Scarlattina: contagio, sintomi e terapie

La scarlattina e la sua sorella minore, la quarta malattia, sono le uniche due malattie esantematiche ad essere causate non da un virus ma da un batterio, precisamente dallo streptococco β-emolitico di gruppo A (SBEGA)

Sono caratterizzate da un esantema puntiforme color rosso vivo e da un enantema caratteristico a carico della mucosa orale.

Come si trasmette la scarlattina

È tipica delle zone a clima temperato, non essendo conosciuta nei paesi tropicali e nelle regioni sub-artiche.

Colpisce preferibilmente in autunno ed inverno e nel corso degli anni ha una incidenza sempre minore, probabilmente per l’uso di antibiotici cui lo streptococco è sensibile.

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Si trasmette per contatto diretto da malato o portatore sano, oppure attraverso materiali infetti, quali stoviglie, giocattoli o biancheria.

Le fasce più colpite sono quelle tra i 5 e gli 8 anni (scuola primaria) e tra i 18 e 20 anni, in rapporto al servizio militare nei paesi in cui è obbligatoria la leva.

Segni e sintomi della scarlattina

Il tempo di incubazione è più breve che per le altre malattie esantematiche, andando da 24 ore a 5 giorni.

L’inizio è brusco, con febbre anche elevata, cefalea, nausea, disfagia.

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La lingua è ricoperta da una patina biancastra al centro, mentre appare arrossata ai bordi e alla punta (lingua a fragola, in cui le papille arrossate emergono sulla patina biancastra), la faringe è edematoso e fortemente arrossato, con tonsille gonfie e ricoperte spesso da essudato gialliccio, facilmente asportabile con una spatola.

A questo periodo, di 24-48 ore, segue quello dell’eruzione, in cui la sintomatologia iniziale peggiora: la patina biancastra sulla lingua scompare lasciando il posto ad un arrossamento diffuso con papille ipertrofiche (lingua a lampone); la faringe peggiora come arrossamento e gonfiore, mentre compare l’esantema che inizia alla radice degli arti e al torace anteriore, diffondendosi rapidamente al dorso, al collo, all’addome e agli arti, lasciando indenne i palmi delle mani e le piante dei piedi.

È costituito da maculo-papule di 1 mm di diametro, circondate da un alone arrossato che conferisce alla cute dell’ammalato un aspetto rosso diffuso (da cui il termine scarlattina).

Al volto è caratteristica la facies, con la zona periorale e mentoniera indenni  mentre il resto della cute è uniformemente arrossato (maschera di Filatov).

Altri segni non sempre presenti sono il dermografismo bianco (strisciando una matita sulla cute si forma una striscia biancastra che perdura qualche secondo) ed il segno della mano gialla di De Toni (premendo una mano aperta sull’addome arrossato e sollevandola rimane l’impronta chiara per breve tempo).

L’eruzione dura 5-7 giorni e regredisce con lo stesso ordine con cui era comparso, con un fenomeno caratteristico: quello della desquamazione che può essere microscopica al volto ma a larghe squame alle mani e ai piedi.

Quali sono le complicazioni

Un tempo molto frequenti, sono costituite da complicanze settiche (ascessi tonsillari, otite purulenta, rinosinusite purulenta, carditi), complicanze tossiche precoci (a carico di cuore, articolazioni, rene e fegato) e complicanze immunologiche (artriti, miocarditi e nefriti).

Con l’avvento degli antibiotici la frequenza delle complicazioni è fortunatamente molto diminuita.

Terapia per la scarlattina

La scarlattina è l’unica malattia infettiva esantematica che necessita di trattamento antibiotico, essendo causata dallo SBEGA: la penicillina G o la penicillina V sono i due farmaci di scelta.

Anche altri antibiotici, quali i macrolidi e le β-lattamine sono attivi sullo streptococco, ma in misura minore rispetto alla penicillina.

Solamente nelle forme ipertossiche si può ricorrere all’aiuto del cortisone.

Come prevenire la scarlattina

L’unica forma di prevenzione è data dall’isolamento del bambino infetto per almeno 2 giorni dopo l’inizio della Terapia antibiotica.

È in fase di studio un vaccino, per il momento non ancora disponibile.

A differenza delle altre malattie esantematiche, la scarlattina non dà immunità permanente, per cui può anche essere ripetuta più volte nel corso della vita.

Per approfondire:

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