Incidenti e primo soccorso, gli europei sono inadeguati. Italiani all'ultimo posto

Un’indagine dall’esito sconfortante. Fatta eccezione per i finlandesi che per l’85,4% affermano di avere dimestichezza con i primi soccorsi, seguiti da 40,2% degli slovacchi, per il resto, benché il 65% degli intervistati dichiari di conoscere i rudimenti del primo soccorso, pare che la realtà dimostri il contrario, con solo un desolante 17,8% della popolazione a conoscenza della procedure da seguire in caso di emergenza.

L’indagine si è svolta nel 2012 e ha riguardato 14 paesi europei: Germania, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia e Svizzera. In ciascun paese un campione di 200 automobilisti di tre diverse fasce d’età è stato sottoposto a 8 domande e 2 esercizi pratici sulle tecniche di soccorso.

I tedeschi sono risultati i più competenti con il 32,5% di risposte esatte, solo il 2,5% di italiani ahimè, ha risposto correttamente, piazzandosi all’ultimo posto. A precederli, penultimi nella classifica, gli svizzeri.

Un dato comune a buona parte dei cittadini europei è la convinzione di sapere come comportarsi, senza essere in grado, in realtà di applicare correttamente le procedure in caso di emergenza, dalla valutazione delle condizioni di un ferito, all’eventuale posizionamento laterale di sicurezza, alle operazioni da seguire in caso perdita abbondante di sangue. Ancora più improbabile la possibilità di un intervento di rianimazione cardio-polmonare.
Molti ignorano persino l’esistenza del numero d’emergenza europeo 112.

È importante a livello europeo, acquisire questi dati per sollecitare una maggiore attenzione da parte dei cittadini e delle autorità competenti, con l’obiettivo di avviarsi più rapidamente possibile nella direzione opposta. Istituire corsi, formare i cittadini e abituarli a vivere la strada con maggiore consapevolezza è un dovere primario. Insegnare le tecniche base di primo soccorso insieme all’utilizzo dei defibrillatori, che secondo la legge dovrebbero essere presenti in tutti gli spazi pubblici, deve diventare una priorità.
Il momento economico non è dai più favorevoli, ma intervenire sulla prevenzione è di gran lunga più conveniente che investire sulle cure.

 

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