Muore in spiaggia tra l'indifferenza dei bagnanti
Sono stati i bagnanti i primi a dare l’allarme. Una turista russa di 78 anni accusa un malore in acqua; soccorsa dagli operatori del 118 e dalla Guardia Costiera, che ne costatano il decesso, viene poi ricoperta sul bagnasciuga da un telo bianco mentre tutto il “contorno” di una giornata di inizio estate nella più totale indifferenza ricomincia la propria routine della tipica giornata al mare.
A dare l’allarme sono state due signore che avevano notato il corpo in acqua, e nonostante lo shock iniziale, in spiaggia tutto è continuato come se niente fosse, tra racchettoni e tuffi in mare.
L’immagine che ne esce fuori da questo episodio è quello di una società invasa dal paradosso e da un senso infinito di indifferenza. Mentre il corpo giace per circa 3 ore sulla sabbia; c’è chi esce dall’acqua proprio a pochi metri dal cadavere, chi gioca a racchettoni e chi si prende il sole tranquillamente. Una situazione davvero ai limiti dell’incredibile, la donna prima soccorsa e poi, una volta deceduta, lasciata lì, ricoperta da un telo bianco in mezzo ad una folla completamente assente quasi indifferente.
Alcuni minuti, infiniti e dolorosissimi per i compagni di viaggio della vittima, in attesa dell’arrivo del magistrato di turno per la rimozione del cadavere e dunque la successiva attivazione del servizio funebre.
Ad agosto 2011 un episodio analogo accadde a Ostia, sul litorale romano. Il cadavere di un 67enne rimase coperto per tre ore da un telo verde e un ombrellone mentre tutt’intorno, in maniera totalmente surreale, si continuava a chiacchierare, ridere e scherzare sotto il solleone.
Stesso copione a Vibo Valentia Marina dove Abdur Abderhaman, 19 anni, marocchino, è morto annegato dopo essersi buttato in acqua esausto dal forte caldo. Il cuoco del ristorante dove il ragazzo lavorava si è tuffato in mare tentando di soccorrerlo, ma non c’è stato nulla da fare. Infine il corpo è stato portato a riva e le numerose persone che erano in spiaggia sono rimaste praticamente indifferenti, continuando tragicamente la routine di una triste giornata di mare.