GPL e gas metano: caratteristiche, pericoli e prevenzione degli incidenti. Sai cosa fare per assicurarti che la scena sia sicura?
Andiamo a conoscere meglio quali pericoli i soccorritori possono affrontare se nel luogo di un incidente o di un intervento sono presenti GPL o gas metano. Sapete come comportarvi, chi attivare in supporto e cosa chiedere?
Caratteristiche del GPL
Il GPL, acronimo di gas di petrolio liquefatto o come spesso erroneamente indicato gas propano liquido (essendo il propano il suo principale, ma non unico, componente), è una miscela di idrocarburi alcani caratterizzata da massa molecolare leggera. È un sottoprodotto della lavorazione del petrolio greggio, che si presenta come una miscela composta essenzialmente da propano e butano, con occasionale presenza di etilene, butilene o etano. Il GPL, a pressione atmosferica e a temperatura ambiente, si presenta in forma gassosa; viene liquefatto a pressioni peraltro relativamente modeste (da 2 a 8 bar) allo scopo di renderne meno ingombrante e quindi più economico il trasporto (1 litro di gas liquefatto sviluppa nel passaggio di fase 270 litri gassosi). Una importante caratteristica del GPL è quella della purezza degli alcani che lo compongono, condizione che gli permette (con un grado di sufficiente ossigenazione) di bruciare integralmente, producendo CO2, H2O e NOx, residuando quindi, analogamente agli altri alcani leggeri come il metano, pochissime scorie. Il potere calorifico è di 10950 kcal/kg.
Il GPL di sua natura è inodore; ai sensi della Legge 6 dicembre 1971, n. 1083 e della norma UNI-CIG 7132,7133 e 9463 viene odorizzato con etantiolo, in maniera tale da renderlo avvertibile all’olfatto umano in caso di perdite. Viene inoltre, in fase di raffinazione, addizionato ad un colorante giallo, in quanto incolore.
Il GPL allo stato gassoso ha una densità pari a 2,01 kg/m³, quindi superiore a quella dell’aria (1,22 kg/m³), ciò impedisce al gas di diffondersi nell’atmosfera, tendendo pertanto, in caso di perdita, a concentrarsi al suolo e nelle cavità, rappresentando quindi un concreto pericolo.
Caratteristiche del gas metano
Il gas metano è un alcano formato da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno (CH4), si reperisce comunemente in natura allo stato fossile, sotto forma di gas prodotto dalla decomposizione anaerobica di materiale organico. Il metano, a pressione e temperatura ambiente si presenta come gas incolore, inodore e particolarmente infiammabile. Il metano liquido invece si ottiene raffreddando il gas a una temperatura di –162 °C, a pressione di 1 atm (1 013,25 mbar). Il metano è un eccellente combustibile, in quanto possiede un elevato potere calorifico (11900 kcal/kg); dalla combustione (in presenza di O2) si generano calore, CO2 e H2O. Il metano è considerato un gas serra, con un GWP 100 pari a 21 (dati IPCC).
Come già scritto, il metano si presenta in natura incolore e inodore; ai sensi della Legge 6 dicembre 1971, n. 1083 e della norma UNI-CIG 7132,7133 e 9463 viene odorizzato normalmente con tetraidrotiofene, sempre allo scopo di renderlo avvertibile all’olfatto umano in caso di perdite.
Il metano allo stato gassoso ha una densità pari a 0,66 kg/m³, quindi inferiore a quella dell’aria (1,22 kg/m³), pertanto tende, in caso di perdita, a volatilizzarsi.
Caratteristiche a confronto
Condizioni necessarie per la combustione dei gas
Affinché possa aversi l’accensione della miscela aria-gas, sono necessari tre elementi: il comburente (l’ossigeno contenuto nell’aria), il combustibile (in questo caso il metano o il GPL) e una certa temperatura di ignizione, che rappresenta l’innesco (di norma rappresentato da scariche elettriche, filamenti caldi, fiamme libere, ecc.). Tali sorgenti di innesco differiscono in maniera rilevante relativamente all’energia fornita, all’intervallo di tempo in cui la forniscono e il livello di temperatura raggiunto, difatti è opportuno sottolineare che l’accensione si verifica solo se un volume critico di miscela viene riscaldato al punto tale da avviare la reazione a catena di combustione che provoca la propagazione della fiamma (vedi tabella seguente).
Altra condizione necessaria è che il rapporto tra combustibile e comburente sia entro certi limiti, noti appunto come limiti di infiammabilità; come abbiamo già visto, per il propano è da intendersi tra il 2,1% e il 9,5% mentre per il metano dal 5% al 15%.
