Sport e defibrillatore, ancora una volta il DAE entra in campo contro l'arresto cardiaco
Ancora una volta la fondamentale importanza della presenza del defibrillatore negli impianti sportivi è sottolineata da un altro caso di arresto cardiaco nel corso di una normalissima partita di calcetto tra amici. Salvo senza la necessità dell’intervento dell’ambulanza il malcapitato giocatore, che è uscito in pochi giorni dall’osservazione dell’ospedale di Padova.
PADOVA – Non ha niente di miracoloso, ma è solo frutto della buona pratica e delle buone iniziative di un gruppo di amici, il salvataggio di un 35enne da un arresto cardiaco. L’uomo, senza conclamate malattie cardiache e che ha sempre sostenuto le visite medico-sportive di prassi, dalle quali non è emersa alcuna controindicazione, è stato colto da un malore tanto acuto quanto inaspettato durante una delle partite di calcetto tra amici.
Si è accasciato al suolo all’improvviso; compagni di squadra e avversari, capendo la gravità della situazione, hanno sospeso immediatamente la partita e mentre qualcuno ha preso il telefono e ha chiamato il 118 altri, altri amici (capaci di effettuare il massaggio cardiaco) hanno provato subito a rianimare l’amico. Grazie al defibrillatore che poco tempo prima la compagnia di appassionati di calcetto aveva acquistato e fatto collocare proprio a bordo campo, pronto all’uso in caso di emergenza, il paziente si è ripreso con respirazione spontanea in pochi minuti.
Se il suo cuore dell’uomo ha ripreso a battere dopo pochi istanti è grazie alla colletta per il defibrillatore e il pronto intervento di chi ha assistito alla scena ed era stato istruito alle manovre salvavita. In questi casi, del resto, intervenire subito è fondamentale.
Sono quindi state la preparazione e il senso civico dei suoi amici, alcuni dei quali hanno partecipato a brevi corsi per imparare la RCP, che hanno salvato la vita dell’uomo colpito da arresto cardiaco. Il fatto che abbia ripreso subito conoscenza mentre l’ambulanza era ancora in viaggio per il target fa capire quanto sia importante l’uso del DAE in queste situazioni. I sanitari del SUEM di Padova, una volta sul posto, hanno deciso comunque di trasportare in ospedale l’uomo, dove è stato tenuto sotto osservazione per tutto il giorno e ha risposto bene alle cure. Il paziente è stato dimesso senza particolari indicazioni, segno che l’episodio di arresto cardiaco era stato superato senza problematiche.
Senza defibrillatore e senza la pronta rianimazione di un astante, il trentacinquenne sarebbe morto, o avrebbe subito gravissimi danni cerebrali da anossia. E’ anche per questo che l’associazione «Padova fa battere il cuore» ha raggiunto un accordo col Comune per installare il maggior numero possibile di defibrillatori in strada.