Stenosi cervicale: definizione, cause, sintomi, diagnosi e trattamento
La stenosi cervicale consiste in un restringimento delle dimensioni del canale vertebrale all’altezza del collo
In questo frangente diminuisce lo spazio a disposizione delle strutture nervose che vi scorrono all’interno e la conseguenza è una pressione sulle radici dei nervi spinali.
Il canale spinale è il condotto della colonna vertebrale che ospita e protegge il midollo spinale: comprende dei fori vertebrali sovrapposti in ciascuna delle 33-34 vertebre che compongono la colonna vertebrale.
La stenosi a livello del rachide cervicale può essere presente dalla nascita, presentandosi quindi come una malformazione congenita, oppure essere acquisita nel tempo.
Insieme alla stenosi lombare, è una delle due forme più comuni di stenosi spinale
Un soggetto che è affetto da stenosi cervicale può alternare periodi in cui manifesta i sintomi in modo molto forte ad altri in cui pare in remissione.
Tuttavia, può essere anche un disturbo persistente, le cui manifestazioni peggiorano gradualmente con il passare del tempo.
Per effettuare una diagnosi della stenosi cervicale ci si rivolge ad un medico, il quale effettuerà l’esame obiettivo, ovvero la valutazione diretta da parte del medico dei sintomi lamentati dal paziente.
L’anamnesi, invece, rappresenta uno studio critico dei sintomi, con domande da parte del medico che mirano ad indagare sullo stato di salute generale del paziente, sulle sue abitudini e sulla sua storia familiare.
Per avere un quadro clinico chiaro il medico però prescrive degli accertamenti strumentali che consentono di avere delle risposte certe sulla presenza o meno di questa condizione.
Sintomi
I sintomi della stenosi cervicale cambiano a seconda delle strutture nervose coinvolte, ma generalmente i soggetti lamentano dolore cervicale (noto anche come cervicalgia), con irradiazione agli arti superiori (ossia la brachialgia, configurandosi così un quadro di cervico-brachialgia), aggravato dal movimento.
Quando il soggetto presenta una stenosi ad uno stadio avanzato può incorrere in una compressione del midollo spinale e nel corso del tempo questa condizione può evolvere in una mielopatia.
Ci sono anche altri sintomi, più rari, avvertiti da molti soggetti affetti da questo problema, come generali sensazioni di intorpidimento, debolezza a braccia e gambe, difficoltà nella deambulazione con eventuale spasticità, disturbi delle funzioni sfinteriche o della funzione sessuale, sensazioni di bruciore e formicolio nelle braccia.
Tra i sintomi della stenosi cervicale può presentarsi anche il segno di Lhermitte, ovvero una sensazione di scossa elettrica avvertita quando il soggetto flette il collo rivolgendo il mento in direzione del petto.
Cause di stenosi cervicale
La stenosi cervicale può essere causata da diversi fattori, ad esempio può essere conseguenza di fenomeni degenerativi alla base dell’artrosi; quindi lo sviluppo di una stenosi cervicale può essere favorito dalle condizioni che causano l’artrosi, ovvero peso in eccesso, posture scorrette, sedentarietà e predisposizione ereditaria.
La causa principale di questa condizione, tuttavia, rimane l’invecchiamento: con l’avanzare dell’età, infatti, le vertebre della colonna subiscono una serie di modificazioni, in particolare il calibro del canale spinale può restringersi e comprimere il midollo spinale.
In questi casi si parla di forma degenerativa e prende il nome, appunto, di stenosi cervicale degenerativa.
Oltre alle cause legate al passare del tempo, ci sono anche degli eventi che aumentano le probabilità di incorrere in stenosi cervicale, in particolare quando il soggetto subisce traumi specifici, come il cosiddetto “colpo di frusta”, ossia un violento movimento di contraccolpo del collo che si subisce in seguito, solitamente, ad un tamponamento. Altre cause comprendono l’ernia del disco e la spondilolistesi, cioè una condizione nella quale una vertebra scivola in avanti rispetto a quella sottostante.
Infine ci sono altre patologie che predispongono al restringimento del canale vertebrale come:
- il morbo di Paget dell’osso, patologia del rimodellamento osseo che causa deformità scheletriche in varie settori del corpo umano, compresi la colonna vertebrale e il canale spinale;
- l’artrite reumatoide;
- la scoliosi del rachide cervicale.
Diagnosi
In base ai sintomi comunicati al medico, quest’ultimo potrà ritenere opportuno richiedere degli esami di diagnostica per immagini (radiografia convenzionale, tomografia assiale computerizzata e risonanza magnetica nucleare) e test neurofisiologici per confermare la presenza e il grado di coinvolgimento della radice spinale.
Per diagnosticare la stenosi cervicale infatti l’approfondimento migliore è la Risonanza Magnetica cervicale, che consente di ottenere tutte le informazioni sullo stadio della patologia, sullo stato della compressione (anteriore o posteriore), su una eventuale condizione di ipertrofia dei legamenti, sulla presenza o meno di protrusioni o ernie discali e di verificare un eventuale danno midollare.
La TC cervicale invece fornisce ulteriori informazioni sulla componente ossea.
I raggi X alla colonna vertebrale consentono di analizzare le vertebre e di riconoscere eventuali alterazioni anatomiche a loro carico (ad esempio osteofiti).
