Ritenzione idrica, come affrontarla
La ritenzione idrica è un problema che affligge la gran parte delle donne. La maggior parte delle persone fa tuttavia confusione tra ritenzione idrica e cellulite
Sebbene le due condizioni siano collegate, hanno dei meccanismi patogenetici differenti.
La ritenzione idrica deriva infatti dal ristagno di liquidi e dall’accumulo di tossine nei tessuti; la cellulite è invece una infiammazione del tessuto connettivo e del pannicolo adiposo sottocutaneo.
Nonostante la ritenzione idrica possa favorire l’insorgenza della cellulite, non sempre questo accade: la cellulite ha infatti anche una predisposizione genetica e, quando ai primi stadi, una attività fisica e dieta regolari e la riduzione della ritenzione idrica possono prevenirne l’evoluzione.
Ritenzione idrica: cos’è
Come accennato prima, la ritenzione idrica è dovuta alla tendenza da parte del nostro organismo di trattenere liquidi e questo accade soprattutto nelle zone predisposte all’accumulo di grasso, quali cosce, glutei ed addome.
Tra le sue cause, figurano le cattive abitudini alimentari (consumo eccessivo di sale), la sedentarietà, ma anche patologie come l’ipertensione arteriosa, l’insufficienza venosa e le vene varicose, e malattie a carico di tiroide, fegato, cuore e rene.
Sebbene comunemente si creda che la ritenzione idrica provochi l’aumento di peso, in verità il contributo ai chili in eccesso, a meno di situazioni francamente patologiche, è marginale; è invece vero il contrario: i chili in eccesso favoriscono la ritenzione idrica.
Le tipologie di ritenzione idrica
A seconda di come si manifesta e delle sue cause, la ritenzione idrica si distingue in:
- ritenzione idrica primaria (o circolatoria): ossia l’accumulo di liquidi negli spazi compresi tra una cellula e l’altra. È causata da un malfunzionamento del sistema linfatico e del sistema circolatorio: la circolazione rallenta, i liquidi ristagnano e possono verificarsi tumefazione dei tessuti e conseguentemente dolore;
- ritenzione idrica secondaria: a causarla sono patologie arteriose o linfatiche quali l’ipertensione, l’insufficienza renale e il linfedema;
- ritenzione idrica iatrogena, causata da un abuso di determinati farmaci;
- ritenzione idrica su base alimentare, provocata da un’alimentazione eccessivamente ricca di sodio, specie se accompagnata da altre abitudini scorrette quali il trascorrere molto tempo seduti o in piedi o l’indossare abiti stretti.
Ritenzione idrica: i sintomi
Il sintomo primario della ritenzione idrica è il gonfiore, che colpisce generalmente le zone inferiori del corpo (polpacci, piedi) ma può riguardare anche le cosce, l’addome e i glutei.
Se trascurato, il gonfiore può nel tempo evolvere in edema e – se la paziente è predisposta – in cellulite.
Altri sintomi che possono manifestarsi sono un senso di stanchezza e di pesantezza, e la comparsa di vene varicose e di capillari a vista; questi ultimi sono sintomi che fanno inoltre sospettare insufficienza venosa.
La sintomatologia dipende in realtà dal distretto corporeo in cui la ritenzione idrica si manifesta:
- capo e arti superiori: può riguardare il viso, che appare gonfio, oppure manifestarsi sotto gli occhi, sotto forma di borse e di gonfiore. Talvolta riguarda anche le braccia e le mani;
- tronco: il gonfiore è localizzato a livello addominale, su pancia e fianchi, ma anche nella zona dei glutei;
- arti inferiori: forma di ritenzione idrica più diffusa, può manifestarsi lungo tutti gli arti inferiori ma si concentra soprattutto nel tratto compreso tra le ginocchia e i piedi (gambe e piedi risentono della forza di gravità e delle molte ore trascorse in piedi).
Ritenzione idrica: le cause
Sebbene nella maggior parte dei casi la ritenzione idrica sia causata da uno scorretto stile di vita (abuso di cibi salati e di scarsa attività fisica), talvolta le cause sono altre ed includono:
- un cattivo funzionamento della circolazione sanguigna e linfatica;
- l’uso frequente e prolungato di alcuni farmaci (antinfiammatori, cortisonici, terapia ormonale sostitutiva);
- ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari o renali, malattie della vescica o del fegato, alterazioni del metabolismo glucidico ed insulino-resistenza.
I fattori di rischio che predispongono sono
- sovrappeso
- eccessiva sedentarietà
- fumo
- abuso di alcolici
- gravidanza
- abitudine ad utilizzare tacchi troppo alti e/o vestiti troppo stretti
Ritenzione idrica: la diagnosi
I pazienti che avvertono un senso di gonfiore eccessivo, specialmente agli arti inferiori, generalmente si rivolgono al medico.
