TAC
La TAC è una metodica diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti (raggi X) e consente di riprodurre sezioni o strati (tomografia) corporei del paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali; a differenza della radiografia tradizionale, si avvale di un potente elaboratore matematico che riesce a valutare anche le più lievi perdite di intensità del fascio differenziando anche strutture con modesta differenza di densità. Salvo alcuni casi, come la colonscopia virtuale o TC con mezzi di contrasto, non sono necessarie particolari preparazioni all’esame. Il paziente viene fatto accomodare nello spogliatoio e invitato a togliere i vestiti dalla zona del corpo da indagare. Il soggetto dovrà inoltre aver cura di rimuovere eventuali oggetti di metallo che potrebbero interferire con i risultati dell’esame (cinture, anelli, orologi ecc.). Una volta pronto il paziente viene fatto accomodare sul lettino nella posizione richiesta dall’esame (supina, prona, laterale ecc.). Proprio come succede per una normale fotografia durante la TAC i movimenti del corpo vanno ridotti al minimo per evitare di ottenere immagini sfuocate. Il paziente riceverà comunque opportune indicazioni dal tecnico radiologo, come l’invito a trattenere più volte il respiro per piccoli intervalli di tempo. Nel caso il paziente sia un bambino il medico può decidere di somministrargli un sedativo per calmarlo e mantenerlo immobile durante l’esame. Mano a mano che l’esame procede, il lettino avanza di piccoli intervalli attraverso lo scanner. La TAC a spirale prevede invece che durante le scansioni il lettino sia in movimento continuo. Questa moderna tecnica ha il grosso pregio di minimizzare i tempi dell’esame, ed è in grado di scansionare il corpo intero in pochi secondi. I raggi X proiettati dall’apparecchiatura durante l’esame non sono dolorosi. Il disagio maggiore per il paziente deriva dalla necessità di rimanere immobile a lungo sul lettino (per la TAC spirale questi tempi sono ridotti a poche decine di secondi o meno). Se viene eseguita una TAC con mezzo di contrasto somministrato endovena subito dopo l’iniezione può comparire una leggera sensazione di bruciore locale, una vampata di calore e un sapore metallico in bocca. Si tratta di sensazioni comuni che normalmente durano soltanto pochi secondi. Il mezzo di contrasto non è infatti nocivo e solo in rari casi può scatenare reazioni allergiche. Pur essendo comunque bassissimo, tale rischio è più concreto se il paziente soffre di asma, allergie o altre condizioni patologiche come diabete e problemi cardiaci o tiroidei. L’unico problema è rappresentato dalle radiazioni ionizzanti che, pur essendo somministrate a dosi molto basse, sono nocive per l’organismo. Durante una gravidanza certa o sospetta è molto importante comunicare la propria condizione al medico che potrà eventualmente decidere di posticipare l’esame o scegliere un’indagine diagnostica alternativa. Per lo stesso motivo, quando è possibile, si cerca di adottare altri strumenti diagnostici che non richiedano l’utilizzo di radiazioni ionizzanti come l’ecografia o la risonanza magnetica. Ricordiamo infine che, a differenza di quest’ultima, la TAC può essere eseguita anche in presenza di pacemaker o defibrillatori interni.