Vaginite da Gardnerella Vaginalis: sintomi, diagnosi e cura

La gardnerella è un batterio, trasmesso soprattutto attraverso il rapporto sessuale, che causa perdite vaginali abbondanti e maleodoranti. Come si cura e quali sono i consigli per prevenire l’infezione?

Cos’è la Gardnerella?

La vaginite da Gardnerella Vaginalis è più propriamente designata come “vaginosi batterica” essendo un’infezione alla cui insorgenza concorrono diversi batteri.

È caratterizzata da perdite maleodoranti e da discomfort vaginale.

Rappresenta la principale patologia infettiva del tratto genito-urinario inferiore femminile: secondo recenti stime dell’Organizzazione Mondale della Sanità, colpisce fino al 40-60% delle donne in età fertile (18% in Italia), il 15 – 20% di quelle in gravidanza, con un rischio di recidiva del 25% a 1 mese, 45% a 3 mesi e 75-80% a 6-9 mesi.

Cosa provoca la Gardnerella: le cause

La Gardnerella vaginalis è un batterio anaerobio (che si riproduce, quindi, più facilmente in ambienti scarsamente ossigenati) che, come altre specie anaerobiche quali il Mobiluncus e i Bacteroides, è presente in piccole quantità nella flora batterica vaginale della donna sana.

Questa flora batterica è caratterizzata prevalentemente da lattobacilli che, per competizione, regolano l’equilibrio fisiologico dell’organo e attraverso la produzione di acido lattico difendono la mucosa genitale da agenti patogeni.

La rottura dell’equilibrio tra i vari componenti di questa microflora vaginale, chiamata microbiota, porta a un eccessivo aumento dei batteri anaerobi con concomitante drastico calo del numero, o addirittura scomparsa, dei lattobacilli.

Il calo di lattobacilli comporta l’aumento del pH vaginale, mentre l’eccesso di microorganismi anaerobi causa un aumento della produzione di amine (putrescina, cadaverina e trimetilammina) che conferiscono un cattivo odore (tipo pesce) all’abbondante leucorrea bianco-grigiastra che ricopre le pareti vaginali.

Fattori di rischio

La microflora vaginale è un ecosistema dinamico, sensibile a influenze esogene ed endogene.

Sebbene la vaginite da Gardnerella non sia considerata una malattia sessualmente trasmessa, l’attività sessuale promiscua e il cambio di partner rappresentano un fattore di rischio.

Altri fattori di rischio, più frequentemente correlati all’infezione, sono il fumo di sigaretta, l’uso di IUD, il ricorso frequente a lavande.

Come riconoscere i sintomi della Gardnerella

L’infezione da Gardnerella vaginalis è caratterizzata da abbondante leucorrea grigiastra e da odore fetido (pesce).

L’odore si accentua quando aumentano le secrezioni vaginali: dopo un rapporto sessuale, durante il mestruo e nel periodo ovulatorio.

Molte donne, asintomatiche, avvertono il fastidio solo in alcune di queste circostanze.

Tra i sintomi associati, di fatto minimi, compaiono bruciore durante o dopo il rapporto sessuale e tensione al basso ventre.

Questa disbiosi può causare complicanze anche molto importanti, quali:

  • infezioni ad altri distretti dell’apparato genito-urinario
  • sequele di tipo ostetrico come aborti spontanei nel 2° e 3° trimestre, rottura prematura delle membrane, parto prematuro, endometrite post-partum, basso peso del neonato alla nascita.

Tuttavia, nella maggioranza dei casi, non rappresenta un’infezione grave, per quanto molto fastidiosa soprattutto per il forte odore che crea imbarazzo e disagio.

Se non è curata, può protrarsi per mesi.

Gardnerella nell’uomo

L’uomo è da considerarsi un portatore sano.

Infatti, la Gardnerella non provoca disturbi ma trova un terreno favorevole, per la conservazione e per la crescita, nello smegma, sostanza costituita da secrezione biancastra composta da cellule epiteliali esfoliate provenienti dalle mucose, da sebo e da materiali umidi che si accumulano sotto il prepuzio.