La risonanza magnetica alla colonna vertebrale, invece, analizza nei dettagli i tessuti molli e i tessuti duri dell’area anatomica indagata.
È un test efficace per verificare le conseguenze, a livello vertebrale, dell’invecchiamento e dell’artrosi, e nel diagnosticare ernie discali.
Infine la TAC alla colonna vertebrale fornisce immagini tridimensionali e ricche di dettagli dell’area anatomica di interesse.
La mielografia tramite i raggi X e un mezzo di contrasto radio-opaco consente di analizzare in modo dettagliato il midollo spinale, i nervi spinali e gli altri tessuti presenti nel canale spinale.
In pratica permette di diagnosticare con precisione se c’è una sofferenza del midollo spinale o dei nervi spinali dovuta a una stenosi cervicale.
Inoltre il medico potrebbe richiedere accertamenti neurofisiologici come l’elettromiografia, i potenziali evocati somato-sensoriali e/o i potenziali evocati motori per documentare il grado di sofferenza nervosa delle radici nervose e del midollo spinale.
Trattamento
Nei pazienti con una stenosi lieve che presentano quindi sintomi leggeri è indicato un trattamento conservativo che prevede sedute di fisioterapia e l’assunzione di farmaci.
In particolare, per dare sollievo dai sintomi, è possibile ricorrere temporaneamente a farmaci antidolorifici e antinfiammatori non steroidei (FANS) per la gestione del dolore (o corticosteroidi quando i FANS non hanno avuto alcun successo) indicati dal medico.
Il riposo funzionale, ossia l’astensione da tutte quelle attività o movimenti che evocano dolore, è sempre consigliabile quando si tratta un problema di questo tipo, in particolare quando nel soggetto è riscontrata anche la radicolopatia (ovvero attrito delle radici nervose più basse): in questo caso è necessario che il collo venga mantenuto a riposo e potrebbe aiutare indossare un collare ortopedico morbido.
Nei casi più gravi, invece, è comune procedere con un intervento di decompressione chirurgica e laminectomia cervicale, soprattutto se il problema interessa il midollo spinale.
L’intervento chirurgico è di fatti indicato nei pazienti che presentano stenosi di livelli seri, che causano anche disturbi neurologici.
Per decomprimere il canale vertebrale è possibile eseguire un approccio anteriore, posteriore o combinato, a seconda che la compressione midollare prevalga sul lato anteriore, su quello posteriore oppure su entrambi.
Tramite l’approccio anteriore è possibile rimuovere la compressione sulla radice nervosa consentendo di stabilizzare la colonna cervicale.
L’approccio posteriore invece prevede di eseguire un’incisione mediana posteriore cervicale di circa 15 centimetri.
Si procede poi a scollare bilateralmente la muscolatura paravertebrale giungendo sulle lamine quindi il chirurgo valuta se asportare completamente le lamine oppure procedere con una laminotomia “open-door” sezionando quindi le lamine solo da un lato consentendo così la loro apertura in blocco.
Nell’approccio combinato invece la decompressione viene eseguita anteriormente e posteriormente.
In base a fattori quali l’età, le condizioni generali del paziente e il numero dei livelli da decomprimere, si può anche valutare di eseguire il doppio intervento in un’unica seduta operatoria altrimenti si procede in due tempi successivi.
Stenosi cervicale, la prognosi
In genere, se il soggetto affetto da stenosi cervicale dai sintomi lievi o moderati segue una terapia conservativa non subisce peggioramenti.
La stessa cosa accade per i pazienti che necessitano della chirurgia; ciò vuol dire che i rimedi chirurgici sono efficaci, seppure con una percentuale di complicanze chirurgiche.
L’intervento chirurgico si esegue per prevenire peggioramenti o complicanze che portano verso quadri neurologici ancora più invalidanti, ma, per quanto riguarda il recupero dei disturbi neurologici preoperatori, c’è sempre una percentuale di incertezza sulle aspettative per i pazienti.
Nei casi in cui la stenosi sia stata complicata da danno al midollo, si hanno purtroppo margini di miglioramento molto scarsi ma ovviamente questo cambia da paziente a paziente, dalle caratteristiche di ciascuno, dalla qualità e dal grado di adesione del paziente all’iter riabilitativo.
La stenosi lombare deve essere trattata accuratamente perchè se arriva a livelli molto gravi può avere ripercussioni sulla funzione intestinale e vescicale, portando ad una perdita di controllo dello sfintere anale e/o vescicale.
Inoltre, sempre quando è molto grave, può associarsi a paraplegia, ovvero a una compromissione motoria e/o sensoriale della parte inferiore del corpo, tutte complicanze che regrediscono difficilmente dopo un intervento di decompressione cervicale.
Prevenzione della stenosi cervicale
Prevenire una condizione come la stenosi cervicale è difficile, se non impossibile quando è correlata all’invecchiamento.
Ci sono però dei comportamenti virtuosi che, se adottati scrupolosamente, proteggono la colonna vertebrale e ritardano eventuali patologie che la riguardano, comprese le varie forme di stenosi spinali. Cosa fare?
- Adottare una postura corretta da seduti.
- Sollevare carichi pesanti con la giusta tecnica (questo previene anche ernie discali).
- Adottare uno stile di vita sano, ovvero una dieta equilibrata (obesità e diabete sono comprovati fattori di rischio di stenosi cervicale).
- Non fumare.
Per approfondire
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