Terapie per la cura della prostatite
La prostatite è un’infiammazione a carico della ghiandola prostatica, interessa dal 30% al 50% degli uomini sessualmente attivi e in genere colpisce coloro che non hanno ancora raggiunto i cinquant’anni
Stabilito il tipo di prostatite di cui si soffre, è possibile delineare l’appropriata cura che può essere di tipo farmacologico, fisioterapico e, raramente, chirurgico.
Il trattamento della Prostatite Acuta
Per la forma acuta è necessario un intervento intensivo d’urgenza con antibiotici e antinfiammatori, perché l’infiammazione può degenerare in pelviperitonite o in setticemia.
Individuato l’agente infettante si procederà, in base all’antibiogramma richiesto, con la molecola farmacologica antibiotica più idonea per debellare l’infezione.
La terapia, che generalmente è effettuata in ospedale, è accompagnata da un particolare regime dietetico, mirato a garantire sia un adeguato apporto nutrizionale sia un’alta assunzione di liquidi.
I liquidi, infatti, eliminati con l’urina detossificano e lavano l’area.
Risolta la fase acuta, è necessario passare a un’articolata terapia ricostitutiva a medio termine, caratteristica delle altre due forme.
Questo tipo di terapia è mirata a:
- Potenziare e riequilibrare le difese immunitarie dell’organismo e della zona prostatica;
- Ridurre l’entità dell’infiammazione e del dolore associato;
- Regolare la composizione dell’urina;
- Eliminare l’infezione batterica in corso;
- Rilassare la muscolatura pelvica.
La prostatite acuta risulterà debellata, dal punto di vista infiammatorio, se il dosaggio dell’interleuchina 8, nel liquido seminale, avrà valori nella norma (31,2 pg/mL in relazione al Kit utilizzato).
Prostatite Batterica
La terapia per le prostatiti batteriche si basa principalmente dapprima sulla terapia antibiotica associata a terapia antiflogistica e ad una dieta alimentare con uno stile di vita adeguato.
In caso di resistenza batterica si può eseguire anche una terapia infiltrativa prostatica eco – guidata in modo da portare all’interno del parenchima prostatico la terapia antibiotica e flogistica.
La terapia infiltrativa consiste nel portare per via transperineale, previa anestesia locale del pavimento pelvico, un forte anti-flogistico, come il Cortisone, all’interno del tessuto prostatico.
Al cortisone viene generalmente associato anche un preparato misto di antibiotici, (in base al risultato dlel’antibiogramma eseguito) affinché venga debellata sia l’infezione sia l’infiammazione del tessuto prostatico.
Si prevedono di norma, 3 o 4 infiltrazioni per via transperineale a distanza di circa 7-10 giorni l’una dall’altra anche se la sintomatologia dovesse scemare di intensità.
Inoltre, per diminuire il processo flogistico, si possono eseguire anche dei cicli di massaggi prostatici.
Questi ultimi si stanno diffondendo molto in questi anni, trovano le loro origini in Giappone.
Un tempo si pensava che il massaggio prostatico rendesse l’uomo più abile nel ‘coito’e pertanto i sultani di Oriente ne facevano molto uso.
Infatti la medicina orientale non ha tardato ad accorgersi che questo tipo di massaggio poteva essere utile non solo al piacere erotico ma anche ad eliminare i residui che si depositano nella ghiandola prostatica diminuendo la pressione sull’uretra e favorendo una funzione vescicale adeguata.
Infatti quando vi è un processo infiammatorio all’interno della ghiandola prostatica, queste infezioni non provocano altro che una occlusione dei liquidi all’interno dell’organo.
La ghiandola prostatica, di conseguenza, si ingrandisce favorendo l’irritazione delle terminazioni nervose e producendo quindi la sensazione di dolore, di conseguenza anche i livelli del testosterone diminuiscono (calo del desiderio sessuale), quindi il massaggio prostatico tende ad effettuare un’azione drenante dei dotti prostatici ostruiti, incrementa la secrezione degli acini e dei dotti prostatici, favorendo il ripristino di una circolazione sanguigna adeguata al fine di combattere al meglio i processi infettivi.
Come curare la Prostatite Cronica
In questa Sindrome sono varie le forme di trattamento:
- Stile di vita e Alimentazione corretta (vedi link dieta e stile di vita);
- Terapia farmacologia, basata su miorilassanti, antidolorifici, antidepressivi non ipnotici, alfa-litici;
- Riabilitazione del piano perineale e rilasciamento del pavimento pelvico;
- Terapia manuale (massaggio di Thiele) e conoscenza del protocollo di Stanford con rilasciamento e desensibilizzazione dei trigger point;
- Elettrostimolazione e neuromodulazioni non invasive;
- L’agopuntura;
- Iniezioni di tossina botulinica nei muscoli coinvolti;
- Impianto di un neuromodulatore sacrale.
Prostatite a-batterica
La prostatite a-batterica, denominata anche sindrome da dolore pelvico, si ritiene sia prodotta da un disordine neuromuscolare legato alla postatite.
In questo caso la terapia consisterebbe in una rieducazione del pavimento pelvico.
Inoltre la prostatite a-batterica risponde molto bene alla terapia farmacologica.
L’alimentazione per la Prostatite
Il regime dietetico che accompagna la terapia è caratterizzato da scelte nutrizionali che riducano i cibi troppo elaborati e poco digeribili.
Sono, cioè, preferibili i cibi freschi e completi, cucinati in maniera non elaborata.
È, quindi, importante consumare un’adeguata quantità di frutta e verdura, di prodotti da grano integrale, pesce e carne, olio di oliva extravergine, evitando i fritti e i cibi che inducono allergie o intolleranze.
È fondamentale bere molta acqua (in media 2-3 litri al giorno), per depurare e idratare l’organismo e per mantenere alta la diuresi, l’attività depurativa renale.
Un buon livello di depurazione è segnalata da un’urina chiara, quasi trasparente.
Trattamento chirurgico
Il ricorso alla terapia chirurgica avviene soltanto in casi particolari, nei quali la terapia farmacologica non ha avuto successo o non è applicabile e nei casi in cui il canale urinario risulta ostruito.
La chirurgia può implicare un’incisione nel tessuto infiammato o l’asportazione dell’organo.
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