Il soccorso di un aspirante suicida rivela alcune inefficienze
Una drammatica chiamata di soccorso giunta ai vigili del fuoco di Calais, Francia, preannunciava il suidicio di un 30enne che voleva gettarsi dalle scogliere di Cap Blanc-Nez. L’uomo, dopo aver preallertato i soccorsi si è effettivamente gettato dalla rupe, compiendo una drammatica caduta sulle rocce sottostanti. Ma il volo mortale è stato in parte attutito dalla morfologia del luogo prescelto per l’insano gesto: l’uomo ferito gravemente è rimasto cosciente, bloccato su uno sperone di roccia.
Per i vigili del fuoco un’operazione di recupero resa difficile dal maltempo e dalla necessità di intervenire con la massima velocità. E il locale sistema di soccorso non si è mostrato indenne da falle. Il recupero via mare con un gommone è parso subito difficile causa mare grosso. L’imbarcazione non si è potuta avvicinare agli scogli, mentre il 4×4 che ha trainato il carrello e ha permesso di mettere in mare il canotto è stato inghiottito dalle onde, andando completamente distrutto.
Migliore l’opzione via aerea: l’elicottero della protezione civile ha calato un soccorritore con il verricello e ha recuperato l’aspirante suicida, trasportato poi all’ospedale di Calais. L’uomo è ricoverato in gravi condizioni con fratture e traumi vari. Per i vigili del fuoco della cittadina francese è ora il tempo di analizzare cos’è andato storto in questo delicato intervento.