Speleosub del CNSAS, in Sardegna un’esercitazione per la ricerca ed il soccorso di subacquei in pericolo di vita
Cosa accade quando tre speleosub risultano dispersi ed è necessario l’intervento dei soccorritori? In queste situazioni entrano in campo, anzi “in acqua”, gli speleosub del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico CNSAS
Speleosub del CNSAS: l’esercitazione a Cala Luna, in Sardegna
Si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri una complessa esercitazione presso la grotta sommersa della risorgenza sottomarina di Cala Luna, nel territorio del comune di Baunei in Sardegna.
La manovra di soccorso ha avuto inizio intorno alle 8:00 e ha impegnato 18 tecnici specializzati nel soccorso speleosubacqueo provenienti da tutta Italia che, suddivisi in squadre, hanno operato su uno scenario di intervento per la ricerca di 3 subacquei dispersi all’interno del dedalo di condotte sotterranee sommerse, che si sviluppano per oltre 3 chilometri, raggiungendo gli oltre 30 metri di profondità.
Le prime squadre hanno provveduto al fissaggio della sagola guida lungo tutto il percorso, una sorta di “filo di Arianna” indispensabile per la progressione in sicurezza in una grotta sommersa, anche in condizioni di scarsa visibilità; inoltre, si è proceduto al posizionamento di bombole di riserva, utili qualora la ricerca si dovesse prolungare ulteriormente.
Le squadre successive si sono alternate nella perlustrazione della cavità e delle varie diramazioni laterali fino all’individuazione dei dispersi.
Le operazioni degli speleosub alla prova dell’aloclino
Le operazioni sono state rese più difficoltose dalla visibilità ridotta generata dell’aloclino, ossia il fenomeno dell’unione di acqua salata con quella dolce che proviene dal fiume sotterraneo del Complesso carsico del Supramonte Orientale.
Le operazioni sono state svolte nel pieno rispetto delle normative anti-COVID-19 e delle linee guida emanate dalla Scuola nazionale tecnici speleosubacquei, appositamente elaborate per operare in sicurezza con specifiche procedure di sanificazione delle attrezzature.
Questo evento rappresenta un esempio di intervento complesso che richiede una sinergia tra diverse specializzazioni e competenze, nonché un importante momento addestrativo per tutti i tecnici intervenuti.
L’esercitazione delle 18 squadre di speleosub nel post del CNSAS Sardegna
“E’ stata la bellissima grotta sommersa della risorgenza di Cala Luna – scrivono dal CNSAS Sardegna – il teatro dell’esercitazione della Commissione Nazionale Speleosubacquea svolta nel weekend appena concluso.
18 tecnici specializzati nel soccorso speleosubacqueo provenienti da tutta Italia, suddivisi in squadre, hanno operato su uno scenario di intervento che ha previsto la ricerca di 3 subacquei dispersi all’interno del dedalo di condotte sotterranee sommerse, che si sviluppano per oltre 3 chilometri, raggiungendo gli oltre 30 metri di profondità.
L’andamento stretto e particolarmente articolato della grotta ha richiesto l’ausilio di attrezzature di supporto alla progressione, quali appositi scooter subacquei, che rendono più rapido l’avanzamento sott’acqua e dei rebreather, sistemi di respirazione subacquea a circuito semi-chiuso e chiuso che consentono di ridurre notevolmente i consumi delle miscele respiratorie.
Le operazioni sono state rese più difficoltose dalla visibilità ridotta generata dell’aloclino, fenomeno dell’unione di acqua salata con quella dolce che proviene dal fiume sotterraneo del Complesso carsico del Supramonte Orientale.
Durante tutte le operazioni sono state osservate scrupolosamente le normative anti-covid e le linee guida emanate dalla Scuola Nazionale Tecnici Speleosubacquei, appositamente elaborate per operare in sicurezza, con specifiche procedure di sanificazione delle attrezzature.
Questo evento ha rappresentato un esempio di intervento complesso che richiede una sinergia tra diverse specializzazioni e competenze, oltre ad essere stato un importante momento addestrativo per tutti i tecnici intervenuti”.
Per approfondire:
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