Per verificare che si soffra effettivamente di ritenzione idrica è possibile come prima cosa effettuare il “test del dito”: premendo con forza il pollice sulla zona gonfia, e mantenendo la pressione per alcuni secondi, se l’impronta rimane ben visibile si tratta allora di ritenzione.
Per essere più sicuri, è poi possibile effettuare la raccolta delle urine nelle 24 ore, tempo in cui un individuo adulto dovrebbe fisiologicamente produrre un volume di urine di circa 1.000 – 2.000 ml.
Se la diuresi scende sono i 400-500 ml/24h si parla di oliguria, se scende sotto i 100 ml/24h si parla di anuria.
Le principali cause di una scarsa produzione di urina sono la disidratazione (da vomito o diarrea), l’anoressia, l’ostruzione uretrale, i danni renali o – per l’appunto – la ritenzione idrica.
Ritenzione idrica: consigli sull’alimentazione
Per risolvere la ritenzione idrica bisogna intervenire sull’abitudine/patologia che l’ha scatenata.
Pertanto, i soggetti in sovrappeso o obesi dovranno cercare di perder peso, chi fuma dovrebbe abbandonare le sigarette.
È poi necessario limitare il consumo di alcolici, evitare di indossare abiti attillati e tacchi alti, e cercare di non rimanere in piedi a lungo senza muoversi.
Il primo aspetto su cui intervenire è però l’alimentazione.
Fondamentale è limitare l’utilizzo di sale e il consumo di alimenti eccessivamente ricchi di sodio come gli insaccati.
Ma non solo: anche i latticini, la farina bianca, i grassi saturi (es burro) e le carni grasse vanno evitati o quantomeno limitati.
Da prediligere sono invece:
- la frutta e la verdura ricche di acido ascorbico, protettivo dei vasi sanguigni (agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie, lattuga, radicchi, spinaci, broccoletti, broccoli, cavoli, cavolfiori, pomodori, peperoni, patate);
- le fibre alimentari, in quanto favoriscono la motilità intestinale e combattono la stipsi (che ostacola il deflusso vascolare a livello addominale);
- le giornate detox, in seguito magari ad una giornata con qualche strappo alla regola: per 24 ore bisognerà consumare perlopiù tè, tisane, centrifugati di frutta o verdure;
- il pesce;
- l’olio di oliva e l’olio di semi.
L’acqua va bevuta abbondantemente: la dose consigliata (in assenza di altre patologie di rilievo) è di circa 1.5-2 litri al giorno.
Sono consentite le acque oligominerali o minimamente mineralizzate, mentre da moderare sono le bevande alcoliche e quelle zuccherate, ma anche il caffè (poiché la caffeina è una sostanza farmacologicamente attiva).
Specie in chi di norma beve poco, aumentare molto la quantità di liquidi assunti inizialmente favorirà la diuresi.
Col tempo, l’organismo imparerà però ad assorbire una maggiore quantità di acqua.
Altre buone abitudini alimentari includono:
- utilizzare poco sale durante la cottura dei cibi;
- per insaporire le pietanze utilizzare spezie, limone e aceto balsamico al posto del sale;
- limitare il consumo di alimenti confezionati;
- sostituire snack e spuntini con la frutta fresca.
Ritenzione idrica: rimedi e comportamenti da adottare
Oltre ad agire sull’alimentazione, per combattere la ritenzione idrica ci sono diverse buone abitudini da adottare:
- se si trascorre molto tempo in piedi, senza muoversi, è consigliabile di tanto in tanto sollevarsi sulle punte per stimolare la circolazione;
- è utile dormire con un cuscino sotto i polpacci e i piedi per favorire il ritorno venoso;
- fare regolare attività fisica è fondamentale per il microcircolo: l’opzione migliore è la camminata, in quanto riattiva la circolazione e rinforza la muscolatura di cosce e polpacci, ma molto efficaci sono anche il nuoto e la bicicletta;
- se la ritenzione idrica è causata da un’insufficienza venosa, gli esercizi propriocettivi e di mobilizzazione della caviglia si rivelano utili;
- per eliminare le tossine prodotte, dopo ogni sessione d’allenamento è bene fare stretching.
Infine, le tisane sono utili contro la ritenzione idrica: quelle a base di centella rinforzano e rendono più elastici i vasi sanguigni; quelle a base di gambo d’ananas migliorano la circolazione sanguigna e linfatica; il meliloto viene impiegato in caso di insufficienza venosa e linfatica, edemi e gonfiori agli arti inferiori, ritenzione idrica e cellulite; la betulla ha un’azione detossinante e drenante, così come i frutti di bosco (mirtilli e ribes nero soprattutto).
Prima di consumarle, è però bene sentire il parere del proprio medico.
Per approfondire
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