintomatologia del paziente, possono essere utili anche ulteriori indagini come un’ecografia dell’apparato urinario a vescica piena, un’ecografia prostatica transrettale, un’ecografia del contenuto scrotale o un’uroflussimetria.
Il dosaggio del PSA in corso di prostatite non è indicato.
Come si cura l’infiammazione alla prostata
Il trattamento della prostatite varia in base all’origine che ha scatenato la stessa, e quindi al fatto che si tratti di infezione batterica oppure no.
Quando la prostatite è data da batteri si fa uso di antibiotici.
Nelle prostatiti batteriche acute solitamente si sceglie un trattamento di un mese in grado di penetrare nel tessuto prostatico.
È importante completare il ciclo di farmaci per non rischiare di cronicizzare l’infezione.
Molto raramente questo tipo di trattamento richiede la somministrazione per via endovenosa, e quindi in ricovero in ospedale.
Nel caso di prostatiti abatteriche è più difficile risolvere completamente il disturbo, in quanto i trattamenti alleviano i sintomi senza mai farli scomparire del tutto.
Esistono rimedi farmacologici e non per migliorare la sintomatologia delle infiammazioni prostatiche.
Tra i rimedi che non prevedono l’assunzione di medicine troviamo:
- il massaggio prostatico, eseguito a cadenza regolare dal medico inserendo un dito nel retto
- i bagni genitali caldi
- le tecniche di rilassamento, in particolare il biofeedback, usato per alleviare dolori di vario genere
Anche modifiche nell’alimentazione e aumento dell’assunzione di liquidi potrebbero migliorare la situazione.
La prostatite è un’infiammazione della ghiandola prostatica che nella maggior parte dei casi ha origine da un’infezione batterica.
Altre volte si tratta di infiammazioni conseguenti a fattori esterni, ma ad ogni modo può risultare invalidante e compromettere la quotidianità e la vita sessuale.
Per questo è necessario rivolgersi a un urologo qualora si avvertisse dolore pelvico, difficoltà di minzione o altri fastidi associati alle vie urinarie.
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