In tutta Italia allarme pronto soccorso
In tutta Italia allarme rosso per i pronto soccorso. Da Pavia a Napoli, da Nord a Sud, oltre ai soliti problemi organizzativi, si sono aggiunti tutta una serie di surplus che rendono la situazione alquanto preoccupante e di difficile soluzione. Partiamo col dire che in inverno, le influenze ed i mali di stagione, già di per sé, falcidiano il personale ospedaliero. Se a questo aggiungiamo l’aumento esponenziale delle richieste di intervento da parte dei cittadini ammalati, capiamo subito che qualcosa non va come deve andare. Il risultato, ovvio, sono le lunghe attese (in alcuni casi addirittura interminabili) e la confusione più totale. Oltre alla cronica, purtroppo, mala gestione degli Istituti Ospedalieri in Italia, dobbiamo, come abbiamo appena visto, mettere in conto anche i malanni di stagione.
Andando a vedere più da vicino la situazione risulta, secondo l’ Anaao Assomed, il sindacato dei dirigenti ospedalieri, che il motivo scatenante sta nei tagli al personale che con la crisi economica sono aumentati. Minor personale, per una popolazione che cresce, o comunque rimane uguale, si tramuta, quasi sempre, in disfunzione organizzativa, con conseguente disagio per i pazienti. In questo tutta Italia, da Nord a Sud, è molto simile. Anche secondo i dirigenti sindacali più importanti in ambito ospedaliero, il fattore scatenante il tutto è individuato nella mancanza di personale, ed a volte della mancanza di posti letto per affrontare stagioni dure come quella invernale.
Se andiamo a vedere, ad esempio, la situazione negli ospedali della Capitale, c’è, quantomeno, da mettersi le mani nei capelli. Situazioni al limite della sostenibilità in quasi tutti gli ospedali di Roma, dal San Camillo, al Pertini. Mancanza cronica di personale, tagli alle spese sanitarie, con conseguente calo di posti letto, creano, hanno creato e creeranno gravi disagi al cittadino ammalato. C’è da chiedersi, a questo punto, se le politiche che puntano al taglio drastico delle spese statali portino da qualche parte. Per ora, almeno in un ambito delicato come quello che riguarda la salute, non sembra proprio.