Zanzara tigre: cosa fare perché non sia un'emergenza?

Aedes albopictus, comunemente nota come Zanzara Tigre, ha origine dalle foreste tropicali del Sud-Est Asiatico ed è stata introdotta nel mondo occidentale a seguito dell’importazione di pneumatici usati e piante di bambù, all’interno dei quali ha trovato una nicchia adatta alla propria diffusione. Segnalata per la prima volta in Albania nel 1979, nel 1985 negli Stati Uniti, negli ultimi 30 anni si è diffusa in Sudamerica, Australia e nelle isole del Pacifico: è considerata la specie di zanzara più invasiva tanto da essere stata inserita nelle prime 100 specie del Global Invasive Species Database ( http://www.issg.org/database/species/ecology.asp?si=109&fr=1&sts=sss&lang=EN ), arrivando a costituire un serio motivo di preoccupazione sanitaria ed ambientale. Osservata in almeno 16 Paesi Europei, in Italia le prime segnalazioni risalgono al 1990 nella città di Genova. Ormai ben adattata ai nostri ambienti, si è stabilita in diverse aree al di sotto di 600 m dal livello del mare, con la più alta incidenza in Veneto, Friuli-Venezia-Giulia e in larga parte della Lombardia, Emilia-Romagna e aree costali del Centro, risultando l’Italia il Paese più colpito in Europa.

Corpo nero con striature bianche trasversali su capo, torace, addome e zampe rende caratteristico e facilmente distinguibile dalla Zanzara Comune l’aspetto della Zanzara Tigre, le cui dimensioni sono comprese tra i 4 e i 10 mm. Il ciclo vitale è influenzato dalla temperatura e dalla periodicità stagionale: produce e depone uova in ambienti poco luminosi durante la tarda estate/inizio autunno, quando le ore di luce sono in diminuzione. Le uova deposte durante questo periodo sono in grado di superare inverni anche rigidi (-10° C), il ciclo riprende quando si allungano le ore di luce e la temperatura torna ad aggirarsi sui 10°, si schiudono le uova dando origine a larve prima e poi a zanzare adulte volatili. Infatti, è sufficiente che le uova siano sommerse anche in una minima quantità d’acqua per un’ora, a temperature miti, per schiudersi. Se l’immersione si prolunga per almeno 7 giorni, il ciclo adulto della zanzara riparte. In Italia la deposizione della uova destinate a svernare si conclude entro la fine di ottobre/metà novembre, mentre la zanzara tigre è presente da marzo a novembre come insetto adulto, sebbene in questi ultimi anni popolazioni di Aedes albopictus mostrino segni di acclimatazione al freddo dovuti alla notevole variabilità genetica della specie rimanendo così attivi come adulti anche per tutto l’inverno. Vista la sua propensione a riprodursi in quantitativi di acqua molto ridotti, l’ambiente urbano è l’habitat ideale per lo sviluppo delle larve di zanzara, mentre non si osservano in acque salmastre, fossi, laghi, canali e altri luoghi ricchi di acqua. Gli adulti generalmente preferiscono spazi aperti, al riparo negli ambienti freschi e ombreggiati e trovano quindi rifugio soprattutto tra l’erba alta, le siepi e gli arbusti.
Nonostante possa pungere anche uccelli, rettili e perfino anfibi, la Zanzara Tigre attacca preferibilmente l’uomo, solitamente durante il giorno, al mattino presto e al tramonto; non volando molto in alto le zone più colpite sono soprattutto le gambe, particolarmente aggressiva, procura pomfi e irritazioni fastidiose, spesso anche dolorosi. Un elevato numero di punture può dare luogo, nelle persone particolarmente sensibili, a risposte allergiche che richiedono attenzione medica. La sua presenza in numerosi focolai può arrivare perfino a modificare le abitudini delle persone rendendo difficile ai bambini e agli anziani la vita all’aperto nelle ore fresche della giornata, proprio quelle più piacevoli durante la stagione calda.
La zanzara tigre può essere vettore, ovvero fonte di trasmissione, per diverse malattie infettive tipiche delle zone tropicali di origine virale causate da Arbovirus come Chikungunya, Dengue, WestNile, Febbre Gialla ed alcune encefaliti.
Trovando per la prima volta in Europa le condizioni di trasmissione, nell’agosto del 2007 in Emilia-Romagna sono stati notificati i primi casi di trasmissione autoctona da parte della Zanzara Tigre del virus della Chikungunya, responsabile di febbre acuta, brividi, cefalea, nausea, vomito e importanti artralgie. Sebbene nelle nostre zone questi agenti patogeni siano assenti, considerata la pericolosità per la salute umana, l’aumentata distribuzione globale della zanzara ha reso necessario attuare misure preventive che limitino il diffondersi del vettore ed evitino l’importazione e la diffusione di queste malattie: dal 2008 ad oggi la lotta alla zanzara ha impedito che si verificassero altri casi autoctoni di Chikungunya o di malattie trasmesse da Aedes albopictus, mentre continua la segnalazione di alcuni casi d’importazione.
L’azione tesa a contrastarla deve puntare a limitare tutte le situazioni e i comportamenti che ne facilitano la riproduzione e la diffusione, l’unica possibile arma efficace è l’individuazione e la distruzione dei focolai larvali al fine di prevenire la possibilità di deposizione delle uova in un approccio integrato che veda insieme impegnati da un lato le istituzioni sanitarie e i comuni e dall’altro i cittadini in primis. I siti a rischio di infestazione da zanzara tigre sono presenti infatti solo per il 20-30% del totale nelle aree pubbliche, il rimanente 70-80% delle zone a rischio è di proprietà privata. Caditoie e tombini pluviali, bottiglie, barattoli, lattine, bicchieri, annaffiatoi, secchi e bacinelle, sottovasi, bidoni e vasche, teli di plastica che coprono cumuli di materiali, abbeveratoi per animali, grondaie otturate, pneumatici, anfore, rocce ornamentali: quando sono umidi e ricchi di residui vegetali (foglie e scarti), sono un vero e proprio elemento di attrazione per la femmina di Aedes che li sceglie per la deposizione delle uova. È quindi fondamentale che i cittadini mettano in atto misure di prevenzione e di trattamento nelle aree di loro competenza per tenere sotto controllo possibili infestazioni.

