Vespa Orientalis: tutto quello che c'è da sapere e come agire in caso di reazione anafilattica

Dopo la puntura di Vespa Orientalis bisogna tranquillizzare il bambino o l’adulto e mantenere la calma portandolo in un luogo sicuro e riparato

La Vespa Orientalis è un insetto che fa parte dell’ordine degli imenotteri diffuso nel Sud Est Europeo, in Medio Oriente e in Madagascar

Tuttavia, a causa dell’aumento delle temperature, la Vespa Orientalis ha iniziato a diffondersi in molte altre aree, tra cui l’Italia (soprattutto nel Lazio, in Toscana, in Liguria e in Friuli Venezia Giulia).

Sebbene abbia un comportamento simile al calabrone europeo, questo imenottero ha un aspetto più snello che ricorda una vespa “classica”; ha una lunghezza di circa 3 cm, un colore rosso e delle bande di colore giallo.

Così come i calabroni, questo insetto crea i suoi nidi nel terreno, altre volte negli anfratti come possono essere le cavità degli alberi, case abbandonate.

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Le colonie che si vengono a creare si riproducono in primavera ed estate fino a raggiungere grandi dimensioni a inizio autunno.

La Vespa Orientalis è attratta dagli avanzi di cibo che si trovano all’aperto o in luoghi facilmente raggiungibili

Come gli altri imenotteri, presenta un pungiglione connesso a ghiandole che contengono un veleno che, al momento della puntura, viene rilasciato nella cute.

Nel caso di incontro ravvicinato con questo insetto è importante mantenere la calma, restare tranquilli e allontanarsi, evitare sia di fare movimenti bruschi che di uccidere la vespa.

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Bisogna ricordare, infatti, che questi insetti pungono solo se si sentono in qualche modo “minacciati”.

Soprattutto in caso di vicinanza a un nido è bene allontanarsi con cautela senza tentare di uccidere gli esemplari o rimuovere il nido in autonomia.

La rimozione va eseguita sempre da personale specializzato per operare in sicurezza.

Considerando che questi imenotteri sono attratti dal cibo, è bene rimuovere sempre gli avanzi di cibo, soprattutto all’aperto.

La puntura di Vespa Orientalis può essere dolorosa per l’uomo in quanto si associa al rilascio di veleno da parte dell’insetto

La risposta dell’uomo alla puntura della vespa dipende dalla sensibilità individuale e varia da persona a persone e, con questa, il grado di pericolosità.

Bisogna ricordare inoltre che la puntura della vespa può determinare una reazione anafilattica potenzialmente grave in pazienti allergici e predisposti.

La quantità di veleno prodotta dalla Vespa Orientalis è molto simile a quella degli altri imenotteri pungenti e non si tratta di un imenottero più pericoloso rispetto ad altri già presenti alle nostre latitudini.

Dopo l’attacco, l’apparato pungitore si inserisce all’interno della cute, dove rilascia il veleno determinando reazioni locali comune a tutte le punture di insetto ovvero dolore, gonfiore e arrossamento.

Il pungiglione non rimane incastrato nella cute (come avviene, per esempio, in caso di puntura di ape), ma può essere estratto dall’animale che rimane in vita e può pertanto pungere ripetutamente.

Tuttavia, questo dato non deve allarmare poiché, pur potendo pungere più volte, la maggior parte del veleno viene iniettata alla prima puntura.

Dopo la puntura bisogna tranquillizzare il bambino e/o la persona colpita e mantenere la calma portandolo in un luogo sicuro e riparato.

Inoltre è bene lavare subito la zona colpita con acqua fredda e mantenere localmente qualcosa di freddo.

Questo aiuterà a controllare il dolore e l’infiammazione.

Se il dolore è intenso, si può applicare inoltre una crema a base di corticosteroidi o associare un antidolorifico per via orale come il paracetamolo, sempre sotto attento consiglio medico.

Come avviene con le punture delle vespe “classiche”, anche quella della vespa orientale può essere particolarmente pericolosa per gli individui allergici al veleno. In questi casi può verificarsi anafilassi fino allo shock anafilattico.

I sintomi di una reazione allergica grave sono:

  • Eruzione cutanea orticarioide (lesioni rilevate rosse ovvero eritematose e multiple chiamate “ponfi”;
  • Gonfiore di occhi, labbra, viso;
  • Difficoltà nella deglutizione;
  • Difficoltà respiratoria ovvero respiro affannoso, tosse ripetuta, sensazione di soffocamento e senso di morte imminente
  • Riduzione della pressione arteriosa;
  • Accelerazione del battito del cuore.

Una reazione allergica grave costituisce un’emergenza medica; qualora ciò si verificasse, è essenziale contattare immediatamente i soccorsi.

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Fonte dell’articolo:

Bambino Gesù

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