Sindrome da shock tossico in emergenza: di cosa si tratta?
La sindrome da shock tossico è una condizione clinica caratterizzata dalla rapida comparsa di febbre, rash cutaneo, bassa pressione arteriosa e dolori muscolari
È generata prevalentemente da sostanze, dette tossine, prodotte da batteri come gli stafilococchi, che, sono in grado di causare un’importante reazione infiammatoria in tutto il corpo.
L’inizio dei sintomi della sindrome da shock tossico è improvviso, con:
- Febbre;
- Brividi;
- Malessere generalizzato;
- Debolezza;
- Mal di testa;
- Mal di gola;
- Dolori muscolari;
- Dolori addominali;
- Vomito e diarrea;
- Comparsa entro 24 ore di arrossamento diffuso e uniforme della pelle seguito da desquamazione.
Nel giro di 3-7 giorni dall’inizio, la desquamazione interessa il palmo delle mani e la pianta dei piedi.
Le condizioni generali possono progressivamente peggiorare con un interessamento multi-organo caratterizzato dalla comparsa di:
- Pressione bassa;
- Insufficienza renale con riduzione della eliminazione di urina;
- Sofferenza del fegato;
- Basso numero di piastrine;
- Scarso afflusso di sangue al cervello che può manifestarsi con sonnolenza, confusione, irritabilità, agitazione e allucinazioni.
La diagnosi di sindrome da shock tossico deve essere sospettata in bambini sani in cui si osserva l’improvvisa comparsa di febbre, rash, bassa pressione sanguigna e sofferenza multiorgano
I fattori di rischio sono rappresentati:
- Nelle adolescenti in fase post-pubere dall’uso di tamponi interni;
- Da storia di recenti interventi chirurgici;
- Da recenti infezioni di cute e tessuti molli, le parti del corpo più in superficie.
La diagnosi di sindrome da shock tossico si basa su criteri clinici: febbre, pressione arteriosa bassa, eritema diffuso e desquamazione con interessamento di almeno tre organi e/o apparati.
Occorre dimostrare, con esami del sangue e colture, che la malattia non è causata da un’infezione.
Le colture del sangue, dei tessuti o della vagina nelle ragazze che hanno le mestruazioni dovrebbero essere sempre ottenute, ma l’isolamento dello Stafilococco non è necessario per la diagnosi: l’isolamento del batterio è osservato solo nel 5% dei casi.
Il continuo controllo della funzionalità di rene, fegato, midollo osseo, cuore e polmoni è indispensabile.
Indagini strumentali (RM e TC) sono necessarie in caso di ischemia o edema cerebrale.
La Toxic-Shock-like Syndrome o Streptococcal Toxic Shock Syndrome (STSS) è una variante molto simile alla sindrome da shock tossico (TSS)
Essa è causata dalla tossina eritrogenica di tipo A prodotta da un tipo di Streptoccoco, il beta emolitico A (SBEA). La porta di entrata è di solito un’infezione della pelle che si diffonde rapidamente.
La sindrome da shock tossico streptoccocica causa più frequentemente morte delle cellule dei tessuti molli, rash eritemato-maculo-papuloso generalizzato, problemi di coagulazione del sangue e danno al fegato, mentre la sindrome da shock tossico stafilococcica causa più frequentemente vomito, diarrea, esantema scarlattiniforme diffuso, arrossamento delle mucose, confusione mentale, trombocitopenia.
La Malattia di Kawasaki presenta diversi aspetti in comune con la sindrome da shock tossico ma di solito è meno grave
Entrambe si associano a febbre che non si abbassa con terapia antibiotica, arrossamento delle mucose ed esantema eritematoso e relativa desquamazione.
Molti sintomi della sindrome da shock tossico sono comunque rari o assenti nella Malattia di Kawasaki compresi dolore muscolare diffuso, vomito, dolore addominale, diarrea, bassa pressione del sangue e shock.
La Sindrome infiammatoria multisistema pediatrica COVID-19 correlata:
Sindrome infiammatoria che coinvolge più organi caratterizzata da febbre, shock, infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite), dolore addominale, quadro clinico simile alla malattia di Kawasaki.
La positività ai test per COVID-19 è stata osservata in una parte, ma non nella totalità di pazienti con questa sindrome clinica.
La Febbre delle montagne rocciose: causata dalla Rickettsia rickettsii, viene trasmessa dalle zecche ixodidae. I sintomi fondamentali sono febbre alta, cefalea grave e rash.
I pazienti con sospetta sindrome da shock tossico vanno immediatamente ricoverati e sottoposti a cure intensive per effettuare una terapia di supporto con infusione endovenosa e vasopressori per aiutare la circolazione del sangue ed eventualmente con intubazione e ventilazione assistita.
È altamente raccomandato a tutti i pazienti il trattamento con antibiotici per via endovenosa.
La terapia antibiotica deve essere prolungata sino a quando il paziente non abbia più febbre , in genere dopo 10-14 giorni.
Nei casi gravi di sindrome da shock tossico da stafilococco che non si sono risolti con la somministrazione di liquidi e farmaci vasopressori, è consigliata la terapia con le immunoglobuline per via endovenosa.
Non è invece raccomandato l’uso di farmaci corticosteroidi.
Per approfondire:
Shock ostruttivo: ecco cosa può comportare questa sindrome