Internet addiction disorder: quanto siamo diventati dipendenti da internet?
L’uso massiccio di social network, giochi online e del web in generale ha portato, in questi ultimi anni, alla nascita e diffusione di una forma di dipendenza da internet, cui è stato dato, nel 1995, il nome di Internet Addiction Disorder.
A coniare il termine è stato Ivan Goldberg, psicologo e scrittore inglese. Internet addiction disorder sta ad indicare un disturbo da discontrollo degli impulsi che si manifesta come una forma di dipendenza del tutto simile ad altri tipi di dipendenza forse più conosciuti, come quella per il gioco d’azzardo, l’alcol o la droga. Una forma di dipendenza che non tutti ancora conoscono, in certi casi difficile da diagnosticare – proprio perché si tratta di un disturbo che ha cominciato a manifestarsi solo negli ultimi anni – ma che è necessario saper riconoscere e curare, rivolgendosi a degli esperti del settore.
La difficoltà deriva anche dal fatto che l’Internet addiction disorder (IAD) non è ancora universalmente riconosciuto come un vero e proprio disturbo psichiatrico, ma “solo” come un sintomo psicologico di altri disturbi. La discussione, in tal senso, è ancora aperta, sia in Italia che all’estero, e alcuni ricercatori stanno valutando se inserire lo IAD all’interno del prossimo DSM – Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali – ossia uno degli strumenti maggiormente impiegati da medici, psichiatri e psicologi. In Italia sono stati pubblicati diversi studi sull’argomento, anche se non si è ancora giunti ad una definizione del disturbo riconosciuta dalla totalità dei medici. Da segnalare, all’interno del Policlinico Gemelli di Roma, l’inaugurazione, nel 2009, del primo ambulatorio ospedaliero italiano specializzato nella dipendenza da internet. Anche la diagnosi del disturbo può essere complicata; uno degli strumenti per capire il grado di dipendenza da internet è lo IAT (internet addiction test), un questionario che aiuta a capire se si passa in internet un numero eccessivo di ore e le conseguenze che questo ha sulla nostra vita quotidiana a livello di relazioni sociali e cura di sé.
Nonostante si tratti di una patologia non ancora universalmente riconosciuta, non si può negare che certe persone sviluppino una forma di dipendenza nei confronti del web e di tutto ciò che ci gira intorno, dai social network al sesso virtuale. Del resto il web, con tutti i suoi annessi e connessi, è entrato nella nostra vita di tutti i giorni portando degli indubbi vantaggi, ma un abuso del mezzo, e l’incapacità di staccarsi da esso, può produrre degli effetti anche molto gravi. L’internet addiction disorder può essere descritto come una condizione caratterizzata dall’insistente desidero di connettersi alla rete, e chi ne è colpito tende a passare sul web sempre più tempo, tanto da compromettere la vita reale, facendo passare in secondo piano i rapporti e le attività non virtuali, ma anche la cura del corpo e in generale della propria persona. La dipendenza da internet si manifesta, tra l’altro, con una reale sofferenza davanti all’impossibilità di connettersi ad internet, che può trasformarsi in irritabilità fino ad arrivare a stati di agitazione e addirittura alla depressione. E l’incapacità da sconnettersi dalla rete può portare, in certi casi, a passare moltissime ore in internet, senza nessuna pausa, con il rischio di procurarsi dei veri e propri scompensi psicotici.
La dipendenza da internet racchiude in sé diversi tipi di dipendenze, in particolare la dipendenza da sesso virtuale, dal gioco online, dai social network, dal cosiddetto “info surfing” – ossia la continua ricerca di informazioni in internet – , le compulsioni online (shopping compulsivo, dipendenza da aste online o dal trading online), e dal gioco d’azzardo.