Storia delle Ambulanze: Lasamea Special Car, la storia artigiana di Viareggio nel mondo delle sirene

Fondata da Mario Petrucci, eclettica figura di artista che ha operato anche e soprattutto nel campo della pittura e della scultura, nonché in quello della realizzazione di modelli in scala per conto di alcuni dei più quotati cantieri navali di Viareggio, la Special Car di Massarosa, nei pressi di Viareggio, nacque come LASAMEA nei primi anni ‘60, per diventare poi Nuova Lasamea nel 1990 ed assumere, nel 2003, l’ultima denominazione.

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Polmone d’acciaio della Misericordia di Viareggio, realizzato da Mario Petrucci, titolare della Lasamea, foto tratta da “La Misericordia di Viareggio, 140 anni di vita”, 1966

Si è sempre contraddistinta per essere una azienda a conduzione familiare, e la gestione è passata dalle mani del fondatore a quelle del figlio Umberto, che negli ultimi anni di esercizio della attività aveva al suo fianco il figlio maggiore, Alessandro. Il nome L.A.S.A.M.E.A. ( acronimo di Laboratorio Artigiano Sperimentale Aeromeccanica Medica E Affini) rispecchia la vocazione originaria della ditta, nata a Viareggio per la costruzione di polmoni d’acciaio.

La versione originaria era quella destinata ai servizi ospedalieri e, per una ventina di anni, dalla fine dei ’50 a quella dei ’70 dello scorso secolo la produzione sarà incentrata su questo particolare oggetto e sulla sedia respiratoria: essa era una evoluzione del primo, destinata a pazienti che necessitavano di respirazione assistita domiciliare, e dava un relativo confort in più all’operatore (era infatti più leggera del polmone) ed al paziente, che poteva contare su una seduta molto più comoda rispetto alla posizione sdraiata obbligata dal polmone.

In questo settore, l’azienda, ed il suo titolare Mario Petrucci, vanta anche un brevetto su un sistema di incremento della potenza e sulla applicazione di un sistema di valvole che permetteva la regolazione di inspirazione/espirazione.

Ancor più incisiva la costruzione dei polmoni d’acciaio trasportabili destinati ad essere installati sulle ambulanze, per il soccorso in mare, di vittime di folgorazione, o di asfittici in genere, e per il trasporto fra ospedali diversi di pazienti non in grado di respirare autonomamente, i cui primi acquirenti furono la Misericordia e la Croce Verde di Viareggio.

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Fig. 3) la prima ambulanza realizzata da Lasamea, nel 1986, un Volkswagen LT28 destinata alla P.A. ARM di Santeramo (BA) – foto tratta dal sito internet della associazione.

Nel frattempo, siamo intorno al 1971, si ebbe il trasferimento della azienda dal Viale Europa – dove nacque –nella nuova sede di Via di Coli a Massarosa.

Agli inizi degli anni ’80, il polmone d’acciaio è oramai preistoria, prima affiancato e poi sostituito del tutto dal pallone di Ambu;  il Petrucci riconvertì la propria creatura in carrozzeria ordinaria.

Fino al 1986 l’attività prevalente fu la riparazione di veicoli incidentati, fatta salva la collaborazione alla realizzazione di un’ambulanza Uaz 469 ( che si potrà vedere dal vivo presso il nuovo Museo internazionale dell’Emergenza #emergencymus ) ed una estemporanea trasformazione con cambio automatico su un vecchio Maggiolino Volkswagen.

 

 

In quell’anno, Petrucci si lanciò in una nuova sfida, iniziando la produzione di veicoli sanitari, iniziando con un Volkswagen LT28 servizi sociali per la Croce Verde di Viareggio e proseguendo con la vera n.1,  una ambulanza su medesimo telaio destinato alla P.A. ARM di Santeramo in Colle.

Fig. 5-6-7) autofunebri su Subaru Legacy, Volkswagen Passat e Volkswagen T3, foto5 e 7 Alberto Di Grazia , 6 da depliant della carrozzeria (la Passat)
Fig. 5-6-7) autofunebri su Subaru Legacy, Volkswagen Passat e Volkswagen T3, foto5 e 7 Alberto Di Grazia , 6 da depliant della carrozzeria (la Passat)

Da questo momento, l’attività aziendale resta incentrata sulla realizzazione di veicoli sanitari in genere, con qualche incursione anche nel mondo degli autofunebri, su telaio Volkswagen T3 , Subaru Legacy mk1 e Volkswagen Passat mk1, queste ultime con sbalzo posteriore allungato.

Caratteristica fondamentale dell’allestitore era la realizzazione manuale di ogni sua trasformazione: ogni mezzo veniva costruito si può dire pezzo per pezzo, senza praticamente ricorso a fornitori esterni se non per la paratia divisoria e pochissimi altri dettagli; per il resto, dalle sedie ai rivestimenti ai rinforzi della struttura fino ad ogni singolo mobiletto venivano prodotti manualmente e singolarmente, in modo da poter accontentare le richieste, anche le più strane, dei committenti.

La produzione annua, dato l’assenza di personale dipendente e l’alto grado di artigianato, è stata giocoforza piuttosto ridotta: parliamo infatti di non più di 6-7 pezzi annui oltre ad allestimenti per così dire minori quali mezzi per i servizi sociali o piccoli antincendio destinati per lo più ad associazioni di volontariato.

Proprio l’assenza di una sorta di catena di montaggio consentiva all’artigiano di confrontarsi con qualsiasi tipo di furgone, e negli anni hanno lasciato la carrozzeria mezzi allestiti su Fiat Ducato di tutte le serie così come su Volkswagen t3, t4 e t5, TL prima e seconda serie, Mercedes Sprinter mk1 e mk2, Ford Transit mk7, qualche automedica ed anche ambulanze su telai decisamente meno comuni come Bremach ( con  modulo), Subaru Libero, Nissan Serena o la già citata Uaz 469!

 

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Fig. 8) Mercedes Vito mk2 in allestimento- foto Alberto Di Grazia
Fig. 8) Mercedes Vito mk2 in allestimento- foto Alberto Di Grazia

Ultima base della produzione è stato naturalmente il Fiat Ducato x250, piazzato in diversi esemplari non solo nella originaria Versilia, ma anche in Puglia e Veneto dove la presenza della Special Car, in relazione al numero di esemplari prodotti, è sempre stata piuttosto consistente.

Purtroppo, la crisi che in questi anni ha attanagliato l’ Italia in ogni suo settore, unito alle ridotte dimensioni dell’impresa che iniziava a risentire della diminuzione di ordinativi, ha suggerito al titolare di chiudere la attività per affrontare diverse sfide professionali in altri ambiti.

Una delle ultime ambulanze realizzate, a chiudere un circolo iniziato, come abbiamo visto, a fine anni ’50 con i polmoni d’acciaio, è stato un Fiat Ducato X250, il cui allestimento interno è stato donato dall’azienda alla Misericordia di Viareggio in occasione del primo anniversario della scomparsa del fondatore Mario, nel 2011; l’allestimento è stato studiato in particolare dai figli di Umberto Petrucci, Alessandro e Francesco, che in questo modo hanno voluto ricordare la figura del nonno e fondatore della azienda.

 

 

 

Documentazione fotografica della produzione nel corso degli anni:

 

 

 

 

 

 

 

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