Niente miracoli, solo RCP - La storia di Emanuele e Alessandro

BENEVENTO – Doveva essere una tranquilla partita di calcetto, quella che si è tenuta a Ceppaloni, in provincia di Benevento il 1 marzo 2018, invece si stava trasformando in tragedia per Alessandro, un giovane diciassettenne colpito da arresto cardiaco mentre stava giocando. Fortunatamente tra gli spettatori c’era il suo salvatore. In molti ne hanno parlato e sempre in molti hanno elogiato quell’uomo che si è lanciato in mezzo al campo da calcio per salvare Alessandro.

Il suo nome è Emanuele Coppola, ed è un uomo semplice e umile come tanti, che quel giorno però, ha fatto qualcosa di grande: ha salvato una vita.

Lo ringraziamo per aver condiviso con noi la sua esperienza, per averci spiegato come si sono svolti i fatti, ma soprattutto, per mandare un chiaro e forte messaggio di prevenzione pubblica.

Quel 1 marzo era stata organizzata una partita di calcetto amatoriale tra ragazzi per ricordare un giovane compaesano deceduto tempo prima. Mi ero occupato della pulizia e della preparazione del campo e quello doveva essere un luogo di ritrovo, per trascorrere una giornata in serenità e allegria. Io ero a bordo campo, quando all’improvviso ho notato che un ragazzo si porta una mano alla testa e si accascia a terra.”

Quel ragazzo è Alessandro. Nessuno poteva immaginare che il suo svenimento potesse celare qualcosa di grave e così serio.

“A primo impatto, non ho veramente pensato a cosa gli fosse successo. Sono corso verso il ragazzo per portare acqua e zucchero. Pensai avesse avuto un calo di pressione, succede spesso a chi fa sport. Anche altri si erano avvicinati, e tra loro il padre, che lo raggiunse immediatamente e cominciò a scuoterlo.

Il campo da calcio di Ceppaloni (BN)

Appena mi avvicinai, vidi il padre del ragazzo che gli sollevò la mano. Quando la lasciò andare, ricadde a terra a peso morto. Mi spaventai e mi accostai con l’orecchio alla bocca di Alessandro. Non respirava. Fu in quel momento che decisi di agire. Anni fa avevo frequentato un corso di BLSD organizzato dal comune di Ceppaloni, e avevo capito che Alessandro era in arresto cardiaco.

Iniziai immediatamente le manovre di rianimazione, mentre veniva avvisato il 118. Durante la prima serie di compressioni e ventilazione, ho notato che dal naso del ragazzo fuoriusciva una sostanza verdastra. Ho comunque continuato la RCP, anche su indicazione della centrale 118, ma senza tappargli il naso durante la ventilazione. I medici mi confermarono poi che è stato un bene. Avrei potuto causare una seria infezione polmonare ad Alessandro.

Ho continuato la RCP per circa 18 minuti, alternando compressioni e ventilazione. Sono poi giunte sul posto due ambulanze, di cui una dalla rianimazione dell’ospedale che ci hanno subito rassicurato e fatti allontanare per poter intervenire con il defibrillatore. Tuttavia Alessandro è andato in coma. Dopo 48 ore in cui i medici lo hanno costantemente monitorato, si è risvegliato ed ora si sta riprendendo. Nessun danno e ne sono molto felice.”

Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai iniziato la RCP?

Ho subito pensato che non c’era più tempo e ho subito messo in pratica quello che avevo imparato durante quel corso BLSD. Mi sono immaginato di dover fare il massaggio ad un manichino, ma praticarlo ad una persona in carne ed ossa è completamente diverso. É stata un’azione istintiva, non ho avuto nessun timore, nessuna esitazione. In certi momenti non c’è tempo per le paure, anche se da laico, in certi istanti ho temuto di fare del male ad Alessandro, ed ero incerto sul da farsi, anche perché non avevo mai rianimato una persona per davvero. Ma poi sentivo Alessandro che aveva ripreso a respirare, anche se flebilmente. Respirava in maniera soffocata, pesante. Se in quei momenti di miglioramento avessi smesso il massaggio, sarebbe stata la fine. Quella è stata la marcia in più che mi ha spinto a non mollare e a non fermarmi.”

Il tuo è stato un grande esempio di prevenzione e di coraggio. Cosa ti senti di dire a riguardo?

“Premetto che non voglio dimostrare di aver fatto qualcosa di incredibile, ho solo fatto quello che avrebbe fatto chiunque abbia frequentato un corso di manovre salvavita. Ma è proprio questo il punto: la conoscenza e la formazione.

Il messaggio che voglio lanciare è proprio questo: formare tutti alle manovre salvavita e all’uso del defibrillatore è essenziale!

A dimostrazione di quanto è successo, se nessuno dei presenti avesse saputo fare il massaggio cardiaco, oggi saremmo qui a piangere Alessandro. Dobbiamo renderci conto che potrebbe accadere a chiunque, in qualsiasi momento. Sapere come agire in queste situazioni, salva la vita. A favore di questo, abbiamo lanciato una raccolta fondi per acquistare un defibrillatore pubblico per il paese, e ci siamo riusciti. Ora il defibrillatore è stato installato nella piazzetta del Comune di Ceppaloni a disposizione dell’intera popolazione. Per me è già un piccolo passo avanti, un segno di impegno e responsabilità.

Salvare la vita delle persone che ci circondano è un atto che va fatto con il cuore, e sfrutto questo momento di popolarità per dire a tutti: fate i corsi! Siate interessati, seguiteli. Promuoviamo i corsi di manovre salvavita e organizziamo incontri di formazione. É importantissimo essere preparati.

 

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