Sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) nei bambini, UE approva teriflunomide
La Commissione Europea (CE) ha approvato teriflunomide come trattamento di pazienti pediatrici dai 10 ai 17 anni con sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR)
L’approvazione della CE del teriflunomide è basata sui dati dello studio di fase 3 TERIKIDS
L’approvazione conferma teriflunomide come la prima terapia orale per la sclerosi multipla ad essere autorizzata come trattamento in prima linea di bambini e adolescenti con SM nell’Unione Europea.
Si stima che la sclerosi multipla colpisca 2,8 milioni di persone in tutto il mondo e che i bambini e gli adolescenti che ne sono affetti siano almeno 30.000.
La sclerosi multipla pediatrica è una condizione rara e il suo esordio segue un decorso di malattia recidivante-remittente nel 98% dei casi.
Rispetto agli adulti con SM, i pazienti pediatrici presentano spesso un tasso di ricaduta più elevato e un carico di lesioni maggiore.
A causa dell’esordio precoce della malattia, la disabilità irreversibile e la progressione alla forma secondaria si verificano spesso in età più precoce rispetto all’esordio in età adulta.
I sintomi della SM possono avere un impatto su tutti gli aspetti della vita di un giovane, dalla salute fisica allo “Fare ricerca clinica su soggetti con esordio della SM in età pediatrica è importante, quanto delicato.
Molto resta da fare per garantire una più ampia disponibilità di scelte farmacologiche il cui impiego sia sostenuto da studi disegnati specificamente sulla popolazione pediatrica.
Prodigarsi per colmare questo bisogno mette al centro quindi la persona con malattia in tutta la sua complessità e globalità”, ha dichiarato Maria Trojano, Professore Ordinario di Neurologia Università degli Studi Bari e Direttrice della Clinica Neurologica del Policlinico di Bari.
“La sclerosi multipla in età pediatrica è tutt’oggi un’area in cui si registra un importante bisogno medico non soddisfatto”
“La disponibilità di un trattamento orale per la sua forma moderata rappresenta un indubbio vantaggio per l’accettazione del trattamento da parte del paziente e, di conseguenza, un’ulteriore opportunità in termini di aderenza alla terapia”, ha aggiunto il professor Claudio Gasperini, Direttore UOC Neurologia e Neurofisiopatologia AO Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e responsabile del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della SIN (Società Italiana di Neurologia).
Teriflunomide è approvato nell’UE dal 2013 come trattamento di pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR)
Questa nuova approvazione europea per la fascia pediatrica le fornisce un ulteriore anno di protezione brevettuale in Unione Europea.
Lo studio di fase 3 TERIKIDS è uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli, che ha arruolato 166 pazienti in età pediatrica con forme di sclerosi multipla recidivante-remittente in 22 Paesi al mondo.
Lo studio ha previsto un periodo di screening (fino a quattro settimane), seguito da un periodo di trattamento in doppio cieco (fino a 96 settimane dopo la randomizzazione).
La fase di estensione in aperto dello studio di fase 3 TERIKIDS è attualmente in corso.
L’endpoint primario era il tempo alla prima ricaduta clinica confermata, con un’analisi di sensibilità prespecificata che includeva il tempo all’alta attività di risonanza magnetica (MRI) come equivalente di ricaduta.
Inoltre, i pazienti che hanno completato il periodo in doppio cieco, o hanno avuto un’elevata attività alla risonanza magnetica, erano idonei a continuare nell’estensione in aperto.
I risultati primari di efficacia e i dati di sicurezza e tollerabilità del periodo dello studio di base in doppio cieco (fino a 96 settimane dopo la randomizzazione) sono stati inizialmente presentati al Congresso virtuale EAN del 2020.
Nello studio, 109 e 57 pazienti sono stati randomizzati rispettivamente a teriflunomide e a placebo
L’endpoint primario non era statisticamente significativo con un rischio numericamente inferiore di ricaduta clinica per teriflunomide vs placebo.
Lo switch dalla fase in doppio cieco a quella in aperto per elevata attività alla MRI è risultata maggiore a quanto atteso. Gli switch sono stati più frequenti e più precoci nel gruppo placebo vs teriflunomide.
Questo ha diminuito la potenza dello studio per l’endpoint primario.
Nell’analisi di sensibilità pre-specificata dell’endpoint composito del tempo alla prima ricaduta clinica o all’elevata attività di risonanza magnetica che soddisfa i criteri dello studio per passare all’open label, teriflunomide ha ridotto significativamente il tempo alla ricaduta clinica o al passaggio a causa dell’elevata attività di risonanza magnetica rispetto al placebo.
Gli endpoint secondari principali hanno mostrato che teriflunomide ha ridotto significativamente il numero di lesioni T1 con gadolinio (Gd) per scansione MRI e il numero di lesioni T2 nuove e allargate per scansione MRI .
Nello studio, teriflunomide è stata ben tollerata e ha avuto un profilo di sicurezza gestibile nella popolazione pediatrica.
L’incidenza complessiva degli eventi avversi (AE) e degli eventi avversi gravi (SAE) è stata simile nel gruppo teriflunomide e nel gruppo placebo rispettivamente. Non ci sono stati decessi nello studio.
Gli AE riportati più frequentemente nel gruppo teriflunomide rispetto al gruppo placebo hanno incluso rinofaringite, infezione del tratto respiratorio superiore, alopecia, parestesia, dolore addominale e aumento della creatin fosfochinasi nel sangue (= 3 volte il limite superiore della norma).
Casi di pancreatite sono stati riportati in un numero estremamente ridotto di pazienti trattati con teriflunomide rispetto a nessuno nel gruppo placebo, nella fase in doppio cieco.
Nei pazienti pediatrici trattati con teriflunomide nella fase in aperto dello studio, sono stati riportati due casi aggiuntivi di pancreatite e un caso di pancreatite acuta grave (con pseudo-papilloma).
Per approfondire:
Sapienza, scoperta la firma molecolare della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)
Covid-19 e sclerosi sistemica: studio di Pisa e Modena su “The Lancet Rheumatology”