Solo in alcuni casi l’infezione può dare arrossamento della parte e disturbi delle prime vie urinarie.

Diagnosi di vaginosi batterica

La vaginite da Gardnerella, talora, soprattutto quando è asintomatica, si risolve spontaneamente; più spesso, però, assume i connotati di patologia cronica e ricorrente.

Poiché il microorganismo è presente in piccola quantità nella vagina di donne sane, il suo isolamento e identificazione mediante coltura del batterio è sconsigliabile perché determinerebbe un over-treatment, ovvero un trattamento eccessivo.

Le perdite maleodoranti sono il sintomo più rappresentativo dell’infezione che verrà confermata da altri criteri clinici quali:

  • secrezioni omogenee vaginali che ricoprono le pareti vaginali;
  • rivelazione diretta del batterio attraverso l’osservazione microscopica del muco, strisciato su un vetrino a “fresco” o trattato con appositi coloranti;
  • rilevazione indiretta a causa dello sviluppo di odore di pesce (whiff test) da un vetrino su cui, oltre al muco, sono aggiunte alcune gocce di un reagente basico, idrossido di potassio (KOH);
  • rilevazione del pH vaginale superiore a 4,5.

Come si cura la Gardnerella?

Sia l’uomo che la donna possono essere portatori asintomatici, per cui è opportuno che la terapia, a base di un antibiotico (il metronidazolo, sempre e comunque prescritta dal medico), venga sottoposta anche al partner.

In caso di resistenza al metronidazolo, si suggerisce un altro antibiotico, la clindamicina.

Entrambi i farmaci sono disponibili per somministrazione locale (creme o ovuli).

In caso di antibiotico-resistenza, cronicizzazione o in gravidanza durante la quale questi antibiotici sono controindicati – nonostante evidenze contrastanti – sembrano efficaci anche trattamenti con antisettici locali (clorexidina, povidone ioduro, perossido di idrogeno) e probiotici.

In attesa di una visita medica, se i disturbi sono fastidiosi, si può ricorrere a lavande vaginali a tenore leggermente acido.

L’acido borico, grazie alla sua azione leggermente acida, è ideale per ridurre il pH.

Si trova già pronto all’uso, sotto forma di lavanda, in soluzione acquosa al 3%.

In commercio si trovano lavande e creme vaginali, sempre a carattere leggermente acido; le creme vanno applicate esternamente, lasciando così la possibilità per il medico di eseguire successivamente prelievi in vagina, se necessari per la certezza diagnostica.

Come prevenire la vaginosi batterica

La vaginite da Gardnerella vaginalis è molto diffusa nella popolazione sana. Inoltre, la scarsità di sintomi rende difficile la diagnosi e problematica un’autentica ed efficace prevenzione.

Raccomandazione utile è l’uso del preservativo nei rapporti sessuali promiscui o in caso di nuovo partner e un trattamento tempestivo appena si avverte il disturbo.

Oggetto di diatriba è il ricorso a screening con vetrini colorati con coloranti speciali (Gram) nelle gravide asintomatiche; diversamente, sembra meritevole di considerazione il ricorso a screening diagnostico (quindi, indipendentemente dalla sintomatologia) in caso di gestanti con storia di outcomes ostetrici sfavorevoli, quali precedente parto pretermine o pregresso aborto tardivo.

Quando affidarsi a un medico?

Molto spesso le pazienti affette da gardnerella vaginalis cercano in autonomia un modo per alleviare velocemente i fastidiosi disturbi.

Ricorrono, infatti, a creme od ovuli che non solo non risolvono il problema ma possono addirittura ritardare la corretta individuazione del batterio responsabile del disturbo e, dunque, la cura.

Per questo motivo è fondamentale non provare a curare da sole una vaginite batterica, affidandosi a rimedi da banco o ai consigli di un’amica, ma rivolgersi ad uno specialista in modo da formulare una diagnosi tempestiva.

Per approfondire:

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Gardnerella

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