Bruxismo
Definizione
Il bruxismo è la tendenza di un soggetto a digrignare i denti senza esserne consapevole. Il bruxismo dà quindi luogo a un contatto forzato tra le superfici dei denti superiori e le superfici dei denti inferiori. Nelle forme più serie di bruxismo il rumore provocato dal contatto fra i denti può essere di intensità non minimale. Da un punto di vista puramente tecnico il bruxismo è un’attività parafunzionale dal momento che, a differenza di altri movimenti, come per esempio la masticazione, esso non assolve alcuna funzione; è, di fatto, un movimento inutile, non finalizzato ad alcuno scopo, e che in alcuni casi può addirittura essere dannoso. Per quanto non possa essere considerato un disturbo particolarmente grave, il bruxismo non è quindi un tic totalmente innocuo. Digrignare i denti, cioè farli strisciare o sfregare gli uni contro gli altri, comporta una notevole usura dei denti, che col tempo si consumano. Se invece prevale il serramento dentale, cioè l’atto di stringere forte i denti tra loro, l’usura è minore, però si formano delle piccole filature dello smalto dei denti, cioè delle spaccature dovute alla pressione. Si possono anche verificare delle fratture dei denti e delle protesi, oppure la perdita frequente di otturazioni o di capsule o ponti che si decementano. Il bruxismo può verificarsi sia di giorno che di notte, si parla quindi di bruxismo diurno e di bruxismo notturno; è però soprattutto quando un soggetto dorme che si verificano con più frequenza questi episodi. Il bruxismo crea soprattutto un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria non concedendole tempo per rilassarsi. Infatti, i muscoli della masticazione dovrebbero essere attivi per circa 1, 2 ore al giorno per masticare i cibi durante i pasti, oltre ad una minima attività durante il resto del giorno per parlare e deglutire. Per il resto dovrebbero aver modo di riposare. Se invece una persona soffre di bruxismo, i muscoli vengono attivati continuamente, soprattutto durante la notte, quando dovrebbero riposare, e, come qualsiasi altro muscolo del corpo, si affaticano e diventano dolenti. Questo affaticamento si può estendere anche ai muscoli del collo e delle spalle, dando origine a forme di mal di testa soprattutto al risveglio. Le forze che si sviluppano negli episodi di bruxismo si scaricano anche sulle articolazioni temporomandibolari, che si possono infiammare e diventare dolenti. Oppure possono andare incontro a dislocazioni del disco articolare con conseguenti disfunzioni come schiocchi articolari nei movimenti di apertura e chiusura della bocca, deviazioni o limitazione dell’apertura della bocca.
Cause
La forza generata dai movimenti indotti dal bruxismo può essere veramente notevole; si può arrivare a forze decisamente superiori (da tre a dieci volte) a quelle esercitate durante la fase di masticazione. Fra le conseguenze del bruxismo vi sono un incremento della sensibilità dei denti dovuta al continuo sfregamento; i denti più colpiti sono i canini e gli incisivi laterali. A lungo termine il bruxismo può provocare delle modificazioni nell’aspetto della dentatura; infatti l’usura dei denti (che negli anni tendono ad accorciarsi) e gli altri danni da essi subiti (in alcuni casi di bruxismo si arriva addirittura alla loro frantumazione) danno luogo a sgradevoli inestetismi; col passare degli anni, la muscolatura facciale, molto sollecitata, dà luogo a fenomeni di ipertrofia modificando l’aspetto della mascella. Alla lunga inoltre i soggetti affetti da bruxismo possono avvertire affaticamento dei muscoli della faccia, dolori alla testa, al collo e alle orecchie. In casi più rari l’ipertrofia del muscolo massetere è causa del blocco dell’apertura delle ghiandole parotidi; tale fenomeno è associato a sintomi quali gonfiore, dolenzia, infiammazione locale e secchezza delle fauci. Nei casi di bruxismo diurno è possibile mettere in atto alcune strategie che consentano, nei limiti del possibile, di controllarlo. Se il bruxismo si presenta solo in determinati momenti ben identificabili (per esempio durante il compimento di attività stressanti) si può tentare di mettere in atto strategie di autocontrollo ed evitare di digrignare i denti. Se invece il digrignamento dei denti non è facilmente prevedibile si dovranno escogitare alcuni stratagemmi per ricordarsi di verificare se non si stia digrignando i denti e intervenire di conseguenza. Le strategie di cui sopra non possono ovviamente essere messe in atto durante il riposo notturno; per il bruxismo notturno uno dei rimedi più consigliati è il ricorso al bite, il dispositivo in resina che generalmente viene inserito nell’arcata dentaria superiore e che può ridurre i danni da bruxismo (usura e frantumazione) dal momento che impedisce il contatto fra denti superiori e denti inferiori e riduce fra l’altro le sollecitazioni sui tessuti che sostengono i denti. Con il bite si può anche modificare la posizione della mandibola, se questa risulta alterata, migliorando l’attività dei muscoli, e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari. Allo stato attuale non esistono trattamenti farmacologici per il bruxismo e, esistono medicinali che possono avere il bruxismo come effetto secondario.