Anticoagulante
Definizione
L’anticoagulante è una sostanza in grado di rallentare o interrompere il processo di coagulazione del sangue. Viene utilizzata sia come farmaco per regolare la fluidità del sangue, sia in laboratorio per l’esecuzione delle analisi che devono essere effettuate su sangue cosiddetto “intero”.
Utilizzo
Gli anticoagulanti sono utilizzati, per esempio, nel caso di esame emocromocitometrico, per la VES, per la formula leucocitaria e per l’esame morfologico di globuli rossi e globuli bianchi.
Gli anticoagulanti si utilizzano “in vivo” sotto forma di farmaci che regolano la fluidità del sangue. Vengono impiegati sia a scopo preventivo, quando in un paziente si verificano particolari condizioni che possono predisporre all’insorgenza di trombosi, ad esempio dopo una frattura ossea, dopo un intervento chirurgico o in corso di fibrillazione atriale. Inoltre vendono utilizzati a scopo terapeutico, quando la trombosi si è già verificata e quindi è necessario impedire il distacco o l’estensione del trombo.
Tipologie
Gli anticoagulanti più frequenti in laboratorio sono:
eparina: considerato l’anticoagulante naturale per eccellenza, è presente a bassi livelli nel sangue e nei tessuti. Inibisce la trombina e altri fattori della coagulazione. Il campione ottenuto impiegando questo anticoagulante è utilizzabile per ogni tipo di analisi biochimica, compresa la determinazione dei gas ematici;
acido etilendiamminotetracetico : EDTA, reperibile sotto forma di sali di sodio o di potassio, è altrettanto comune, come l’eparina. Sequestra lo ione calcio, indispensabile al processo di coagulazione. Con esso forma composti insolubili. È l’anticoagulante utilizzato per eseguire l’esame emocromocitometrico e solo raramente può essere usato per indagini biochimiche. Per questo è un anticoagulante irreversibile del calcio;
citrato: è utilizzato soprattutto come sale sodico. Sequestra il calcio, lo rende insolubile e perciò ne impedisce la coagulazione. Non è tossico è viene usato per rendere incoagulabile il sangue destinato alle trasfusioni. Inoltre è l’anticoagulante impiegato per la misura della VES, per lo studio dei fattori della coagulazione;
fluoruro di sodio: oltre a impedire la coagulazione mediante chelazione dello ione calcio, è una sostanza che stabilizza la concentrazione del glucosio ematico nel tempo. È l’anticoagulante d’elezione per la raccolta dei campioni di sangue sui quali si debba determinare la glicemia con metodo chimico e non enzimatico. Non ha altre applicazioni;
ossalati: sono i chelanti del calcio utilizzati più raramente. L’ossalato di potassio, fortemente tossico, viene utilizzato come anticoagulante per i campioni di sangue destinati alla determinazione del lattato;
sodiopolietansulfonato: è un anticoagulante usato prevalentemente in emocoltura.