Radiologia Interventistica: che cos’è, perché è essenziale nell’intervento su paziente

Radiologia interventistica: si utilizzano diversi strumenti per avere le immagini di determinate zone del corpo, utili per fare diagnosi e per eseguire interventi terapeutici guidati

La radiologia interventistica è una sottospecialità della radiologia

I medici utilizzano diversi tipi di apparecchiature per ottenere immagini di determinate aree del corpo e utilizzano queste immagini per eseguire interventi guidati dalle immagini stesse.

Queste tecniche di imaging comprendono:

  • L’ecografia;
  • La fluoroscopia a raggi X;
  • La tomografia computerizzata (TC);
  • La risonanza magnetica (RM).

La radiologia interventistica vascolare fornisce immagini estremamente utili per la diagnosi e per l’esecuzione di interventi terapeutici per una vasta gamma di condizioni mediche

Questa procedura, relativamente semplice nella popolazione adulta, diventa progressivamente più complessa man mano che le dimensioni del paziente diminuiscono.

Piccoli cateteri (tubicini di plastica) solitamente di 1-2 millimetri di diametro, vengono fatti passare con filo guida attraverso i vasi sanguigni per raggiungere la sede della malattia.

Il catetere può venir utilizzato per iniettare in vena farmaci, nutrienti o per rendere possibile l’emodialisi.

In altri casi, il catetere può venir munito sulla punta di svariati strumenti:

  • Per prelevare campioni di sangue che verranno esaminati in laboratorio;
  • Per riprendere immagini che vengono trasmesse a uno schermo;
  • Per misurare la pressione del sangue;
  • Per prelevare un campione di tessuto (biopsia);
  • Per iniettare una sostanza o mezzo di contrasto visibile ai raggi X (angiografia);
  • Per allargare un vaso sanguigno ristretto (stenosi) o ostruito (angioplastica);
  • Per ampliare l’apertura di una valvola cardiaca (valvuloplastica);
  • Per introdurre sostanze o materiali in grado di occludere un vaso sanguigno (embolizzazione).

Le procedure per inserire il catetere variano molto a seconda dell’esame o della terapia.

Alcune richiedono l’anestesia generale, altre si possono fare in anestesia locale.

Nei bambini, gran parte della attività di radiologia interventistica è diretta a ottenere un accesso vascolare a medio/lungo termine che, tipicamente, si ottiene con un catetere venoso centrale o CVC

Le indicazioni principali per il posizionamento di un catetere venoso centrale includono la necessità di una nutrizione parenterale totale, l’emodialisi, la somministrazione per via endovenosa, per lunghi periodi di tempo, di alcuni farmaci tra cui chemioterapici e antibiotici.

Altra indicazione fondamentale nel bambino è il cateterismo cardiaco per la diagnosi delle cardiopatie congenite e, in molti casi, per la loro cura.

Le procedure per via arteriosa hanno molte delle stesse indicazioni della popolazione adulta, come l’embolizzazione di un’emorragia arteriosa.

La cura di alcune malformazioni vascolari può essere eseguita nell’infanzia, riducendo così i sintomi e i problemi psicologici a esse collegati.

L’indicazione più comune per l’angiografia renale è l’ipertensione renale.

Fino al 25% dei bambini e ragazzi con ipertensione hanno una causa renale. Le stenosi (restringimento) dell’arteria renale, in particolare a causa della displasia fibromuscolare e della neurofibromatosi di tipo 1, possono essere trattate con successo con l’angioplastica.

L’angioplastica consiste nell’inserimento in un grande vaso sanguigno, ad esempio nell’arteria femorale, di un catetere a palloncino che viene spinto fino a fargli raggiungere il restringimento.

Il palloncino viene quindi gonfiato in modo da ampliare il restringimento dell’arteria renale.

L’angiografia cerebrale diagnostica è stata in gran parte sostituita da modalità di imaging come l’angiografia TC e l’angiografia RM.

La diagnosi di alcune malattie, tuttavia, richiede la valutazione di piccoli vasi e l’angiografia cerebrale spesso fornisce la risoluzione che è necessaria per diagnosticare, soprattutto nei bambini più piccoli:

  • Vasculiti;
  • Shunt arterovenosi spinali;
  • Aneurismi cerebrali;
  • Malformazioni arterovenose.

Inoltre, è ormai comune una varietà di interventi tra cui:

  • Il trattamento delle lesioni vascolari, come aneurismi e malformazioni arterovenose;
  • L’embolizzazione preoperatoria dei tumori;
  • Il trattamento dell’ictus ischemico acuto.

L’embolizzazione consiste nell’introduzione, attraverso cateteri inseriti all’interno dei vasi sanguigni, di materiali in grado di occludere un vaso come ad esempio colle chirurgiche o spirali metalliche.

L’embolizzazione della malformazione della vena di Galeno è una procedura di grande successo che ha dimostrato di portare alla normalizzazione neurologica il 74% dei pazienti trattati.

Nel trauma, l’embolizzazione splenica è riconosciuta dai chirurghi come un’opzione per il trattamento dell’emorragia traumatica della milza.

L’embolizzazione dell’arteria splenica – il principale vaso sanguigno che porta il sangue alla milza – permette di occludere l’arteria e di far cessare l’emorragia.

Tuttavia, la milza rimane al suo posto, continua a funzionare almeno parzialmente ed evita il rischio di gravi infezioni che corrono i pazienti privati chirurgicamente della milza (splenectomizzati).

Infezioni, fibrosi cistica, bronchiectasie, tubercolosi, aspirazione di corpi estranei e malattie cardiache congenite possono causare emorragie polmonari tali da rendere necessaria l’embolizzazione delle arterie bronchiali.

Le occlusioni dei vasi sanguigni sono possibili complicanze del trapianto di fegato.

L’angioplastica è il trattamento di scelta per la stenosi arteriosa epatica e per le stenosi venose sia epatiche sia portali.

La scleroterapia percutanea consiste nell’iniettare all’interno di una vena una sostanza che distrugge il vaso sanguigno.

È considerata un trattamento di prima linea per alcune malformazioni venose e viene eseguita sotto guida fluoroscopica o ecografica.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Bambino Gesù

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