Segni di sofferenza respiratoria nei bambini: nozioni di base per genitori, tate e maestre
Segni di sofferenza respiratoria nei bambini, tra i sintomi con cui si presenta, solitamente ci sono respiro irregolare o rapido, stridore, tosse, alitamento delle pinne nasali e cianosi
Come può un genitore accorgersi che il proprio figlio respira male?
Esistono diversi segni che possono farci capire quando il bambino presenta una forma di sofferenza respiratoria
La difficoltà a respirare viene chiamata dispnea e consiste nella sensazione di fame d’aria.
Tuttavia, possono manifestarsi altri segni via via diversi a seconda dell’età del bambino, dell’evento scatenante e della gravità della malattia.
La difficoltà a respirare può verificarsi in diverse malattie, a cominciare dal comune raffreddore.
Esistono, tuttavia, altre situazioni in cui il bambino può soffrire di difficoltà respiratorie anche gravi, come la bronchiolite, il broncospasmo, la laringite, la febbre, la polmonite, l’asma e l’inalazione di corpo estraneo.
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La sofferenza respiratoria nei bambini si manifesta con:
- Respiro rapido o irregolare: la frequenza respiratoria, cioè il numero di respiri compiuti dal bambino in un minuto, può essere misurata poggiando la mano sul torace e contando quante volte si distende spontaneamente in un minuto. Nel neonato e per tutto il primo anno di età, la frequenza è di circa 44 respiri al minuto; successivamente diminuisce in maniera progressiva, tanto che a 5 anni è pari a circa 20-25 respiri al minuto. Nei neonati, una frequenza superiore a 60 respiri al minuto può essere dovuta al pianto. Se il neonato continua a respirare troppo velocemente significa che c’è un problema e deve essere visitato dal pediatra;
- Rientramenti: sono causati dalla difficoltà di penetrazione dell’aria nei polmoni; la fossetta del collo subito al di sopra dello sterno e gli spazi tra le costole rientrano a ogni inspirazione;
- Alitamento delle pinne nasali: il bambino durante la respirazione presenta un allargamento delle pareti delle narici che tendono ad afflosciarsi l’una sull’altra ostruendo la narice.
Tutti i segni sopra elencati, possono essere causati nei primi 12 mesi di vita dalla bronchiolite.
Nel bambino più grande possono essere un sintomo di broncospasmo, asma o laringite.
- Cianosi: consiste nel colorito bluastro della cute e delle mucose (labbra e lingua) ed è dovuta al fatto che il sangue che arriva agli organi e ai tessuti non è sufficientemente ossigenato. È frequente nei bambini con problemi cardiaci o con problemi respiratori;
- Tosse: si tratta di un riflesso protettivo che serve a ripulire le vie aeree dalle secrezioni ma, in determinate condizioni, può essere il segno di una malattia:
- Malattia acuta che si risolve entro tre settimane;
- Continua esposizione ai microbi, in particolare nei bambini tra i 2 e i 4 anni;
- Laringite e pertosse;
- Malattia cronica (dura più di otto settimane e può essere dovuta ad asma bronchiale).
- La tosse, a seconda della malattia che la causa, può essere secca, abbaiante, improvvisa, produttiva, metallica;
- Stridore: è un rumore acuto che accompagna l’inspirazione. Si associa spesso all’inalazione di un corpo estraneo, ma può anche essere dovuto a malattie croniche come la tracheomalacia. La tracheomalacia è caratterizzata da una trachea molle che va incontro a collasso durante l’espirazione, la tosse o il pianto.
La terapia dei disturbi respiratori nel bambino varia a seconda dell’età e dell’evento che li ha causati.
La cura consiste in lavaggi nasali, passando per l’utilizzo di broncodilatatori e arriva fino all’ossigenoterapia (somministrazione di ossigeno).
Quando è presente anche uno solo dei sintomi sopra elencati, il bambino dovrà essere visitato dal pediatra per una corretta e tempestiva diagnosi, per cominciare la cura e provvedere, se necessario, al ricovero.
Sofferenza respiratoria, fattori di rischio aggiuntivi che determinano la necessità del ricovero sono:
- Prematurità o età inferiore ai due mesi;
- Presenza di malattie croniche (broncodisplasia, cardiopatie congenite, immunodeficienze, patologie neurologiche);
- Difficoltà di assistenza a casa da parte dei genitori.
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