Trauma cranico nel bambino: come deve intervenire il comune cittadino in attesa dei soccorritori

Il trauma cranico del bambino è la principale causa di morte in età pediatrica, ci dicono i pediatri: in età evolutiva un paziente su dieci accede alle strutture ospedaliere per questo motivo

Va da sé che non soltanto i soccorritori, ma anche il comune cittadino debba avere nozioni elementari sull’argomento, e debba sapere almeno per sommi capi cosa fare e cosa non fare quando si dovesse imbattere in questa situazione.

Il trauma cranico nel bambino: qualche nozione

E’ noto che i bambini tendano ad avere delle ossa ed un fisico più “molle”, e questo influenza l’argomento in questione.

Un bambino che ha subito un trauma cranico può essere vittima di due diverse tipologie di questa ferita: una superficiale che non ha penetrato o rotto il teschio, ed una grave che riguarda un emorragia cerebrale con aggiunta perforazione del teschio.

In entrambi i casi questi danni possono essere lievi, moderati o gravi.

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In entrambi i casi, visto anche il comportamento che può avere un bambino, è bene osservare questi sintomi:

  • Sguardo confuso, non focalizzato.
  • Mancanza di risposta ad eventuali stimoli vocali / pizzichi fisici.
  • Perdita temporanea dei sensi.
  • Non riesce a riconoscere il luogo, amici o familiari.
  • Inizia ad avere crisi di pianto tempo dopo aver ottenuto la ferita.
  • Vomita all’improvviso e più d’una sola volta.
  • Una delle pupille è fondamentalmente dilatata.
  • Non riesce a camminare dritto, ha difficoltà a stare in piedi.
  • E’ pallido ed ha una sudorazione fredda.
  • Non riesce a parlare in maniera sensata.
  • Ammette di aver mal di testa molto forte, è inconsolabile

Molti di questi sintomi sono comuni con un trauma cranico moderato o grave, per il quale è far chiamare immediatamente il 118 o portare il bambino in ospedale.

Ma ovviamente bisogna sempre privilegiare il primo soccorso al bambino, facendo attenzione a controllare se non siano presenti altre fratture che interessano il collo o altre zone simili.

Trauma cranico nel bambino, una volta fatto ciò, si può procedere a

  • Controllare se non vi sono ferite sanguinanti o altre emorragie superficiali. In tal caso bisogna applicare un panno bagnato o del ghiaccio (in tal caso bisogna sempre avvolgerlo in un panno). In caso di ferite lievi o semplici contusioni, basta applicare il panno per 20 minuti ogni ora, altrimenti l’applicazione è bene che sia più continuata.
  • Elevare le gambe e mantenere il bambino disteso, mantenendo la testa dritta.
  • Se vi sono oggetti che limitano la circolazione sanguigna (orologi, particolari accessori d’abbigliamento) è bene sempre slacciarli o rimuoverli.
  • Assicurare il bambino che andrà tutto bene, calmandolo emozionalmente, cercando nel frattempo di capire in base alle sue risposte l’entità della ferita. Questi momenti possono essere anche utili a tenerlo cosciente e fare in modo di chiamare i genitori o il guardiano legale, nei limiti del possibile.

Va ricordato che a meno che non sia particolarmente necessario (ad esempio, in una zona trafficata o uno scenario di incendio o di fuga di gas) il bambino non va spostato.

Può risultare facile visto che non peserà molto, ma specialmente in caso di emorragie interne (o altre ossa fratturate) questo gesto può comportare conseguenze anche fatali.

Naturalmente se il bambino non è cosciente, non vi è battito e non respira, bisogna immediatamente apportare tutte le dovute precauzioni per effettuare la rianimazione.

In caso di perdita dei sensi, è importante che il battito ed il respiro sia presente, e se il bambino non reagisce entro un quarto d’ora va chiamato urgentemente il 118.

Un trauma cranico di moderata entità risulterà al massimo in qualche rigonfiamento della cute del bambino, con ovviamente la presenza d’un livido rosso/violaceo

In questo caso il bambino può essere perlopiù cosciente ed in grado di muoversi, anche se può ancora presentare del vomito improvviso o altri sintomi più lievi.

Va sempre in questo caso l’uso d’un panno con ghiaccio o umido.

Al seguito poi del ricongiungimento con i genitori o con i parenti responsabili della custodia del bambino, è bene che quest’ultimi portino comunque il piccolo ad una visita medica per assicurarsi che sia tutto a posto.

Si può usare il test GSC sui bambini?

In genere per le vittime dei traumi cranici si può effettuare il GSC (Glasgow Coma Scale) che include dei piccoli test che riguardano stimolazioni motorie, verbali o semplicemente di reazione.

Conoscendo i bambini però, non sempre questo test è particolarmente efficace.

Bisogna perciò applicarlo con a coscienza del fatto che il bimbo sul momento può reagire in maniera comunque non coordinata, piangere o andare nel panico.

Per questo è molto importante invece rassicurarlo e tenerlo sereno, anche durante l’applicazione del primo soccorso.

Stabilendo una certa calma sarà possibile anche capire l’effettiva entità delle ferite apportate dal trauma, anche se non è sempre facile.

Alla fin dei conti è sempre dovere dei medici del 118 constatare se effettivamente il bambino è fuori pericolo.

Ma specialmente nelle sue reazioni immediate, si potrà sempre capire almeno in buon parte l’entità della sua ferita.

Per approfondire:

Cisti ossee nei bambini, il primo segnale può essere una frattura ‘patologica’

Cosa si intende per trauma e come si interviene da normali cittadini? Qualche informazione su cosa fare e su cosa non fare

Trattamento del Trauma Cranico Severo in Area Urbana, CASE REPORT

Emergenza in pediatria, Castelli (Bambino Gesù): “Trauma cranico principale causa di morte in età evolutiva”

Fonte dell’articolo:

https://www.rch.org.au/kidsinfo/fact_sheets/Head_injury/

https://kidshealth.org/en/parents/head-injury.html

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