Vertigini posizionali: i sintomi e le manovre liberatorie per curarle
Tra le vertigini più comuni, esistono le vertigini posizionali, che a differenza di altri tipi, non richiedono l’utilizzo di farmaci, ma di manovre liberatorie per far passare la sensazione che il mondo giri, eseguite dallo specialista ORL in ambulatorio
Che cosa sono le vertigini posizionali
Tra le cause più comuni di vertigini, vi sono le VPPV, ovvero le vertigini parossistiche posizionali benigne.
Queste vertigini periferiche sono causate dallo spostamento anomalo degli otoliti, forse più conosciuti come “sassolini o cristalli” presenti all’interno del vestibolo, che causano una sensazione vertiginosa oggettiva (è l’ambiente circostante che si muove) conseguente a movimenti del capo nello spazio.
Le vertigini compaiono di solito quando ci si sdraia o si cambia posizione nel letto; alla sensazione vertiginosa possono associarsi anche nausea o vomito.
Vertigini parossistiche posizionali benigne: quali sono i sintomi
Le manifestazioni cliniche delle vertigini parossistiche posizionali benigne si caratterizzano in modi diversi, a seconda di dove si dislocano gli otoliti.
Questi cristalli di carbonato di calcio, in genere situati nella porzione del vestibolo chiamata utricolo, possono dislocarsi (sia spontaneamente, sia in seguito a traumi) all’interno dei canali semicircolari.
Se riguarda il canale semicircolare posteriore, la vertigine parossistica posizionale benigna si manifesta con crisi vertiginose rotatorie di circa 20-30 secondi che in genere appaiono al mattino al risveglio o al momento di andare a dormire, nei passaggi dal clino all’ortostatismo (da sdraiati a in piedi) e viceversa; talvolta anche le flesso-estensioni del capo, specie se veloci, possono scatenare la crisi.
Quando invece si tratta del canale semicircolare laterale, le crisi possono durare fino a 1 minuto e di solito appaiono durante il riposo quando il paziente si volta su un fianco.
Spesso durante le crisi si manifesta anche una instabilità posturale che può durare per qualche giorno anche dopo aver trattato la vertigine.
In ogni caso, siamo di fronte a una condizione benigna che necessita di una diagnosi e di un trattamento posizionale tramite l’esecuzione di particolari manovre liberatorie che il paziente dovrà eseguire con l’ausilio di uno specialista otorinolaringoiatra.
Come funzionano le manovre liberatorie?
Le manovre liberatorie sono movimenti eseguiti sul paziente dallo specialista otorinolaringoiatra che puntano a riportare nella corretta posizione gli otoliti all’interno del labirinto dell’orecchio, liberando il paziente dalla sensazione vertiginosa.
Prima di eseguire le manovre liberatorie l’otorinolaringoiatra valuterà le caratteristiche della vertigine, e lo farà attraverso particolari manovre diagnostiche.
Questo servirà per individuare quale canale semicircolare è interessato, così da poter eseguire le manovre liberatorie corrette.
Sia le manovre liberatorie, sia le manovre diagnostiche implicano che lo specialista esegua sul paziente specifici movimenti rapidi della testa e del corpo.
Le manovre diagnostiche scatenano la sintomatologia vertiginosa che manifesta al medico mediante il nistagmo, un movimento involontario degli occhi che avrà caratteristiche differenti in base al canale semicircolare interessato.
Lo specialista eseguirà poi le manovre liberatorie, che potranno a loro volta scatenare una vertigine liberatoria, segno che gli otoliti stanno ritornando nella loro posizione corretta.
Alle manovre possono seguire sensazioni di instabilità e/o nausea che possono durare anche per qualche giorno dopo un’adeguata terapia liberatoria; in certi casi occorreranno diverse manovre liberatorie per riposizionare completamente gli otoliti.
Se la sintomatologia vertiginosa acuta persiste, sarà necessario effettuare una visita di controllo e ripetere il trattamento con le manovre liberatorie.
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