Cosa PUÒ fare il cittadino:
•    trattare regolarmente con prodotti larvicidi (in base alle indicazioni riportate in etichetta, da 7 gg a 4 settimane a seconda del tipo di prodotto) i tombini e le zone di scolo e ristagno
•    eliminare i sottovasi e, ove non sia possibile, evitare il ristagno di acqua al loro interno
•    verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite
•    coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese
•    tenere pulite fontane e vasche ornamentali, eventualmente introducendo pesci rossi che sono predatori delle larve di zanzara tigre

Cosa NON deve fare il cittadino:
•    accumulare copertoni e altri contenitori che possono raccogliere anche piccole quantità di acqua stagnante
•    lasciare che l’acqua ristagni sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiale e legna
•    lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l’apertura verso l’alto
•    lasciare le piscine gonfiabili e altri giochi pieni di acqua per più giorni
•    svuotare nei tombini i sottovasi o altri contenitori

Infine, oltre alle strategie di lotta del vettore è importare, in considerazione dell’inizio della stagione turistica e dei campionati mondiali di calcio in corso in Brasile dal 12 giugno al 13 luglio 2014, per il cittadino che viaggia in zone endemiche interessate da focolai mettere in atto tutte le possibili misure per proteggersi dalle punture di zanzara, evitando così il contagio e la possibile diffusione di malattie al rientro in Italia.

Precauzioni per viaggiare sicuri:
•    portare con sé repellenti contro gli insetti
•    indossare vestiti di colore chiaro che non lascino scoperte parti del corpo
•    soggiornare preferibilmente in ambienti in cui sia presente un impianto di climatizzazione o protetto con zanzariere alle porte e alle finestre.
•    rivolgersi quanto prima al proprio medico curante in caso di sintomi e segni clinici come esordio acuto di febbre >38,5°C e poliartralgia grave (tale da limitare le normali attività quotidiane), in assenza di altre cause.

Tutte le informazioni relative alla sorveglianza epidemiologica dei casi umani di malattia da Chikungunya e di altre malattie trasmesse da vettori sono disponibili nella circolare del ministero della Salute “Sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento alla Chikungunya, Dengue, Zika virus e West Nile Disease – 2014” (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1136).

 

dott.ssa Paola Camia

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