Clamidia

Definizione

La clamidia è una infezione sessualmente trasmissibile tra le più comuni, causata da un batterio intracellulare obbligato, Chlamydia trachomatis. Sebbene i sintomi siano molto leggeri e a volte non percepiti come tali, le conseguenze a carico dell’apparato riproduttivo possono essere molto gravi. Nella maggior parte dei casi l’infezione interessa le donne, soprattutto le adolescenti e le giovani sessualmente attive. Dal 10 al 40% delle donne con infezione non trattata sviluppano la malattia infiammatoria pelvica (pelvic inflammatory disease, PID) che può condurre alla sterilità. Nel sesso maschile, l’infezione può interessare l’epididimo, causando dolore e febbre. Il danno permanente sembra meno probabile, anche se negli ultimi anni alcuni studi segnalano una possibile correlazione tra l’infezione da clamidia negli uomini e sterilità.

Trasmissione

La clamidia si trasmette di norma attraverso i rapporti sessuali di ogni tipo, vaginali, anali e orali. Una donna gravida infetta può trasmettere durante il parto al neonato l’infezione, che si manifesta come un’infiammazione agli occhi e all’apparato respiratorio.

Sintomi

La clamidia è asintomatica nella grande maggioranza dei soggetti infettati, si stima oltre il 70% delle donne e il 50% degli uomini. Le eventuali manifestazioni cliniche compaiono dopo una-tre settimane dall’infezione. Nelle donne, il batterio infetta la cervice e l’uretra, causando perdite vaginale anomale o una fastidiosa sensazione di irritazione. L’infezione si espande in forma settica, causando in alcune persone dolori addominali al basso ventre, alla schiena, nausea, febbre e perdite ematiche anche al di fuori del ciclo mestruale. Dalla cervice, l’infezione può eventualmente diffondersi al retto. Negli uomini, i sintomi possono manifestarsi con secrezioni o sensazione di irritazione e prurito. Raramente, si hanno infiammazione, ingrossamento e dolore ai testicoli. Se trasmessa attraverso un rapporto anale, la clamidia può infettare il retto e provocare dolori, perdite e sanguinamenti. Se trasmessa attraverso un rapporto orale, può infettare la gola.

Diagnosi

La clamidia viene diagnosticata dal medico mediante il prelievo da tessuti infetti (tipicamente il tampone vaginale), campione delle urine.

Trattamento

Data la natura batterica dell’infezione, la clamidia si combatte tramite l’assunzione di antibiotici. La prassi prevede l’uso per via orale di azitromicina o di una tetraciclina; in alternativa, di eritromicina o di un chinolone sempre per via orale. In gravidanza sono indicate amoxicillina o eritromicina, oppure clindamicina. Vanno trattati anche i partner sessuali.

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