Fonti di innesco
Nelle attività quotidiane degli operatori del soccorso sono presenti numerose situazioni o elementi (o strumenti) in grado di fornire il minimo di energia necessaria all’innesco. Principalmente, possiamo considerare i seguenti:
Operazioni di messa in sicurezza in caso di incidente
Impianto gas metano uso domestico: in caso di fuga di gas metano dagli impianti degli edifici o abitazioni, è opportuno provvedere all’apertura di porte e finestre; spegnere con immediatezza ogni eventuale fiamma libera; non fumare, accendere fiammiferi e accendini; chiudere la valvola di intercettazione dell’impianto posta all’esterno dell’edificio; non azionare interruttori, campanelli, apparecchi elettrici o telefonici (anche telefoni cellulari); controllare l’integrità del tubo flessibile dell’apparecchio di cottura e delle sue connessioni; se con queste verifiche non si riesce ad individuare l’origine della fuga o se si continua ad avvertire odore di gas con valvole e rubinetti chiusi, lasciare l’appartamento e chiamare per mezzo di un telefono esterno i Vigili del Fuoco.
Bombola di GPL: se il gas che fuoriesce dalla bombola prende fuoco, si deve rapidamente tentare di bloccarne la fuga, chiudendo il rubinetto o la leva del regolatore nel caso di bombola con valvola, tenendosi sopravento rispetto alla bombola e dirigendo il dardo verso l’esterno. È bene proteggersi la mano con idonei guanti ignifughi. In caso di impossibilità, si deve evitare il surriscaldamento della bombola, che potrebbe comportarne lo scoppio. Pertanto, se si è in grado di farlo, si deve irrorare la bombola con abbondante getto d’acqua e ciò fino ad esaurimento del gas in essa contenuto. Anche in questo caso la bombola non deve essere inclinata o rovesciata.
Serbatoio GPL (“maiale”): si tratta generalmente di un piccolo serbatoio fisso, interrato o fuori terra, di capacità variabile fra i 1.000 e i 5.000 litri. Ogni impianto è dotato di dispositivi, equipaggiamenti e condotte adatti per alimentare in sicurezza le apparecchiature di utilizzo collegate e per consentire i controlli d’esercizio. Nel caso si verifichi una fuga di gas, è opportuno agire sulla valvola di prelievo del gas sul serbatoio e successivamente chiamare l’installatore che ha realizzato l’impianto. Se il gas che fuoriesce dal punto di fuga dovesse generare un incendio, si deve tentare (ove possibile) di bloccare rapidamente la perdita chiudendo la valvola di intercettazione posta a monte del punto di fuga. Per compiere questa manovra, è bene proteggere la mano ed il braccio, con idonei DPI. É possibile inoltre intervenire con i mezzi di estinzione (estintori a polvere) normalmente in dotazione all’impianto di stoccaggio GPL. In caso di impossibilità, si deve evitare il surriscaldamento delle tubazioni e soprattutto del serbatoio raffreddando lo stesso irrorandolo con acqua, anche dopo lo spegnimento delle fiamme (chiamare i Vigili del Fuoco).
Serbatoio di GPL o metano per autotrazione: gli impianti di GPL e metano per autotrazione soggiacciono al rispetto di appositi regolamenti comunitari (Ece/ONU R67 per il GPL e Ece/ONU R110 per il metano) e, a partire dal 2001, gli impianti sono provvisti di 4 dispositivi di sicurezza (valvole), ognuno dei quali con una specifica funzione:
- La prima valvola,essendo comandata elettronicamente dal circuito del motore, si chiude automaticamente quando si spegne il motore;
- La seconda valvola,si apre in caso di gas in eccesso nel serbatoio, per consentirne in maniera controllata la fuoriuscita;
- La terza valvola,limita il riempimento del serbatoio all’80% così da evitare sovrappressioni;
- La quarta valvola,si attiva in caso di incendio, questa fonde ad alta temperatura per evitare che il gas possa espandersi al punto tale di provocare un’esplosione.
È inoltre opportuno ricordare che, se conformi al regolamento Ece/ONU R67, le auto a Gpl non sono più bandite dalle rimesse sotterranee e possono essere parcheggiate sino al primo piano interrato (anche se comunicante con altri piani sotterranei).
In caso di incidente, pur essendo i rischi ridotti al minimo, è comunque consigliabile (qualora sia presente) agire sulla valvola di intercettazione manuale. In veicoli di recente produzione è sufficiente spegnere il motore. In caso di incendio, non vi è rischio di esplosione grazie alla presenza di una apposita valvola che, non appena si è raggiunta nel serbatoio una determinata pressione, rilascia a piccole dosi il gas, che brucia così in modo controllato.
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