Glaucoma, ecco cosa attende chi è colpito da questa patologia
Glaucoma, definizione
Il glaucoma è una malattia che colpisce il nervo ottico e che è dovuta ad un’eccessiva pressione all’interno dell’occhio.
Se la malattia non viene curata tempestivamente il nervo si danneggia progressivamente, fino alla completa cecità. Si manifesta prevalentemente in età adulta (dopo i 40 anni) ed è la seconda causa di cecità (dopo la cataratta). Il nervo ottico è l’organo che si occupa di trasmettere l’immagine dalla retina al cervello. L’aumento della pressione, danneggiando il nervo ottico, impedisce la normale funzione di “trasmettitore” e l’area dell’immagine percepita si riduce gradualmente con l’avanzare della malattia. Il termine “Glaucoma” deriva dal greco “glaucos”, che significa “grigio-azzurro”; è infatti questo il colore dell’occhio nella fase terminale della malattia.
Tipologie
Ci sono due forme principali di glaucoma:
- Glaucoma primario ad angolo aperto: è il tipo più diffuso di glaucoma. Si manifesta attraverso il restringimento eccessivo dei condotti che devono far defluire l’umore acqueo. È una malattia che compare soprattutto in età adulta, in particolare dopo i 65 anni.
- Glaucoma acuto ad angolo chiuso: in questo caso è l’iride che blocca il passaggio e il deflusso di umore acqueo, acutizzando la pressione oculare. Si tratta di una malattia ereditaria, ma il rischio aumenta con l’invecchiamento.
- Glaucoma congenito: questo tipo di glaucoma presenta una malformazione congenita dell’impianto di drenaggio dell’umore acqueo.
Cause
Non è ancora del tutto chiaro quale sia la causa scatenante. Sono stati però rilevati alcuni fattori che contribuirebbero ad aumentare il rischio di contrarre questa malattia: Pressione oculare troppo elevata: è il fattore primario da cui deriva il glaucoma. Normalmente la pressione intraoculare, che misura la resistenza che si oppone alla deformazione del bulbo, dovrebbe essere contenuta entro i 10-21 mmHg. Se la pressione supera i 25 mmHg, il rischio di glaucoma aumenta notevolmente. La pressione oculare è mantenuta ad un livello costante da meccanismi di filtraggio e assorbimento del liquido (umore acqueo) che si trova nell’occhio. Può però accadere che il liquido si accumuli eccessivamente senza possibilità di defluire, così la pressione oculare, di conseguenza, sale. Come tutte le altre parti del corpo, con il passare del tempo l’occhio comincia a indebolirsi. Superati i 40 anni il rischio tende a salire. Inoltre se in famiglia uno o più persone sono già state affette da glaucoma, le possibilità di esserne affetti aumentano molto. Il glaucoma può essere infine causato da affezioni oculari che possono danneggiare il nervo ottico e ostruire i condotti dove scorre l’umore acqueo.
Sintomi
Il glaucoma primario ad angolo aperto è praticamente asintomatico; per questo motivo il paziente si rende conto della malattia quando essa è ad uno stadio già molto avanzato. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso, invece, provoca dolore intenso, offuscamento della vista, dolore oculare molto forte, a volte nausea e vomito. Se non si interviene tempestivamente, il glaucoma acuto diventa cronico e può causare l’ abbassamento della vista, fino alla completa cecità. Nel caso di glaucoma congenito il bambino presenta precocemente i sintomi più evidenti: fotofobia (fastidio alla luce) e lacrimazione.
Cura
Ci sono tre modalità di intervento per curare il glaucoma:
- Farmacologico: si tratta di una cura a base di farmaci ipotensivi, da assumere a vita, che contribuiscono a diminuire la pressione oculare e a impedire l’atrofia del nervo ottico. Sono farmaci beta-bloccati, spesso anche sotto forma di collirio, che riducono o stabilizzano la pressione oculare. I farmaci sono somministrati soltanto nei casi meno gravi di manifestazione del glaucoma.
- Parachirurgico: è un intervento effettuato con laser oftalmici. Esistono diversi tipi di laserterapia. Il laser ad YAG al neodimio viene utilizzato per praticare iridotomie ed è particolarmente indicato per i glaucomi ad angolo chiuso. Il laser termico è invece più indicato per i glaucomi ad angolo aperto.
- Chirurgico: quando né la terapia farmacologica né quella laser sono efficaci, è necessario intervenire con l’operazione chirurgica. È un intervento (trabeculectomia o viscocanalostomia) che consiste nella ricostruzione artificiale del canale che permette il defluire dell’umore acqueo. Successivamente all’operazione di deve poi procedere con la terapia farmacologica che, se non si presentano complicazioni, può essere sospesa dopo 2-3 anni.