Ustione di primo, secondo, terzo e quarto grado: caratteristiche e modalità di intervento
Se si interviene in emergenza è fondamentale saper classificare un’ustione, e saperne comunicare la gravità. Bisogna anche conoscerne le differenze, a seconda del grado
E’ infatti importante essere consapevoli che un certo grado di ustione determinerà uno stato di shock, e che questo potrebbe influire sulla funzionalità cardiaca.
L’ustione è una lesione dei tessuti tegumentari (pelle ed annessi cutanei) provocata dall’azione di calore, sostanze chimiche, corrente elettrica o radiazioni.
Possono essere di varia entità secondo l’intensità della temperatura, la durata del contatto e lo stato fisico della sostanza ustionante (solida, liquida o gassosa); in relazione alla gravità vengono distinte in gruppi:
1) Ustioni di primo grado (ustione epidermica o superficiale)
Le ustioni di primo grado, anche chiamate epidermiche o superficiali, sono le più lievi perché la lesione è limitata allo strato più superficiale della pelle; determinano la comparsa sulla cute di un semplice arrossamento (eritema) accompagnato da un dolore bruciante ma sopportabile e guariscono spontaneamente e rapidamente senza lasciare cicatrici sulla pelle.
2) Ustioni di secondo grado (ustione dermica o a spessore parziale)
Le ustioni di secondo grado, anche chiamate dermiche o a spessore parziale, sono quel tipo di ustioni in cui oltre ad essere interessato lo strato superficiale della pelle vi è un coinvolgimento anche dello strato di tessuto sottostante; queste ustioni causano un’intensa infiammazione cutanea, gonfiore e formazione di vescicole ripiene di liquido (flittene), sono molto dolorose e la guarigione è molto lenta. Le ustioni di secondo grado, possono essere ulteriormente divise in:
- ustione dermica superficiale: interessa epidermide ed il solo lo strato più superficiale del derma;
- ustione dermica intermedia: interessa epidermide e parte del derma;
- ustione dermica profonda: interessa l’epidermide e l’intero strato tissutale sottostante con compromissione di follicoli piliferi e ghiandole sudoripare.
3) Ustioni di terzo grado (ustione a tutto spessore)
Le ustioni di terzo grado, anche chiamate a tutto spessore, sono ustioni molto gravi in quanto vi è un interessamento profondo dei tessuti; la pelle appare annerita, fredda, secca e dura, non è presente dolore per la distruzione delle terminazioni nervose e la guarigione richiede tempi lunghi lasciando cicatrici permanenti che possono richiedere interventi di chirurgia plastica. Se l’ustione è particolarmente estesa, può mettere a rischio la vita del paziente.
4) Ustioni di quarto grado
Le ustioni di quarto grado sono le più invasive: comportano lesioni di diversa gravità ai tessuti più profondi, come muscoli o ossa, determinando spesso la necessità di amputazione. Anche in questo tipo di ustione, come in quella di terzo grado, non si prova dolore nella zona interessata e, se estesa, mette a rischio la vita del paziente.
Fonti di calore
Le più comuni sono: fuoco e liquidi.
Altre sono: metalli caldi, sostanze chimiche tossiche (in questo caso si parla di causticazione) o corrente elettrica ad alto voltaggio.
Essi possono agire per irradiazione (raggi solari, fiamme, vapori) o per contatto diretto (liquidi bollenti, infiammabili, corpi solidi, corrente elettrica).
Le cause più frequenti di ustione sono: gli infortuni sul lavoro; seguono gli incidenti domestici (soprattutto bambini e anziani). Gli agenti eziologici dell’ustione variano con l’età.
Essi condizionano l’entità e la gravità della lesione termica.
Superficie interessata dall’ustione
La gravità dell’ustione non si giudica solamente dalla profondità ma anche dall’estensione delle lesioni e dalla localizzazione della zona colpita.
Una ustione di terzo grado che interessa un’area molto piccola, è ad esempio meno grave di una ustione di secondo grado che interessa il 70% della superficie corporea.
Una ustione di media entità, ma molto estesa, può infatti produrre una maggior disidratazione ed anche un iperfunzionamento del metabolismo corporeo per la gran dispersione di calore che avviene attraverso la regione corporea non ricoperta dalla pelle andata distrutta.
Iperfunzionamento che induce catabolismo di proteine e grassi trasformati in glucidi e quindi gravi problemi di malnutrizione.
Per un rapido calcolo della superficie corporea interessata da una ustione, si usa spesso in medicina d’urgenza la “regola del 9”.
Altri fattori di gravità
Oltre al grado e all’estensione, in terzo luogo la gravità di un’ustione dipende dalla sede corporea interessata (zone ricoperte di peli e da uno strato cutaneo più spesso proteggono meglio di quelle glabre con pelle sottile, come le superfici flessorie e le pieghe articolari), ma anche dalle condizioni generali dell’infortunato:
- età (i più a rischio sono i bambini piccoli e gli anziani);
- condizioni fisiche e lesioni concomitanti (fattori aggravanti l’ustione sono la contemporanea presenza di traumi cranici, fratture, disidratazione corporea);
- malattie preesistenti (è più pericolosa in presenza di cardiomiopatie, broncopneumopatie, diabete e malattie epatiche o renali).
Shock da ustione
Se le ustioni sono molto estese, sia in superficie che in profondità, si può instaurare una sofferenza generale che prende il nome di “shock da ustione”.
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