Ustioni oculari: cosa sono, come trattarle
Le ustioni oculari possono verificarsi dopo lesioni termiche o chimiche e possono causare gravi complicanze, tra cui la cecità permanente
Naturalmente la cura al paziente che abbia subito un’ustione oculare varia a seconda della natura della lesione.
Ustioni oculari termiche
Il riflesso di ammiccamento solitamente causa la chiusura dell’occhio in risposta a uno stimolo termico.
Così, le ustioni termiche tendono a colpire la palpebra piuttosto che la congiuntiva o la cornea.
Le ustioni termiche devono essere deterse attentamente con soluzione fisiologica isotonica sterile, seguita dall’applicazione di una pomata antibiotica oftalmica (p. es., bacitracina 2 volte/die).
La maggior parte delle ustioni termiche che interessano la congiuntiva o la cornea è lieve e guarisce senza sequele significative.
Sono trattati con analgesici per via orale (paracetamolo con o senza ossicodone), midriatici cicloplegici (p. es., omatropina 5% 4 volte/die), e gli antibiotici oftalmici topici (p. es., unguento oftalmico di bacitracina/polimixina B o unguento oftalmico di ciprofloxacina 0,3% 4 volte/die per 3-5 giorni).
Le ustioni oculari chimiche
Le ustioni chimiche della cornea e della congiuntiva rappresentano dall’11 al 22% dei traumi oculari e possono essere gravi, particolarmente quando sono coinvolti acidi e alcali forti.
Le ustioni da alcali tendono a essere più gravi delle ustioni da acido.
Le ustioni chimiche devono essere irrigate copiosamente non appena possibile.
L’occhio può essere anestetizzato con una goccia di proparacaina 0,5%, ma l’irrigazione non deve essere procrastinata e deve durare almeno 30 min.
Una soluzione tampone di borato può essere più efficace di altre soluzioni di irrigazione comunemente usate per correggere il pH intraoculare, mentre una soluzione fisiologica bilanciata (una soluzione isotonica sterile con un pH di 7,4) è meglio tollerata dai pazienti che consentono tempi di irrigazione più lunghi.
Ma qualsiasi soluzione fisiologica o l’acqua possono essere utilizzate per evitare ritardi nell’irrigazione.
L’irrigazione può essere facilitata utilizzando una lente da irrigazione posta sotto le palpebre, sebbene questa possa causare maggiore irritazione ad alcuni pazienti rispetto all’irrigazione senza l’utilizzo di una lente.
Nelle ustioni acide e alcaline, alcuni esperti suggeriscono da 1 a 2 L di irrigazione; la maggior parte degli esperti consiglia l’irrigazione fino a quando il pH della congiuntiva si normalizza (usando indicatori di pH).
Dopo l’irrigazione, i fornici congiuntivali devono essere esaminati alla ricerca di sostanze chimiche incastrate nel tessuto, e puliti con un tampone per rimuovere le particelle intrappolate.
I fornici superiori sono esposti utilizzando una doppia eversione palpebrale (ossia, prima evertendo la palpebra e poi inserendo un batuffolo sotto la palpebra evertita e sollevandola fino a quando il fornice è visibile).
Le lievi ustioni chimiche sono generalmente trattate con antibiotici oculari topici (p. es., pomata con eritromicina 0,5%) 4 volte/die e con cicloplegia se necessario per indurre sollievo (p. es., ciclopentolato).
Poiché i corticosteroidi topici possono provocare perforazione corneale dopo un’ustione chimica, devono essere prescritti solo da un oftalmologo.
Gli anestetici topici non devono essere somministrati dopo l’iniziale irrigazione; l’intenso dolore può essere trattato con acetaminofene (paracetamolo) con o senza ossicodone.
Se la funzione renale del paziente non è compromessa, la vitamina C orale (2 g 4 volte/die negli adulti) può essere utilizzata per favorire la sintesi del collagene.
La doxiciclina orale può essere utilizzata anche nei pazienti appropriati per stabilizzare il collagene, ma entrambi gli approcci devono essere eseguiti con la consulenza di un oftalmologo.
I colliri con citrato, per diminuire l’attività proteolitica, e i colliri plasmatici ricchi di piastrine possono anche aiutare nella guarigione, e si devono somministrare solo dopo consultazione con un oftalmologo.
Le ustioni chimiche gravi richiedono un trattamento da parte di un oftalmologo per salvare la vista e prevenire complicanze quali cicatrici corneali, perforazione del bulbo oculare e deformazioni palpebrali; oltre ai trattamenti medici, le ustioni chimiche gravi possono richiedere procedure chirurgiche.
I pazienti con grave vista ridotta, aree avascolari della congiuntiva, o perdita di epitelio congiuntivale o corneale, dimostrata dalla colorazione con fluoresceina, devono essere visitati da un oftalmologo il prima possibile e non oltre 24 h dopo l’esposizione.
L’irite chimica è sospettata in pazienti con fotofobia (dolore agli occhi profondo con l’esposizione alla luce) che si sviluppa ore o giorni dopo un’ustione chimica, ed è diagnosticata riscontrando flare e globuli bianchi nella camera anteriore durante l’esame obiettivo alla lampada a fessura.
L’irite chimica viene trattata instillando un cicloplegico a lunga durata d’azione (p. es., una singola dose di omatropina 2% o 5% o una soluzione di scopolamina 0,25%).
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