Tamponamento cardiaco
Definizione
Il Tamponamento Cardiaco è un accumulo patologico di liquido sieroso, di liquido infiammatorio o di sangue nel sacco pericardico, con conseguente impossibilità del cuore di muoversi in maniera regolare e così compiere le sue funzioni. Questo comporta insufficienza cardiaca, ipotensione e in taluni casi arresto cardiocircolatorio.
Quando si manifesta
Tale fenomeno comporta una compressione del cuore e delle sue cavità, impossibilitate a contrarsi regolarmente e a distendersi per raccogliere il sangue refluo. Si determina così una situazione di grave insufficienza cardiocircolatoria acuta, con scompenso cardiaco, riduzione della portata, ipotensione e, nelle forme più severe, arresto cardiocircolatorio totale. Il liquido che si va ad accumulare nello spazio pericardico può essere sieroso, infiammatorio (come nella pericardite infettiva o uremica) o sangue (nelle forme traumatiche o con fissurazione della parete miocardica nel corso di infarto). Il tamponamento cardiaco si evidenzia quando tale raccolta avviene all’improvviso, senza che i foglietti del sacco pericardico abbiano la possibilità di distendersi in maniera progressiva adattandosi alla nuova situazione: in queste condizioni sono sufficienti poche decine di millilitri di fluido per scatenare una sindrome compressiva. La diagnosi clinica, oltre che sull’esame obiettivo, viene fatta su indagini radiologiche (con allargamento marcato del profilo dell’ombra cardiaca) ed ecografiche (con dimostrazione diretta della presenza di liquido di versamento pericardico). La terapia d’elezione consiste nella pronta evacuazione della raccolta liquida tramite puntura del sacco pericardico (pericardiocentesi) a scopo decompressivo; nelle forme recidivanti, è pertanto utile la messa in sede di un sottile catetere per permettere successivi svuotamenti nel tempo.
Terapia
La cura consiste nello svuotamento del sacco pericardico mediante pericardiocentesi. Nel momento del versamento pericardico il trattamento da effettuare varia a seconda se il tamponamento sia presente o comunque minacciato, oppure non vi sia l’immediata minaccia. Quando il tamponamento è minacciato è comunque meglio agire tramite idratazione endovenosa, in casi più gravi è necessario aggiungere la somministrazione di sostanze come la dobutamina o la dopamina; questi trattamenti devono essere usati senza escludere il trattamento primario: la pericardiocentesi. Di solito questa pratica viene utilizzata nella modalità chiusa (tramite accesso subxifpodeo attraverso una guida ecocardiografica, dove il chirurgo opera e visualizza sullo schermo le sue azioni). Più sicuro è comunque l’utilizzo del drenaggio chirurgico (effettuato attraverso la pericardiocentesi aperta), dove spesso grazie alla creazione di una finestra pericardica si possono evitare nuovi episodi successivi. Appena sottratti i primi liquidi in eccesso si denota un miglioramento nella persona. In caso di attacchi continui e frequenti si può effettuare la scleroterapia con tetracicline oppure creare sempre durante un intervento, una finestra pericardica. Negli ultimi tempi si stanno sperimentando alcune nuove metodologie per la cura di tale anomalia, si precisa comunque che campioni su cui sono stati testati sono irrilevanti e di conseguenza non accertati in campo medico.