Medicina medievale: tra empirismo e fede
Dalle aule universitarie alla cura dell’infanzia
Radici antiche e pratiche medievali
La medicina nel Medioevo europeo rappresentava un amalgama di conoscenze antiche, influenze culturali diverse e innovazioni pragmatiche. Mantenendo l’equilibrio dei quattro umori (bile gialla, flemma, bile nera e sangue), i medici del tempo si basavano su esami iniziali standard per valutare i pazienti, considerando elementi come il clima di residenza, la dieta abituale e perfino gli oroscopi. La pratica medica era fortemente radicata nella tradizione ippocratica, che enfatizzava l’importanza della dieta, dell’esercizio fisico e della medicazione per ristabilire l’equilibrio umorale.
Guarigione templare e medicina popolare
Parallelamente alle pratiche mediche basate sulla tradizione greco-romana, esistevano pratiche di guarigione templare e medicina popolare. La medicina popolare, influenzata da pratiche pagane e folkloristiche, sottolineava l’uso di rimedi erboristici. Questo approccio empirico e pragmatico si concentrava più sulla cura delle malattie che sulla loro comprensione etiologica. Le erbe medicinali, coltivate in giardini monastici, giocavano un ruolo cruciale nella terapia medica del tempo. Anche le figure come Ildegarda von Bingen, pur essendo istruite nella medicina classica greca, incorporavano rimedi della medicina popolare nelle loro pratiche.
L’educazione medica e la chirurgia
La scuola medica di Montpellier, risalente al X secolo, e la regolamentazione della pratica medica da parte di Ruggero di Sicilia nel 1140, indicano un tentativo di standardizzazione e regolamentazione della medicina. Le tecniche chirurgiche dell’epoca comprendevano amputazioni, cauterizzazioni, rimozione di cataratte, estrazioni dentarie e trepanazioni. Gli apotecari, che vendevano sia medicinali che forniture per artisti, divennero centri di conoscenza medica.
Le malattie del Medioevo e l’approccio spirituale alla guarigione
Le malattie più temute del Medioevo includevano la peste, la lebbra e il fuoco di Sant’Antonio. La peste del 1346 devastò l’Europa senza distinzione di classe sociale. La lebbra, sebbene meno contagiosa di quanto si credesse, isolava i malati a causa delle deformazioni che provocava. Il fuoco di Sant’Antonio, causato dall’ingestione di segale contaminata, poteva portare a estremità gangrenose. Queste malattie, insieme a molte altre meno drammatiche, delineavano un panorama di sfide mediche che spesso venivano affrontate con un approccio spirituale, oltre che con le pratiche mediche dell’epoca.
La medicina nel Medioevo rifletteva un complesso intreccio di conoscenze empiriche, spiritualità e le prime regolamentazioni professionali. Nonostante le limitazioni e le superstizioni dell’epoca, questo periodo gettò le basi per sviluppi futuri nel campo della medicina e della chirurgia.
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