Grenfell Tower, perché è sbagliato attaccare i Vigili del Fuoco
Perché attaccare i Vigili del Fuoco per l’incendio delle Grenfell Tower? Gli inglesi si stanno chiedendo come mai la stampa si sia concentrata sul corpo di salvataggio più importante d’Inghilterra, invece che sulla struttura del palazzo. Ma come si esercitano le Fire Brigade inglesi?
Ha destato parecchio stupore e indignazione nel settore del fire safety l’accusa di scarsa preparazione ai Vigili del Fuoco londinesi, mossa dalla commissione di inchiesta per scoprire le cause che hanno portato al rogo della Grenfell Tower, che nel giugno 2017 causò 72 vittime. Uno stupore e un forte senso di “scorrettezza e ingiustizia” come riportano nelle proprie parole diversi Firefighters britannici. Nessuno oggi sta puntando il dito sulla ditta che ha ristrutturato l’edificio usando un isolante altamente infiammabile, invece di materiale ignifugo. Nessuno sembra rendersi conto che un banale incendio di cucina, che una sola squadra dei Vigili del Fuoco avrebbe potuto domare anche se con le dovute difficoltà, è diventato una trappola di fuoco, una pira funebre nella quale, però, le persone sono rimaste intrappolate vive.
Quando non bisogna uscire dal proprio appartamento in caso di incendio?
In molti si sono concentrati – lavorando come purtroppo solo il giornalismo sa fare – sul fatto che “se fosse stata ordinata l’evacuazione del palazzo ci sarebbero stati molti meno morti”. Una conclusione tanto decisa quanto impossibile da dimostrare. Una conclusione basata sul fatto che sarebbe stato possibile prevedere come un palazzo appena ristrutturato avrebbe continuato a bruciare. Peccato che per costruire quel palazzo siano stati usati materiali non adeguati, e soprattutto non dichiarati ai Vigili del Fuoco. Perché è questo il punto: un palazzo come la Grenfell Tower non deve bruciare così velocemente e così violentemente, soprattutto se ristrutturata da poco. Gli isolanti attuali devono rispettare severe normative antincendio e ignifughe. I Vigili del Fuoco, così come i dispatcher del 999, non potevano sapere che la Grenfell Tower era letteralmente come una torcia imbevuta di benzina.
E’ per questo motivo che hanno rispettato la regola internazionale dell’approccio agli incendi nei palazzi. “Se l’incendio non è nel tuo appartamento, aspetta a evacuare”. Il posto più sicuro dove stare in questi casi infatti è la propria casa, e non è una boutade, ci sono decenni di studi alle spalle. Evacuare in sicurezza un palazzo è complesso, e il primario obiettivo dei Vigili del Fuoco è garantire la sicurezza di tutti gli occupanti. Bisogna infatti considerare sempre come l’edificio è costruito, quali sono le procedure previste per l’evacuazione, quanti piani devono essere fatti,quanto tempo ci vuole per evacuare le persone in sicurezza, quali strade possono essere previste. Normalmente, in tutto il mondo, i comandi dei Vigili del Fuoco sono attrezzati per bloccare l’estensione di un incendio all’interno di un singolo piano. La possibilità che questo obiettivo fallisca è presente, e infatti esistono procedure per l’evacuazione d’emergenza, ma non sono le prime ad essere previste per i grandi palazzi. In queste situazioni si utilizza primariamente la tecnica della “defend in place”. Poi, se l’incendio diventa complesso, si può far correre il rischio di attraversarlo ai residenti. Scortare una persona in mezzo ad un piano infuocato non è infatti una opzione facile da prendere. La realtà non è quella che vediamo nei film.
La preparazione dei Vigili del Fuoco
Addosso ai Vigili del Fuoco si è scaricata una serie di forti critiche ingiuste, soprattutto perché la London Fire Brigade è una delle unità più attente alla preparazione dei propri uomini sia per affrontare il fuoco che per recuperare feriti, ustionati e traumatizzati in situazioni complesse e non sicure. Di questo, nelle mille pagine dell’inchiesta non c’è molta traccia. Fisicamente e tatticamente, per entrare nella London Fire Brigade bisogna superare test complessi e differenti. Prima di tutto i test fisici: la salita della scala da 13.5 metri in un tempo determinato, il sollevamento di una scala da 30 KG a 190cm d’altezza, il trasporto di simulazione di un ferito incoscente da 55 chili per 30 metri entro i 30 secondi. Per non parlare dei test di orientamento e di evacuazione in spazi confinati, con maschera e bombole. Simulazioni avanzate che formano i Vigili del Fuoco affinché sappiano fare tutto nelle condizioni peggiori possibili. Per non parlare della semestrale corsa con l’idrante da 30 metri, dove si deve trascinare una manichetta da 70mm e correre portando in postazione (a 30 metri di distanza) i 33kg delle manichette da 100mm.
I sistemi di training per valutare gli incendi
Ma non c’è solo il fisico. Ogni giorno i Vigili del Fuoco britannici si esercitano con tutta l’attrezzatura presente sui camion, assemblano e disconnettono pompe, idranti e servizi indispensabili per effettuare soccorso in emergenza. Usano e si allenano con attrezzature di simulazione avanzate per capire come comportarsi in casi di incendio complessi, e studiano come si comportano le fiamme in caso di vento, finestre, inneschi particolari e situazioni rischiose. Insomma, leggere che i Vigili del Fuoco non sono stati capaci di coordinarsi e hanno sbagliato a dire alle persone dentro alla Grenfell Tower di stare negli appartamenti, a qualunque tecnico professionista appare una bestialità. In uno stabile costruito rispettando le normative antincendio, la procedura dei vigili del fuoco britannici sarebbe stata perfetta e avrebbe salvato tutte le persone coinvolte. Ma il problema è che quello stabile non è stato costruito rispettando le normative antincendio. La principale motivazione per cui l’incendio si è propagato così velocemente e così violentemente è che la soletta anti-infiltrazioni inserita all’esterno della facciata, costruita in allumio e materiale composito, conteneva un’anima in polietilene, che “si è comportato da vero e proprio combustibile”.