Rischio biologico in ambito sanitario: protezione dall'influenza

L’influenza è una malattia provocata da virus (virus influenzali) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni).

Spesso, in maniera errata, vengono classificate genericamente come influenza diverse affezioni delle vie aeree superiori, sia di natura batterica che virale, che spesso si manifestano con sintomi molto simili. Nello stesso periodo dell’anno infatti (orientativamente da ottobre a marzo), quando la circolazione dei virus influenzali è al massimo del suo picco, possono contemporaneamente circolare altri virus o forme batteriche che sono causa di affezioni, dal punto di vista clinico, molto simili all’influenza (Adenovirus, Rhinovirus, RSV).


NOMENCLATURA DEL VIRUS

L’influenza è una malattia infettiva respiratoria acuta causata dal virus dell’influenza della famiglia degli Orthomyxoviridae. A detta famiglia appartengono tre tipi di virus influenzali: Influenzavirus A, Influenzavirus B e Influenzavirus C. Influenza A e C infettano diverse specie, mentre l’Influenza B infetta quasi esclusivamente l’uomo (1)I virus A e B presentano in superficie 2 glicoproteine:

In base alle glicoproteine presenti sulla superficie, i virus si suddividono in diversi sierotipi (o sottotipi); del virus A, ad esempio, si conoscono 18 sierotipi di emoagglutinina (H1-H18) e 11 sierotipi di neuraminidasi (N1-N11). Da questa combinazione ne deriva pertanto la nomenclatura dei virus influenzali.


I sintomi

In caso di infezione, un adulto su tre non manifesta alcun sintomo. I sintomi generali normalmente consistono in:

  • febbre o febbricola;
  • mal di testa;
  • malessere/spossatezza;
  • dolori muscolari.

I sintomi respiratori possono includere:

  • tosse;
  • mal di gola;
  • respiro affannoso.

É importante tenere in considerazione il fatto che l’influenza nei bambini e nei lattanti (in funzione dell’età), si può manifestare con sintomi diversi (vomito, diarrea, irritabilità, laringotracheite, bronchite, ecc.); è opportuno inoltre ricordare che i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere la sintomatologia sistemica in maniera efficace.

Come si trasmette l’influenza?

L’influenza si trasmette per via aerea o per contatto con le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera:

  • diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata);
  • indiretta (tramite veicoli – dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici).

BUONE PRASSI PER EVITARE INFEZIONE E CONTAGIO

Per questa ragione è opportuno rispettare alcune precauzioni generali (buone prassi), come di seguito specificato:

  • lavare frequentemente le mani con acqua e sapone, in alternativa utilizzare il gel idroalcolico o le salviette disinfettanti;
  • evitare luoghi con massiccia presenza di persone;
  • evitare di toccare, con mani non pulite, bocca, naso e occhi;
  • coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura;
  • se malati, rimanere a casa, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus;
  • areare regolarmente le stanze da notte, soprattutto se ospitano più persone.

Alcuni dati importanti sul contagio: 

  • starnuto → 40000 goccioline in aria → 320 km/h;
  • colpo di tosse → 3000 goccioline in aria → 2 litri di aria (in volume);
  • in media ogni portatore del virus in fase attiva contagia 1-2 persone;
  • i pazienti affetti da influenza sono già contagiosi durante il periodo d’incubazione, prima della manifestazione dei sintomi;
  • il picco di rilascio del virus all’esterno è durante il secondo giorno dopo l’infezione e dura meno di 5 giorni;
  • una persona adulta può trasmettere il virus da tre a sette giorni dopo l’inizio della malattia;
  • i bambini sono contagiosi più a lungo.

Il vaccino

I vaccini disponibili in Italia sono tutti inattivati e quindi non contengono particelle virali intere attive, salvo un vaccino antinfluenzale da somministrare per via nasale costituito da virus vivi attenuati, autorizzato al commercio in Italia.

Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 non fa riferimento a specifiche caratteristiche di ciascun vaccino, in considerazione della continua evoluzione scientifica nel campo della ricerca medica. D’altro canto raccomanda il raggiungimento della maggior protezione possibile in relazione al profilo epidemiologico prevalente e alla diffusione dei ceppi.

Il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre. 

Sulla base di quanto stabilito dalla circolare del Ministero della Salute CircolarePrevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2019-2020” la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per:

1. Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza:

  • Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza;
  • Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:
    malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
    malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
    diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30);
    insufficienza renale/surrenale cronica;
    malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
    tumori;
    malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi,
    immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
    malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
    patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
    patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
    epatopatie croniche.
  • Soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
  • Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale;
  • Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.

2. Persone che possono trasmettere l’infezione a soggetti ad alto rischio:

  • Medici e personale sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di complicanze influenzali;
  • Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato).

3. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori:

  • Forze di polizia;
  • Vigili del fuoco;
  • Altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa. A tale riguardo, è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità dell’offerta a tali categorie.

4. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:

  • Allevatori;
  • Addetti all’attività di allevamento;
  • Addetti al trasporto di animali vivi;
  • Macellatori e vaccinatori;
  • Veterinari pubblici e libero-professionisti.

5. Altre categorie:

  • Donatori di sangue.

Infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per l’attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.

Chi non deve vaccinarsi

Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:

  • Lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età). La vaccinazione della mamma e degli altri familiari è una possibile alternativa per proteggerli in maniera indiretta.
  • Soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei componenti del vaccino. 

Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.

Un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barrè insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale costituisce controindicazione alla vaccinazione. Una sindrome di Guillain Barré non correlata a vaccinazione antinfluenzale e insorta da più di un anno è motivo di precauzione; sebbene i dati disponibili siano limitati, i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale giustificano la somministrazione del vaccino annuale nei soggetti ad alto rischio di complicanze gravi dalla malattia (fonte: “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni” NIV-ISS-Ministero della Salute).

Il 21 febbraio 2019, l’OMS ha emanato le raccomandazioni per la composizione del vaccino antinfluenzale per la stagione 2019-20. In tabella è riportata la composizione per il vaccino quadrivalente:


Documenti

La testimonianza del Dott. Riccardo Zucco, neurologo dell’Azienda USL di Reggio Emilia, sulla sua esperienza di malattia con complicanze legate all’influenza AH1N1 (video)

Influenzato o influencer? Quest’anno decidi tu – campagna informativa “Io ti proteggo io mi vaccino” della Regione Emilia Romagna (video)

L’unico virus che puoi diffondere è quello di un’informazione corretta – campagna informativa “Io ti proteggo io mi vaccino” della Regione Emilia Romagna (video)

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