Appalti e servizi in ambulanza: la Lombardia procede spedita verso la gara unica per i servizi secondari

Dopo le uscite polemiche dei giorni scorsi abbiamo cercato di fare chiarezza sulla situazione dei bandi e delle assegnazioni per la gestione dei servizi di trasporto sanitari extra-ospedalieri. Escluso il pedonaggio, il momento del bando unico è sempre più vicino.

MILANO – I titoli sui giornali, le dichiarazioni polemiche e molto brusio di sottofondo hanno creato nei giorni scorsi molta attenzione sul tema dei trasporti sanitari in ambulanza per i servizi non urgenti, i cosiddetti “secondari”. In Lombardia da tempo si sta studiando un modello che permetta di migliorare le prestazioni erogate e di uniformarle su tutto il territorio. Nel frattempo però ogni Società Sanitaria Territoriale si muove a seconda dei suoi problemi e delle sue esigenze. Così il bando della ASST Rhodense ha dato il via ad una serie di polemiche e di contenziosi che non sono di facile interpretazione. Infatti la scelta delle tariffe è contestata dalle cooperative, pur apparendo per le chiamate a servizio in linea con quanto accade su tutto il territorio regionale lombardo. Ma nel bando ci sono chiaramente esplicitate delle clausole per l’eventuale subentro di un player unico regionale, scelto da AREU.

Infatti la tematica del trasporto sanitario non va affrontata in ottica localistica, me nel più ampio complesso di un sistema che sta attendendo una riforma che migliori ancora di più la prestazione di trasporto sanitario non urgente, e che uniformi ovunque costi, qualità e controlli.

La SOREU metropolitana di Milano: gestirà in futuro anche l’organizzazione dei trasporti sanitari

A parlare in questo caso è il responsabile del controllo di gestione di AREU, il dott. Massimiliano Tonolini, che ci ha spiegato quale sia il piano di azione della azienda regionale per applicare i crismi e le regole della gestione in emergenza anche a quelle situazioni che di emergenza non sono, ma hanno bisogno di rispettare standard qualitativi elevati per garantire comfort e corretta gestione dei pazienti.

“AREU – spiega Tonolini – sta pensando da tempo ad una proposta di uniformazione sul territorio regionale. Abbiamo presentato in commissione sanità l’anno scorso la nostra idea per gestire i trasporti sanitari extra-ospedalieri (quindi viene escluso il pedonaggio ndr). Il nostro disegno avrebbe dovuto essere attuato a partire dall’anno scorso, e far iniziare un percorso da completare con il tempo. Nella nostra idea, andrebbe creata una centrale di risposta unica regionale che gestisca tutti i trasporti sanitari extra-ospedalieri e i trasporti sanitari semplici. Usando come supporto i sistemi informatici avanzati ed evoluti del 118 riusciremmo a creare un servizio con due caratteristiche principali: il miglior controllo sulla qualità del servizio e il massimo rispetto dei tempi della prestazione”.

 

I trasporti sanitari sono una parte rilevante delle attività di una associazione e bisogna mantenere standard elevati per garantire servizi di qualità.
Foto: SOS Sesto San Giovanni

Se il punto di partenza è quindi migliorare il sistema ed avere contezza della localizzazione delle ambulanze, c’è anche da aggiungere che un servizio centralizzato permetterebbe di valutare meglio come e dove vengono utilizzate le ambulanze, e in particolar modo darebbe contezza di una razionalizzazione molto avanzata: “Fra i nostri obiettivi c’è chiaramente anche quello di ottenere economie di scala che razionalizzi il servizio a livello più allargato. Dalla creazione della centrale discenderebbe anche la predisposizione di bandi di gara gestiti da ARCA (il soggetto assegnatario regionale) e quindi un controllo più avanzato di come vengono gestite le risorse. Nel nostro programma l’obiettivo era iniziare con un servizio migliorativo e meglio controllato per i dializzati e successivamente per i servizi sanitari “secondari”.

 

Standard più precisi e vicini al 118 anche per il sanitario non urgente. Se è questo il progetto di AREU non è certo difficile aspettarsi miglioramenti dei servizi, che già con il nuovo sistema a 4 centrali con backup continuativo sta dando conto di  miglioramenti evidenti. “Posso dire che oggi abbiamo delle performance per il trattamento dell’arresto cardiaco e dell’ictus che sono al disopra degli standard nord europei – spiega Tonolini – perché abbiamo razionalizzato molto, abbiamo aumentato la copertura sul territorio e abbiamo ridotto i tempi di intervento.Razionalizzando poi l’incrocio fra i mezzi di soccorso di base e quelli avanzati, con medico o con medico-infermiere, la copertura del territorio è decisamente migliorata. Sono state eliminate le zone di confine fra le 12 provincie e abbiamo cambiato il modo di lavorare nella Centrale Operativa che segue l’invio del mezzo. Lì dove ci sono medici e infermieri a diretto contatto con chi è sul territorio abbiamo cambiato impatto, passando da 12 centrali a 4 centrali con soli due server di interfaccia. Dal punto di vista della sicurezza della gestione dell’informazione abbiamo performance raddoppiate e  non abbiamo più 12 nuclei indipendenti e distaccati, ma 4 SOREU in simbiosi. Prima le 12 centrali erano autonome e in caso di default il subentro era “al buio”. C’è stata una grossissima evoluzione nel dispatch e nel presidio del territorio. Stiamo anche facendo grossi cambiamenti con l’elicottero e il volo notturno. Nelle zone isolate di montagna oggi riusciamo a localizzare e prendere il paziente, trasportandolo nell’HUB più adegauto rispetto al punto di intervento. E’ chiaramente un vantaggio enorme per qualità di cure”.

 

 

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