Sintomatologia della balbuzie: sintomi esterni e sintomi interno-personali
La sintomatologia della Balbuzie non va interpretata in maniera univoca ma apre la strada ad almeno due possibili interpretazioni: sintomatologia esterna e sintomatologia interna-personale
Complessa e varia la sintomatologia esterna della balbuzie riguarda alterazioni dei tratti segmentali e soprasegmentali del discorso quali:
- sostituzioni verbale e pronuncia intercisa;
- attacco brusco ed esplosivo della frase;
- forzata accentazione;
- attacco forzato nella produzione delle vocali;
- loro eccessiva durata (prolungamento);
- forzata produzione delle consonanti sia nell’intensità che nella produzione;
- ripetizione di parole o sintagmi (più termini), sillabe o singoli suoni;
- uso di riempitivi (embolofrasie, perifrasie, interiezioni, tipo “cioè, allora, quindi, ecc.);
- pause vocalizzate (cioè…, vero..?, quindi.., ecc.);
- pause all’interno della parola o dei sintagmi.
…ed ancora:
- fissazioni della postura articolare della bocca, sia silenti (blocco tonico), sia sonori (prolungamento di suoni)
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Ed in particolare:
- su consonanti esplosive in cui tipica e la ripetizione (pppppronto..);
- riguardo prolungamenti su consonanti sibilanti (ssssono stato…), o su vocali (aaaaandrò al mare…);
- con pause più o meno lunghe o marcate si accompagnano “BLOCCHI” della fonazione sia all’inizio della frase (..buongiorno…), sia in mezzo (io..mi chiamo..), o in mezzo alla parola (quando…sei venuto..),
Sia le ripetizioni (cloniche) che i blocchi (tonici) si verificano di preferenza all’inizio della frase o della parola, estendendosi tuttavia anche ad altre parti della frase con l’aggravarsi dell’ansia e della tensione interna del soggetto.
Sintomatologia interna-personale della balbuzie
La sintomatologia interna di carattere secondario della balbuzie riguarda, invece, alterazioni del comportamento e degli atteggiamenti che condizionano la sua vita entro frustrazioni e limitazioni che orientano le scelte professionali (lavoro), lo studio, e talvolta la vita affettiva.
Il timore di balbettare “autoproduce” e mantiene il balbuziente in una costante situazione di “difesa relazionale”.
Il sentimento negativo che accompagna i blocchi e le esitazioni, la rinuncia a “comunicare” è vissuta come una “punizione” ingiustificata, una sconfitta che si lega a vissuti interni traumatici.
Il circolo (feedback) negativo dell’auto-ascolto alimenta vissuti negativi, “oscurando” il sé e la fiducia di base.
Il riproporsi, nella continua aspirazione al cambiamento, di ripetute ricadute nelle stesse difficoltà (coazione a ripetere) lo spingono a continui mascheramenti con gli altri, e ad “evitamenti”verbali (uso di sinonimi), parafrasi nel tentativo di evitare il blocco delle parole. Non incontrando la realtà in modo soddisfacente il soggetto ritrova una costante insoddisfazione personale.
“Intrappolato nel conflitto” di desiderare di parlare (sostenuto da una più che buona capacità) ma di non poterlo, o saperlo fare, ogni sua scelta esistenziale rischia di esser fatta in rapporto alla minore necessità di parlare o di affrontare situazioni d’impegno verbale, che non può sostenere.
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