Sbarchi raddoppiati, l'allarme dell'UNHCR: "Le percentuali aumenteranno ancora"
ROMA – I dati dell’UNHCR, l’organismo internazionale più affidabile al mondo per inquadrare le emergenze umanitarie, danno ragione ai catastrofisti. Gli sbarchi nel 2015 sono quasi raddoppiati rispetto al 2014, e le cifre stanno salendo ancora perché nella seconda metà dell’anno sono previsti il maggior numero di arrivi. L’estate infatti infonde una spinta maggiore alle emigrazioni che avvengono – secondo l’UNHCR – nella maggior parte dei casi per colpa di guerre, violenze, carestie e malattie. Ufficialmente sono morte 1867 persone in mare nel 2015, ma il numero è basato su stime potenzialmente rivedibili.
Il dramma però colpisce solo due paesi: Italia e Grecia. Più di 120.000 persone delle 137.000 che hanno attraversato il Mediterraneo sono sbarcate in questi due paesi. Chi – come i paesi del nord Europa – chiude gli occhi di fronte a questi numeri evidenti ha chiare responsabilità, e l’UNHCR con il suo Alto Commissario Antonio Guterres non ci è andato per il sottile:“L’Europa ha una chiara responsabilità, che è quella di aiutare coloro che cercano protezione da guerre e persecuzioni – ha affermato Guterres – Negare questa responsabilità equivale a minacciare le fondamenta stesse del sistema umanitario che l’Europa ha lavorato così duramente per costruire. I paesi europei devono fare la loro parte per rispondere alla crisi dei rifugiati, in patria e all’estero”. Vedere paesi come Spagna (1230 sbarchi) o Malta (98 sbarchi) e paragonarli alla situazione che si sta verificando in Italia e in Grecia è ormai paradossale, e l’UNHCR sottolinea tutto ciò con chiarissime infografiche che vi alleghiamo a questo articolo.
In Grecia, un sistema di accoglienza limitato a meno di 2.000 posti ha comportato condizioni inadeguate per i nuovi arrivati. Molti rifugiati e migranti continuano il loro viaggio attraversando l’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e la Serbia, e poi in Ungheria. Ogni giorno, una media di oltre 1.000 persone fanno ingresso nell’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia dalla Grecia, a fronte di 200 persone solo poche settimane fa. Ci sono frequenti casi di abusi e violenze lungo il percorso da parte di trafficanti e reti criminali, così come una crescente chiusura delle frontiere.
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A questi link trovate le conclusioni a cui è giunto il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)