Ambulanze e volontariato: la storia di S.O.S. Sona (Verona)

La S.O.S. Sona di Verona poche settimane fa è stata ospite della Spencer Experience. Ecco cosa ci hanno raccontato i loro giovani soccorritori, dandoci il senso dell’impegno delle nuove generazioni nel mondo del soccorso e del volontariato.

La S.O.S. di Sona, in provincia di Verona, è un’altra piccola ma storica realtà che continua a crescere e a coinvolgere i giovani del territorio in un’azione che permette a tutti di avere servizi migliori e più efficaci, soprattutto per quanto riguarda il 118. Sona, centro periferico ad ovest di Verona, fra la riviera del Garda e le grandi aziende dell’area industriale, è una comunità che da sempre cerca di avere un servizio H24 di ambulanze, in grado di sostenere anche le iniziative della comunità come sagre, eventi sportivi e concerti. Anche in questo caso, come in quello di Croce Verde o nel caso della CRI di Maserà, stiamo parlando di una piccola realtà, dove il lavoro svolto dalle vecchie generazioni è stato difficile ma efficace: far capire ai giovani che una comunità sta meglio se la si vive insieme, come fosse una famiglia allargata in cui il piccolo contributo di un singolo può dare sollievo e sicurezza ai tanti.

Il mitico Fiat Ducato donato agli albori della S.O.S. Sona, con motore a benzina e cambio al volante: mezzo futuristico ed  efficace per il territorio attorno a Sona.

Durante la visita alla Fabbrica di Spencer, Michele Dalla Rosa e Nicola Merlini, del direttivo della S.O.S. Sona, ci hanno descritto la loro “grande famiglia”: “L’associazione ha una bellissima storia, nata nel 1990 grazie a persone che si sono messe in gioco. Negli anni è cresciuta tanto l’associazione, in una piccola comunità come Sona, dove oggi però c’è un servizio di emergenza medicalizzata in ambulanza sul territorio”.

L’area geografica dove l’associazione opera è estremamente vasta e complessa. Sona è inserita in una rete del 118 con decine di altre associazioni, che coprono interventi fra la riviera del Garda (con Gardaland, Caneva e Zoo Safari) e la periferia ovest della città con località piuttosto popolate come Lugagnano e Bussolengo.

Il gruppo dei volontari impegnati nel servizio sanitario e di emergenza per la S.O.S. Sona

E’ una zona ampia, e lavoriamo in sinergia completa. Cerchiamo di migliorarci anno dopo anno, sfruttando la formazione e i training per avere personale sempre più professionale e capace di supportare il sanitario a bordo. Ci diamo parecchio da fare sulla formazione perché vogliamo rispettare gli standard elevati che la nostra comunità si merita di avere, vogliamo dare un buon servizio a chi ci sostiene”.

A colpire immediatamente, nelle foto e nei racconti di questa associazione, è però l’età media bassa dei volontari: “Non c’è un’età media per questa associazione – spiega Michele – si, ci sono molti giovani, ma anche i meno giovani. Ci son quelli che hanno fatto il corso per imparare qualcosa di nuovo e poi quelli che tengono botta con tanti anni di esperienza alle spalle. Per noi il bello è che facciamo tante cose insieme, dal pranzo alle attività al servizio: siamo una famiglia”.

Una famiglia che ha un’idea chiara del volontariato e del servizio di emergenza, di come deve essere fatto e di come i pazienti e le persone si aspettano di ricevere un soccorso. “Dobbiamo dare un servizio corretto, non è solo assistenza sanitaria quella che diamo, bisogna pensare al paziente e anche ai suoi familiari. Siamo molto attenti perché il legame con il territorio e le persone è fondamentale. Ci sono tante aziende che ci stanno attorno e ci supportano. Sono importanti per noi, così come le altre comunità di Sona, a partire dagli scout. Forniamo a tutti una formazione di base sul primo soccorso, e ci teniamo a mantenere i rapporti”.

Non solo volontariato sanitario. Anche Protezione Civile e legami con le altre realtà fanno “grande” una piccola associazione.

Con volontari così giovani, compiere trent’anni è un gioco da ragazzi, preso però molto sul serio: “Il 19 aprile 2020 facciamo trent’anni e… beh, faremo un mega festone. E’ importantissimo celebrare, un po’ noi e un po’ il paese. Magari in quella data metteremo un nuovo, primo mattone – chissà – per la nuova sede”.

L’attenzione alla qualità, ai dettagli, al paziente. Ma per S.O.S. Sona è importante anche l’attenzione ai prodotti che si usano sull’ambulanza. “E la visita in Spencer è stata bellissima, ci ha fatto vedre cose davvero nuove. Non sapevamo come nasce un prodotto per l’emergenza. Capire come si fa una barella, un dispositivo per l’ambulanza, impressiona. Come impressiona sapere che una realtà così grande come Spencer è in Italia. La visita alla fabbrica è stata bella per le spiegazioni, la formazione, ma soprattutto per lo showroom. Il personale è stato davvero a disposizione e gentile. Si sono spesi per trovare il dispositivo adatto alle nostre esigenze, rispondendo sempre alle domande con precisione”.

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