Tubercolina: test cutaneo nello screening per l’individuazione della tubercolosi (TBC)
Il test cutaneo della tubercolina è considerato il mezzo di screening principale per individuare l’infezione da tubercolosi (TBC)
La tubercolina è una frazione proteica del bacillo tubercolare che provoca nell’organismo una risposta immunitaria ritardata.
Quando si esegue il test della tubercolina
Il test della tubercolina si esegue ogni qualvolta si vuole conoscere se c’è stato un precedente contatto con il Mycobacterium Tubercolosis, responsabile della tubercolosi: una reazione positiva indica che il soggetto in esame ha avuto un precedente contatto con il batterio della tubercolosi, ciò non sempre equivale ad essere ammalati.
È solitamente ritenuto adeguato come test di screening iniziale nei soggetti asintomatici ed è consigliato a:
- chi ha trascorso del tempo con una persona affetta da TBC in fase contagiosa
- chi vive in luoghi e paesi dove la TBC è molto diffusa
- chi fa uso di stupefacenti per via endovenosa, negli immunodepressi e in coloro che hanno un’infezione da HIV.
Nell’ambito di appositi programmi di prevenzione il test viene eseguito anche agli alunni delle scuole elementari e medie e al personale degli ospedali.
Come si esegue il test della tubercolina
Dopo aver disinfettato accuratamente la cute, si inietta nel derma della superficie volare dell’avambraccio, 1/10 ml di tubercolina con una siringa da insulina e conseguente ago sottilissimo.
L’iniezione, non dolorosa, provoca un rilevamento pomfoide sulla cute che non va strofinato né coperto con cerotto per evitare possibili allergie cutanee che altererebbero il test e che, lentamente, si riassorbe (intradermoreazione alla Mantoux).
Inoltre nella zona di inoculazione non bisogna lavarsi né grattarsi.
Oltre all’intradermoreazione alla Mantoux, può essere utilizzato anche un test preconfezionato chiamato ‘tine test’, costituito da un dischetto di plastica con quattro punte imbevute di tubercolina che viene applicato come un timbro nella stessa zona del braccio dell’intradermoreazione alla Mantoux.
Per il risultato del test si attende la risposta cutanea, che si manifesta dopo 48/72 ore dall’inoculazione e che, in caso di positività, provoca un’area di cute indurita, papula, circondata da un’eritema di grandezza variabile.
Come si interpretano i risultati del test della tubercolina
La reazione viene classificata come:
- negativa: se l’indurimento dermico in corrispondenza della zona dell’inoculo è inferiore a 2 mm di diametro;
- dubbia: se l’indurimento dermico va da 2 a 4 mm di diametro;
- positiva: se l’indurimento dermico è uguale o superiore a 5 mm di diametro.
- intensamente positiva: se la papula si necrotizza centralmente.
Il risultato positivo del test alla tubercolina usualmente indica che il paziente è venuto in contatto con il bacillo tubercolare, ma non che vi è al momento uno stato di malattia attiva: infatti la positività del test corrisponde ad una memoria immunologica che ci informa che in un momento della nostra vita, generalmente in età scolare, siamo venuti a contatto con il bacillo.
Per sapere, invece, se c’è uno stato di malattia bisognerà approfondire la diagnosi con ulteriori accertamenti, primo fra tutti una radiografia del torace.
La negatività del test ci dice che l’organismo non è mai venuto in contatto con il bacillo tubercolare: in tal caso è possibile vaccinarsi
La vaccinazione, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, “è obbligatoria per il personale sanitario, studenti in medicina, allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti oppure che operi in ambienti ad alto rischio e non possa, in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni all’uso di farmaci specifici”.
Il test è innocuo e, nella maggior parte dei casi, non provoca alcun effetto collaterale: solo in alcuni casi di reazione intensamente positiva può esserci gonfiore, indolenzimento, qualche linea di febbre e necrosi centrale del pomfo.
Il gonfiore regredisce spontaneamente entro 2-3 settimane.
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