Sindrome di Cushing, una patologia che coinvolge il surrene

Definizione

La sindrome di Cushing è il quadro clinico derivante da un eccesso di produzione dell’ormone cortisolo da parte del surrene, la ghiandola endocrina situata sul polo superiore del rene. E’ una malattia grave e piuttosto rara e colpisce prevalentemente il sesso femminile tra i 20 e i 40 anni di età. La sindrome di Cushing può quindi essere sostenuta da fattori endogeni (eccessiva sintesi di glucocorticoidi) o, assai più comunemente, da fattori esogeni (trattamento con corticosteroidi, come il prednisone, il prednislone, il betametasone ecc.). In condizioni fisiologiche, i glucocorticoidi ed il loro più noto rappresentante, il cortisolo, condizionano la risposta dell’organismo allo stress, influenzando numerose funzioni corporee e sostenendo quelle vitali a discapito delle accessorie o comunque meno importanti nell’immediato. Per questo motivo, l’ipercortisolismo che sta alla base della sindrome di Cushing è responsabile di una lunga serie di sintomi che coinvolgono l’intero organismo.

Cause

Come anticipato le forme endogene di Cushing sono rare (2,5-6 casi per milione di abitanti), hanno un’insorgenza lenta e sono spesso difficili da diagnosticare. Più comuni nelle donne, dal punto di vista patogenetico si dividono classicamente in due varianti: ACTH dipendenti (80%) e ACTH indipendenti (20%). L’ACTH, od ormone adrenocorticotropo, viene prodotto dall’ipofisi come stimolo alla sintesi surrenale degli ormoni corticosteroidi. Un tumore benigno di questa ghiandola (adenoma ipofisario) è presente in circa l’80% dei casi di Cushing endogeno ACTH dipendente, mentre nel rimanente 20% dei casi subentrano tumori non ipofisari che producono ACTH causando una sindrome di Cushing, cosiddetta “ectopica”. Il 60% delle forme endogene ACTH indipendenti è sostenuto da un adenoma del surrene, mentre nei restanti casi la sindrome è scatenata dalla presenza di un carcinomasurrenale. Nella maggior parte dei casi la sindrome di Cushing è causata dall’eccessiva e prolungata somministrazione di farmaci a base di cortisonici, mentre sono rare le forme iatrogene da terapia con ACTH.

Sintomi

I segni ed i sintomi sono di entità variabile e variamente associati fra loro. La sindrome di Cushing si manifesta, in modo caratteristico, con:

  • Faccia a luna piena;
  • Rossore del viso;
  • Obesità localizzata prevalentemente a livello dell’addome e del volto;
  • Accumulo di grasso sulla parte alta del dorso;
  • Dimagramento progressivo degli arti;
  • Strie rossastre a livello dell’addome;
  • Ridotta massa muscolare e perdita di forza;
  • Cefalea;
  • Mal di schiena;
  • Acneseborrea;
  • Sete e aumentata emissione di urine;
  • Impotenza;
  • Alterazioni mestruali;
  • Osteoporosi;
  • Ipertensione arteriosa;
  • Disturbi della crescita, nei bambini;
  • Cute sottile;
  • Aumento dei peli superflui su viso e corpo (irsutismo), nelle donne.

Oltre ai segni e ai sintomi descritti, il paziente con sindrome di Cushing può spesso presentare alterazioni del tono dell’umore, con tendenza alla depressione, fino a vere e proprie manifestazioni di tipo psicotico.

Diagnosi

Sebbene la diagnosi di un quadro conclamato risulti abbastanza agevole, molto spesso, soprattutto nelle forme endogene, può risultare difficoltosa. In presenza di un sospetto derivante dall’esame obiettivo del paziente, la diagnosi di sindrome di Cushing è confermata dalla presenza di elevati livelli di cortisolo, che possono essere dosati nel sangue, nelle urine o nella saliva. In quest’ultimo caso il campione viene raccolto verso la mezzanotte, momento della giornata in cui i livelli di cortisolo nelle persone sane risultano piuttosto bassi. I test clinici vengono eseguiti anche dopo la somministrazione di soppressori, come il desametazone, o stimolatori ormonali (come l’ACTH); è inoltre possibile valutare i livelli plasmatici di ormone adrenocorticotropo per evidenziare le forme causate dall’ipersecrezione di ACTH. Gli esami da fare sono i seguenti:

  • Esami del sangue per controllare il livello di cortisolo;
  • Test di soppressione rapida con desametasone;
  • Analisi delle urine per verificare i livelli di cortisolo;
  • Tomografia Computerizzata addominale;
  • Test dell’ACTH;
  • Risonanza magnetica ai pituitari.

Cura

Il trattamento della sindrome di Cushing è subordinato ad una corretta identificazione delle sue origini. Nelle forme iatrogene, le più frequenti, il medico opta generalmente per una graduale riduzione delle dosi o per l’interruzione del trattamento a favore di terapie alternative. Le forme primitive di origine tumorale possono essere risolte mediante interventi chirurgici o terapie radianti. In alcuni pazienti affetti da sindrome di Cushing, ad esempio in attesa o in preparazione alla chirurgia o quando questa non è percorribile, si rende necessario l’impiego di farmaci che riducono la produzione di cortisolo, come Ketoconazolo e Mitotano.

Complicanze

Se non curata, la sindrome di Cushing può essere un pericolo per la vita. Possibili complicazioni possono essere:

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