I pensieri in libertà di Miriam, la "bimba dell'Anpas" come la chiama qualcuno. Ricordi, emozioni e sogni da condividere
Miriam Colaleo, dell’Ente Corpo Volontari Protezione Civile di Enna, è una ragazza giovane con una dote spiccata: è capace di descrivere le emozioni nei minimi dettagli. Non è un caso se in primavera, insieme a Federica Lombardo, anche lei di Enna, ha vinto il concorso letterario “L’Italia migliora” promosso dal Centro Nazionale Volontariato, in cui sono state premiate storie di impegno e dedizione, emergenza e speranza.
È suo il post che salta all’occhio scorrendo le pagine dell’Anpas, a conclusione del Meeting di Bologna. Abbiamo chiesto a Miriam di pubblicarlo, perché esprime il senso del volontariato, del soccorso e dell’attenzione a chi ha bisogno, specchio di sentimenti interiori e profondi.
Durante l’ambulanzata, Giorgio guarda Gianluca e poi fuori dal ï¬nestrino. – “Vedi quegli alberi lì? Quelli, il giorno della scossa, si toccavano. Parevano abbracciati”- . Siamo a Cavezzo e Antonia ha spento le sirene perché così nessuno ha paura. La gente esce per strada e ci saluta, oppure sta sui balconi a guardarci. Un anno fa “arrivavamo” per aiutarli, in questi giorni torniamo perché non abbiamo dimenticato. È un meeting speciale perché tocca il cuore: i nostri. ma anche di tutti quelli che, da quel 20 maggio, si sono trovati a condividere qualcosa con noi. Faccio fatica a mettere in ordine tutte le immagini che mi sono portata dietro. Nei 1233 km di viaggio di ritorno ho cercato di ï¬ssare sensazioni e pensieri, ma quando li scrivo mi sembra sempre che manchi qualcosa. La verità è che io, a questo meeting, non volevo venire perché mi conosco e so che certe cose mi destabilizzano, che ci sono emozioni che si fermano al centro dello stomaco e restano lì per giorni. Perché il meeting, Mirandola, mi avrebbe lasciata così, vulnerabile e senza difese. E allora, quando sei senza armature, ti viene più facile appoggiarti a chi hai intorno: l’abbraccio stretto di Angela e la simpatia travolgente di Mariagiulia, Michele che mi prende in giro perché ho la lacrima facile, nonno Dino che mi dà i pizzichi nelle guance e dice che sono la “bimba dell’Anpas”, le risate con Rosanna e le chiacchiere notturne che ti aprono mondi nuovi, ma ti fanno svegliare con le idee più confuse di prima. Tutta quella gente in divisa arancione che ti avvolge e ti fa sempre sentire a casa. E poi, i bimbi del campo che mi saltano al collo, come se non fosse passato un anno dall’ultima volta che ci siamo visti, ma solo poche ore. Seduta in ambulanza, poi in piazza a Mirandola, mi sono ringraziata per essermi concessa lo spazio di emozionarmi e ho ringraziato chi, ancora una volta, mi ha dato ï¬ducia, sostegno e quel tanto che bastava per essere me stessa ed esprimermi. Che il meeting altro non è che questo: un bel momento per sognare e sporcarsi di emozioni insieme. Per essere se stessi. Per stare abbracciati. Un po’ come gli alberi di Cavezzo.“Ma i sogni sai, non muoiono mai. Un respiro d’aria nuova, chiudo gli occhi e sento di già…
Miriam Colaleo
ph. Mariagiulia Nozzi