Covid-19 in Uganda: aumento in numero esponenziale dei contagi, ospedali vicini al collasso

COVID-19: l’Uganda è uno dei Paesi dell’Africa che sta affrontando più di petto una pandemia in altri luoghi dissimulata e minimizzata.

Ed il governo di Kampala ne ha ben motivo: il numero di casi positivi da coronavirus sta crescendo in maniera esponenziale.

Il 23 settembre il totale dei contagi era di 7.064 casi in tutto il Paese con un incremento giornaliero nell’ultima settimana compreso tra i 114 e i 423 casi. Al crescere dei contagi si sta drammaticamente riducendo la capacità di ricovero per i nuovi pazienti Covid-19.

Un dramma che l’Italia conosce bene, quasi un déjà vu.

UGANDA, IL GRIDO DI ALLARME DELLA FONDAZIONE SOLETERRE RISPETTO ALL’EMERGENZA COVID-19

A narrare della situazione è la Fondazione Soleterre, con sede a Milano, che in Uganda sta offrendo supporto psicologico a pazienti, familiari, personale medico e sanitario, ma sta anche offrendo materiali per l’igienizzazione e la sanificazione, oltre ai Dpi, presso il Gulu Regional Referral Hospital, punto di riferimento sanitario e per il COVID-19 nel nord del paese.

L’ospedale ha raggiunto il massimo di accoglienza possibile di pazienti per COVID-19 , pari a 140 posti letto.

Molti pazienti, oltretutto, faticano a raggiungere un ospedale comunque pieno, mancando dei mezzi di trasporto: le ambulanze talvolta sono ferme per mera mancanza di carburante.

Inutile sottolineare quanto sia pericoloso, per il paziente e per chi potenzialmente può rimanere contagiato attorno a lui, una mancata afferenza al nosocomio.

Le autorità locali, in virtù dell’aumento così repentino dei contagi, ha reagito approntando strutture di accoglienza adeguate in un altro ospedale, peraltro non lontano, il St. Mary Lacor Hospital, dove è presente un’Unità di Terapia Intensiva.

Per capire quanto sia importante limitare la propagazione del coronavirus in Uganda (e in tanta parte del resto dell’Africa), basti un dato: in tutta l’Uganda del Nord ci sono attualmente soltanto 25 posti di terapia intensiva: 20 presso il St. Mary Lacor Hospital e 5 in preparazione presso il Gulu Regional Referral Hospital.

COVID-19 IN UGANDA, LA VICINANZA DELLA FONDAZIONE SOLETERRE:

“Un ulteriore elemento di preoccupazione – scrive la fondazione sul proprio sito – deriva dal fatto che presso il St. Mary Lacor Hospital di Gulu, l’edificio identificato per ospitare i casi Covid-19 si trova di fronte alla Casa Famiglia costruita e gestita da anni da Soleterre e dedicata all’accoglienza dei piccoli pazienti malati di cancro in cura nell’ospedale.

A causa della prossimità con la struttura adibita al trattamento del Covid-19 e al conseguente rischio da essa rappresentato per i bambini immunodepressi, è in fase di avviamento il loro trasferimento in un altro edificio.

“Fondazione Soleterre non ha mai interrotto il proprio lavoro per la salute dei bambini malati di Gulu in questi mesi difficili – spiega Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre.

Già da giugno ci siamo attivati per fornire supporto psicologico e dispositivi di protezione al personale sanitario grazie anche al sostegno di Fondazione Raffaella Children’s Block e Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus.

Visto l’aumento di casi Covid-19 nei due ospedali con cui collaboriamo, abbiamo deciso di intensificare l’impegno sia mettendo a disposizione ulteriori psicologi – che normalmente assistono i bambini malati di cancro e i loro genitori – per offrire supporto psico-emotivo a pazienti, familiari e personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19 sia garantendo forniture aggiuntive di materiali per la sanificazione, punti di lavaggio mani, dispositivi di protezione individuale e altro materiale sanitario urgente.

C’è ancora molto da fare e abbiamo bisogno del sostegno di tutti”.

PER APPROFONDIRE:

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FONTE DELL’ARTICOLO:

FONDAZIONE SOLETERRE

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