Schizofrenia: definizione, cause, sintomi, diagnosi e cura
Schizofrenia deriva dal greco e significa letteralmente “mente separata”: chi ne è colpito fatica a distinguere la realtà dall’immaginazione
Si tratta di un disturbo psichiatrico che compromette seriamente la percezione di sé.
Oltre a incidere in modo negativo sulle relazioni sociali e sullo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Questa malattia influenza anche la percezione, la memoria, l’attenzione, l’apprendimento e le emozioni.
Un soggetto schizofrenico può, ad esempio, udire voci che gli altri non sentono, credere che gli altri siano in grado di leggere la sua mente.
La schizofrenia porta addirittura a credere che gli altri complottino per fare del male.
Pensieri simili possono spaventare la persona e conseguentemente indurre uno stato di forte agitazione.
I risvolti sociali della schizofrenia
Tipicamente molte persone colpite da schizofrenia faticano a trovare un lavoro e non sono in grado di badare a se stesse in autonomia.
Il nucleo familiare, in genere, è fortemente coinvolto e costretto a fronteggiare un pesante carico di ansia e preoccupazione. La schizofrenia porta inoltre alla paura dello stigma sociale.
La schizofrenia insorge, di norma, tra i 18 e i 28 anni in percentuali simili negli uomini e nelle donne
In queste ultime compare in età più avanzata, con un ritardo medio di 3-4 anni rispetto al sesso maschile.
L’esordio può avvenire in modo improvviso, oppure essere preceduto da una fase in cui la persona si chiude in se stessa.
In tale periodo, tipicamente, diminuisce progressivamente l’interesse nei confronti del mondo circostante, si interrompono senza motivo amicizie e relazioni sentimentali, si perde il lavoro o si smette di andare a scuola.
La diagnosi precoce è essenziale, poiché si è osservato che il trattamento tempestivo può influenzare il decorso della malattia.
Purtroppo in molti casi i primi segni sono difficili da distinguere rispetto a una ordinaria crisi adolescenziale.
A ciò si aggiunga il fatto che le persone affette da schizofrenia non sono in grado di riconoscersi come malate.
Per loro, la realtà in cui vivono è molto più vivida e sensata di quella in cui è immerso il resto del mondo.
Il trattamento della schizofrenia segue tre vie principali: terapie farmacologiche, psicoterapie individuali e di gruppo.
Questi ultimo sono interventi di riabilitazione per aiutare i pazienti a recuperare le capacità sociali perse durante la patologia.
Secondo l’OMS, circa un terzo dei pazienti colpiti da schizofrenia può riprendersi completamente.
Un altro 30% deve continuare la terapia e comunque esperisce un impatto negativo sulla sfera sociale, mentre il residuo 30% circa va incontro a una cronicizzazione della malattia.
Sintomi
I sintomi generati dalla schizofrenia tipicamente vengono distinti in:
- disturbi positivi, ossia identificati da un comportamento psicotico non ravvisabile in persone sane. Sono sintomi che possono presentarsi a intermittenza, e la cui intensità dipenderà anche dall’assunzione o meno di una terapia
- disturbi negativi, rappresentati dalla perdita di facoltà presenti prima dell’insorgenza della malattia. Generalmente questi sintomi sono più difficili da riconoscere e possono essere scambiati per depressione o altri sintomi patologici.
Disturbi positivi
I sintomi positivi della schizofrenia includono:
- allucinazioni, le quali possono coinvolgere l’udito, la vista, l’olfatto, il gusto e il tatto. A verificarsi con più frequenza sono, però, le allucinazioni uditive: voci che dialogano tra di loro o commentano le azioni della persona. Attraverso esami di risonanza magnetica a livello del cervello, si è scoperto che quest’ultimo scambia le voci generate internamente, attraverso l’immaginazione, per voci reali provenienti dall’ambiente esterno e udite attraverso l’orecchio
- deliri, come manie di persecuzione e di grandezza (ad esempio, pensare di essere un illustre personaggio storico)
Altri sintomi che possono essere annoverati tra i positivi o, secondo altri schemi di classificazione, in una terza categoria chiamata disorganizzazione, includono:
- incapacità di organizzare il proprio pensiero in modo logico
- comportamento bizzarro e disorganizzato; le persone malate di schizofrenia possono comportarsi in modo poco adeguato o diventare molto agitate in modo apparentemente ingiustificato. Possono anche avere la sensazione che i loro pensieri siano controllati da un’altra persona.
Disturbi negativi
I sintomi negativi della schizofrenia, di solito, compaiono ad alcuni anni dal primo episodio acuto della malattia. La persona schizofrenica tende a perdere interesse per il mondo circostante. Il soggetto tende a diminuire sempre più i propri rapporti sociali, fino al completo isolamento.
Di regola, questi disturbi appaiono in maniera graduale e peggiorano lentamente.
Possono contemplare:
- apatia, in molti casi è necessario incoraggiare e indurre le persone malate a eseguire attività anche semplici come curare l’igiene personale
- appiattimento emotivo
- impoverimento del linguaggio
- incapacità di prendere decisioni
- difficoltà a rimanere concentrati
- mancata interazione con l’interlocutore
I disturbi negativi sono più complessi da identificare poiché hanno un decorso lento e graduale.
Soprattutto all’inizio possono essere confusi con una normale crisi adolescenziale.
Nella schizofrenia possono anche essere presenti disturbi del pensiero ed evidenti limitazioni cognitive, con riferimento particolare alla memoria, all’attenzione e alla capacità di risolvere i problemi.
Cause della schizofrenia
Si ritiene che la schizofrenia abbia una genesi multifattoriale.
Diversi elementi concorrono a creare le condizioni per la comparsa e lo sviluppo della malattia.
Tra questi fattori si possono ravvisare l’ereditarietà, eventi avvenuti durante il periodo della gravidanza, alterazioni di processi biochimici dell’organismo, infezioni virali.
In particolare si osserva che:
- i parti difficili aumentano di due o tre volte il rischio insorgenza. Si pensa che questo possa essere dovuto al fatto che il cervello del feto subisce un danneggiamento durante il suo sviluppo
- gli agenti infettivi possono favorire l’insorgenza della malattia. Se durante il primo trimestre di gestazione si contrae, ad esempio, il virus influenzale, il rischio di schizofrenia aumenta di circa sette volte. Anche se secondo gli studi svolti, sembrerebbe più la risposta anticorpale, in luogo dell’infezione, a provocare danni cerebrali
- la genetica riveste un ruolo importante. Alcuni studi hanno evidenziato che la probabilità di sviluppare la malattia è dieci volte maggiore tra i parenti che tra la popolazione generale. Nella schizofrenia pare vi siano più geni coinvolti, ognuno dei quali esercita un piccolo effetto che agisce insieme con i fattori epigenetici ed ambientali. Almeno sette sembrano essere i geni implicati nella schizofrenia.
Sostanzialmente si può ipotizzare che tale elementi vadano a rappresentare il fondamento di una determinata predisposizione personale a sviluppare la malattia.
Nel caso in cui, nel corso della vita delle persone predisposte, dovessero presentarsi ulteriori eventi traumatici o, comunque, negativi, la schizofrenia potrebbe insorgere.
Tra i possibili fattori d’innesco si possono citare:
- situazioni di forte stress psicologico (come un lutto, la perdita del lavoro, un divorzio)
- il consumo massiccio di alcune droghe, in particolare alcuni tipi di cannabis, cocaina, LSD o anfetamine.
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