Verme solitario

Definizione

Il verme solitario, ovvero il Taenia, è un parassita pluricellulare appartenente alla famiglia dei Platelminti, 300px-Verme-solitarioovvero dei vermi piatti. Questo parassita vive all’interno dell’intestino degli animali o dell’uomo, dove può raggiungere la lunghezza di otto metri; esso è privo di apparato digerente, infatti si nutre assorbendo direttamente le sostanze nutritive presenti nell’intestino dell’ospite. Il verme solitario ha un aspetto nastriforme, con una testa (scolice) caratterizzata dalla presenza di uncini e ventose, che gli consentono di aderire alle pareti intestinali. Il resto del corpo è diviso in tanti piccoli segmenti, chiaramente distinguibili, lunghi circa 1- 1,5 cm e chiamati proglotidi (forma e colore richiamano quelli tipici delle tagliatelle). Durante la defecazione della persona ospitante, una tenia nel suo intestino elimina insieme alle feci anche le uova del parassita, che possono così andare a depositarsi su erbe e piante, ed alcuni animali che si nutrono di questi vegetali vengono così infestati dalla forma larvale. Di conseguenza, un essere umano sano che si nutre di carne ricavate dall’esemplare infetto, avrà un’elevata probabilità di essere a sua volta infestato dal verme solitario.

Sintomi

Inizialmente la teniasi non presente alcun sintomo, solo dopo qualche mese il verme solitario può dare segni di sé. Il soggetto colpito dalla tenia è spesso affamato ma, nonostante le ingenti quantità di cibo ingerite, si sente debole e stanco. Possono manifestarsi anche diarrea alternata a stitichezza, dolori addominali, nausea e vomito.

Diagnosi

Si consiglia, in presenza dei sintomi sopraindicati, di effettuare un’immediata visita medica o di effettuare tempestivamente un esame obiettivo delle feci, in cui se compaiono anomale, con presenza di piccoli segmenti giallognoli, è necessario subito l’intervento del medico.

Cura

Per sconfiggere il verme solitario si utilizzano specifici farmaci, in grado di staccare la testa del parassita dalla parete intestinale, favorendo così l’evacuazione spontanea. Qualora non dovessero essere sufficienti, si ricorre ad un piccolo intervento chirurgico.

Fonti

www.my-personaltrainer.it

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