Tumori cardiaci, una panoramica sulle neoplasie benigne e maligne
Per quanto non se ne parli molto, esistono anche i tumori cardiaci: sono estremamente rari, hanno un’incidenza che si aggira intorno allo 0.2% rispetto agli altri casi oncologici
Anche i tumori cardiaci si distinguono in benigni e maligni, come i primitivi; i metastatici invece sono sempre maligni.
I tumori cardiaci primitivi si sviluppano nel muscolo cardiaco, e generalmente sono benigni
Compaiono in 1 soggetto su 2000.
I tumori cardiaci metastatici si svilupperanno in un altro organo e si estenderanno al cuore; questi tumori tenderanno a partire dai polmoni e saranno sempre maligni.
In generale però si presentano con più frequenza i tumori cardiaci benigni rispetto ai maligni.
I mixomi cardiaci ne rappresentano la stragrande maggioranza
I mixomi sono collocati nelle cavità atriali destra e sinistra, si presentano però con maggiore incidenza nell’atrio sinistro e prenderanno il nome di mixoma atriale.
I mixomi vengono generalmente diagnosticati verso i 50 anni. Ad esserne colpite maggiormente sono soprattutto le donne, con un incidenza di ben 4 volte superiore rispetto agli uomini.
Questo tipo di tumore benigno suscita curiosità non solo per l’elevata pericolosità clinica ma anche per la loro origine rimasta sconosciuta fino a pochi anni fa.
Si è scoperto che si originano da cellule staminali del cuore modificate che portano alla formazione del mixoma.
Il mixoma ha forma tondeggiante o forma di massa villosa tendenzialmente gelatinosa con una base d’impianto sessile o peduncolata, occuperà la cavità dell’atrio in cui è collocato e prenderà il nome di mixoma atriale.
Il mixoma atriale, viene generalmente considerato una neoplasia benigna in quanto ha un basso livello di invasività locale e non presenta metastasi. Questa tendenza benigna potrebbe portare a sottostimare il rischio clinico che potrebbe esserci per il paziente.
I tumori benigni possono essere mortali come quelli maligni se interferiscono con la funzionalità cardiaca
Data la loro posizione anatomica, i mixomi atriali possono scatenare diversi quadri clinici fino a diventare letali per via del loro modo di originarsi e per le conseguenze collegate al flusso sanguigno.
Potrebbe accadere che la massa potrebbe non essere rilevata e il paziente resti asintomatico, per via delle piccole dimensioni della massa; verrà in questi casi rilevato in seguito a delle ecocardiografie ‘occasionali’.
All’ingrandirsi delle dimensioni della massa, inizieranno a presentarsi interferenze con l’attività del cuore.
Il mixoma potrebbe arrivare ad occludere parzialmente la valvola mitrale, vi saranno quindi sintomi simili alla stenosi valvolare mitralica che provocherà difficoltà respiratorie; in fase diastolica potrebbe venir trascinato dal flusso sanguigno e potrebbe, a seconda delle sue dimensioni, ostacolare l’orifizio atrioventricolare causando un blocco della circolazione e provocando quindi svenimenti.
Negli stadi più avanzati, potrebbe esserci la frammentazione della massa o potrebbero esserci trombi che vanno a sovrapporsi al tumore, con la pressione del cuore potrebbero entrare in circolo causando occlusioni periferiche.
Tra i sintomi, ci saranno: debolezza e spossatezza, inappetenza e dimagrimento, anemia e febbre.
La diagnosi si avrà con l’ecocardiografia trans-toracica, con la Tac e la risonanza magnetica si avranno diagnosi ottimali nelle forme tumorali maligne.
Con l’ecocolordoppler cardiaco si vedranno le dimensioni del tumore, le lesioni e l’impatto che andranno ad avere sul flusso sanguigno.
Sarà possibile rilevare quindi l’ostruzione che la lesione provocherà alle valvole atrioventricolari calcolando i gradienti transvalvolari e i parametri indiretti che ci daranno le informazioni necessari per le procedure chirurgiche e soprattutto sulle tempistiche dell’intervento.
La terapia dei mixomi è soprattutto chirurgica, e sarà risolutiva nei casi di tumore benigno con mixoma.
Si procederà ad eseguire l’intervento con anestesia generale e ricorrendo alla circolazione extracorporea; si andrà ad arrestare temporaneamente il cuore così che il chirurgo possa accedere alla cavità cardiaca contenete la massa.
Il mixoma, si presenterà prevalentemente nell’atrio sinistro, per cui si ricorrerà ad atriotomia sinistra; si inciderà l’atrio aprendolo, si procederà così all’asporto della massa assicurandosi che venga rimosso tutto il tessuto visibile.
Una volta eliminata la massa si chiuderà l’atrio, verrà espulsa l’aria presente nelle cavità cardiache e si procederà a staccare il paziente dalla macchina della circolazione extra corporea quando il cuore avrà ripreso autonomamente la sua attività di pompaggio.
La prognosi è ottima e i rischi di recidiva molto bassi. Quando la massa sarà stata rimossa, il paziente non dovrà seguire alcuna terapia e potrà ritornare alle sue normali attività quotidiane.
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