Tumori della pelle, dall’auto ispezione ai controlli annuali: l’importanza della prevenzione
Quando parliamo di tumori della pelle ci riferiamo a un vasto gruppo di tumori, che occupano varie sedi della nostra pelle e hanno decorsi differenti. Avere accesso a una corretta informazione in materia di prevenzione è importante, per sapere come e quando programmare i controlli e consentire allo specialista di intervenire tempestivamente quando il tumore è ancora ai primi stadi.
Ne parliamo con il professor Riccardo Borroni, dell’Unità operativa di Dermatologia in Humanitas e docente di Humanitas University.
Tumori della pelle, il melanoma: una neoplasia aggressiva
Il melanoma si sviluppa dai melanociti, le cellule che producono la melanina, ed è un tumore molto aggressivo.
Se viene diagnosticato nei primi stadi è facilmente curabile chirurgicamente, se la diagnosi è tardiva il rischio di metastatizzazione può essere elevato, il trattamento è più complesso e la prognosi incerta.
Nella maggioranza dei casi (70% circa) il melanoma si presenta laddove, sulla pelle non era presente alcun nevo, e il suo aspetto può essere indistinguibile da quello di un nevo.
Le zone maggiormente interessate sono sicuramente quelle più esposte alle radiazioni ultraviolette, dunque alla luce del sole o delle lampade abbronzanti, anche se il melanoma può insorgere in qualsiasi superficie della pelle e delle mucose.
Le raccomandazioni per l’auto-ispezione consistono nella regola dell’ABCDEEE, ovvero controllando: asimmetria, perché i nei, al contrario dei melanomi, sono per lo più simmetrici; bordi, regolari nel neo e irregolari nel melanoma; colore, che è in genere uniforme nel neo e più variegato nel melanoma; diametro, che in un neo normale non supera i 6 mm; evoluzione, ossia la modificazione di una di queste caratteristiche nell’arco di poche settimane o mesi; elevazione, rispetto alla superficie cutanea, di una parte o di tutto il nevo, e infine emorragia spontanea, cioè sanguinamento che non sia provocato da un traumatismo involontario.
L’incidenza del melanoma è in aumento, in particolare tra gli individui di età inferiore ai quarant’anni, dunque la prevenzione è davvero fondamentale.
Tumori basocellulari: un campanello d’allarme della pelle per la sovraesposizione ai raggi UV
Se il melanoma è il tumore epiteliale più aggressivo, il carcinoma basocellulare e il carcinoma squamocellulare (o spinocellulare) sono i più comuni tumori cutanei.
Il carcinoma basocellulare (o basalioma, o epitelioma basocellulare) è nell’essere umano il tumore in assoluto più frequente.
Questi tumori più comunemente si formano sul viso, maggiormente esposto alla luce del sole o alle radiazioni delle lampade abbronzanti, e prediligono gli individui appartenenti ai fototipi I e II, dunque con la pelle e i capelli chiari.
Più nello specifico, i tumori basocellulari hanno l’aspetto di piccoli noduli o chiazze rosa chiaro, colpiscono soprattutto individui sopra i cinquant’anni e prediligono la pelle del viso, nelle zone del naso e delle palpebre, ma anche del collo e del tronco.
Spesso danno segno di sé sotto forma di una piccola crosta che sembra guarire, ma che tende a ripresentarsi in quel punto.
Si tratta di un tumore dalla prognosi generalmente favorevole, che non tende a diffondersi in altri organi, e nella maggior parte dei casi risolvibile con un piccolo intervento chirurgico.
Nel caso di basaliomi superficiali, possono essere indicate terapie non invasive, come l’utilizzo di imiquimod, un farmaco che applicato sotto forma di crema attiva il sistema immunitario a debellare le cellule malate, e la terapia fotodinamica.
Quest’ultima consiste nell’applicazione di un farmaco (aminolevulinato) sull’area affetta, e alla sua successiva attivazione mediante l’esposizione ad una sorgente luminosa.
Nelle rare forme di carcinoma basocellulare localmente avanzato, cioè quando le dimensioni e la sede anatomica del tumore non ne consentano l’asportazione chirurgica radicale, o nei casi eccezionali di carcinoma basocellulare metastatico, si può ricorrere alla radioterapia o alla terapia sistemica con vismodegib o sonidegib.
Chi sviluppa un basalioma deve prestare particolare attenzione allo stato della sua pelle, perché potrebbe essere il primo campanello d’allarme di una eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti e, dunque, del rischio di sviluppare altri tumori cutanei.
Il carcinoma squamocellulare: tra i tumori della pelle più insidiosi
Anche i carcinomi squamocellulari si sviluppano dai cheratinociti dell’epidermide e, a differenza dei basaliomi, possono avere un corso più aggressivo e, seppur raramente, metastatizzare.
Hanno l’aspetto di noduli talvolta ulcerati.
Se il rischio è sempre legato ai fototipi I e II (dunque fototipi chiari, capelli biondi o rossi, pelle chiara, occhi azzurri o verdi), la loro formazione invece non è necessariamente legata all’esposizione ai raggi ultravioletti e pertanto possono interessare qualsiasi zona della superficie cutanea e delle mucose.
Un rilevante fattore di rischio è rappresentato dalle terapie immunosoppressive, nonché dalla presenza di Papilloma virus (HPV), che possono favorire l’insorgenza di questo tipo di carcinomi anche livello di genitali e cavo orale.
Il trattamento di prima scelta del carcinoma squamocellulare è rappresentato dalla chirurgia.
Per il carcinoma squamocellulare in situ, ciò non ancora invasivo (anche chiamato “morbo di Bowen”) una valida opzione è la terapia fotodinamica.
In molti casi l’insorgenza del carcinoma squamocellualre invasivo è preceduta da lesioni precancerose, le cheratosi attiniche, che si manifestano come piccole macchie o chiazze eritematose, ruvide al tatto, nelle sedi cronicamente esposte alla luce del sole: il cuoio capelluto, i padiglioni auricolari, la fronte, il dorso del naso, gli zigomi, il dorso degli avambracci e delle mani.
Anche le cheratosi attiniche (o cheratosi solari) sono causate appunto dall’esposizione ai raggi ultravioletti e sono considerati una forma non invasiva di carcinoma squamocellulare.
Possono avvalersi di terapie topiche, compresi l’imiquimod, il 5-fluorouracile, il diclofenac e la terapia fotodinamica.