Guardia Medica in Taxi, cosa succede a Milano?
A Milano, a novembre e dicembre, la Guardia Medica per le visite a domicilio userà i taxi. Come mai?
In molte realtà la Guardia Medica non si muove dal posto di assistenza, mentre in alcune zone c’è la possibilità di attivare una continuità assistenziale a bordo di automedica o con mezzi terzi. Però nei giorni scorsi la cronaca sanitaria è stata infiammata dalle polemiche per l’uso – da parte dei medici della Guardia Medica ATS Milano – dei taxi per spostarsi a casa di pazienti allettati o impossibilitati a muoversi verso il posto designato di controllo. La notizia relativa al cambiamento avvenuto nella gestione logistica dei Medici della GM ha scatenato una ridda di voci e polemiche, ma segue un percorso lineare, condiviso in molte realtà.
Come funziona la visita a domicilio della Guardia Medica in Italia?
Il medico di continuità infatti in molte Regioni italiane non si muove dal proprio posto assistenziale. In altre Regioni si muove con mezzi propri o dell’ASL di riferimento. In alcune realtà invece il posto di guardia medica e il medico di emergenza urgenza a bordo dell’automedica sono la stessa persona. Dipende molto da come l’ASL si organizza e da come viene effettuato il servizio. A Milano la polemica è nata perché la rete delle associazioni che servono il sistema 118 metropolitano non ha partecipato al bando di gara di ATS Milano. Un bando a cui ANPAS – per esempio – non poteva partecipare perché – a detta dell’associazione – non in possesso dei requisiti esplicitamente richiesti all’interno del bando stesso. Il presidente di ANPAS Lombardia Luca Puleo ha voluto esplicitare il tutto in una lunga nota pubblicata sul sito dell’associazione.
Come interviene la Guardia Medica a Milano?
Generalmente il medico in postazione di GM all’interno del territorio coperto dalla ATS Milano effettua interventi di tre tipologie. Fornisce un consiglio telefonico, invita l’utente a raggiungere la sede del centro di continuità assistenziale più vicino per una valutazione ambulantoriale, oppure effettua la visita a domicilio, qualora a suo parere le condizioni cliniche del paziente lo richiedano. In casi più gravi invita il paziente ad attivare il servizio di emergenza attraverso il Numero Unico 112, qualora valuti che la situazione patologica non sia gestibile a domicilio. La visita a domicilio della GM quindi non è un servizio primario, e molte volte viene preferito far muovere l’ambulanza, anche perché – in quel caso – le risorse sanitarie verrebbero gestite direttamente dal 118, quindi da una Centrale Operativa che conosce la disponibilità del territorio a livello di copertura sanitaria. Generalmente, il medico di GM, quando deve intervenire a domicilio, fa riferimento alla sua struttura di riferimento, non ad un sistema di emergenza urgenza. Con il nuovo bando, il sistema avrebbe dovuto rientrare sotto l’egida di AREU, ma l’asta con base di servizio di 630 mila euro, è andata deserta. Facendo i conti, il servizio avrebbe fruttato circa 40 euro a uscita (contando 5.500 visite annuali certificate dalla Guardia Medica per i servizi, tutte però concentrate nei pre-festivi e festivi). Le uscite con i taxi prevedono un pagamento invece di 50 euro ad uscita (fonte dei dati: comunicato SNAMI). Oggi, proprio secondo il sindacato, in base all’accordo collettivo nazionale con i medici di Continuità assistenziale l’Ats deve garantire la disponibilità di mezzi di servizio. In alcune città della Lombardia la Guardia medica usa auto aziendali, in altre ciascuno la propria con il rimborso. Queste soluzioni su Milano non sono mai state considerate adeguate in particolare per le difficoltà di parcheggio e per le zone a traffico limitato. A fronte della richiesta di un dettagliato report mensile, una garanzia di linea dedicata per le chiamate, e la previsione di mezzi di back-up aggiuntivi, ANPAS ha declinato il servizio. “La richiesta di una rapidità estrema dalla chiamata per l’attivazione del servizio (15 minuti) e la necessità di elaborare anche soluzioni per ridurre il tempo di attesa, oltre alla richiesta di certificazione di ”guida sicura” per tutti i possibili autisti svolgenti il servizio” hanno fatto saltare possibili accordi. I dottori afferenti al sindacato SNAMI che si occupano di Guardia Medica sperano in un accordo con l’Anpas per una nuova gara d’appalto. “È soprattutto una questione di sicurezza” sottolineano Giovanni Campolongo e Donatella Gambera, del sindacato Snami.
Perché ANPAS non ha partecipato al bando di gara per il trasporto della Guardia Medica?
A risolvere “l’arcano” del servizio affidato ai taxi e non alle associazioni è stata direttamente ANPAS Lombardia: “Non eravamo in possesso di alcuni requisiti esplicitamente richiesti, non perché ritenevamo svantaggiosa la proposta inclusa nel bando. Negli incontri avuti anche con la direzione ATS i temi in discussione sono sempre stati relativi ai contenuti, ai requisiti richiesti e mai inerenti al valore del servizio”. Il primo motivo addotto da ANPAS sul tema è stato l’impossibilità delle associazioni di emettere fattura (le onlus non hanno partita IVA e non hanno registrazione in Camera di Commercio), non posseggono attestazioni tramite corsi di “guida sicura” per tutti gli autisti/accompagnatori previsti dalla vigente normativa DGR 5165/2016, e non riescono a garantire il ripristino automezzi in caso di guastocon tempi inferiori a quelli stabiliti da AREU per il servizio di emergenza-urgenza. “Siamo dispiaciuti di quanto è stato scritto perché riteniamo crei disinformazione per il cittadino. ANPAS Lombardia con le sue 112 associazioni sul territorio è impegnata ogni giorno a garantire servizi in accordo con tutte le realtà, che possono supportare la comunità nell’avere accesso ai servizi sociali e sanitari. Auspico di poter avere un confronto aperto per aver modo di fare chiarezza”.
Ma la Guardia Medica a domicilio è ancora utile?
Il servizio di Guardia Medica oggi è – come tutto il servizio sanitario – regolato da logiche locali o regionali. I servizi infatti vengono stabiliti a seconda delle risorse disponibili, delle linee guida previste dalla Regione e dal modo in cui si intende svolgere il servizio di continuità. Molte Regioni preferiscono mettere i medici direttamente sulle ambulanze evitando il servizio di Guardia Medica a casa. Altre realtà collegano direttamente, nelle aree rurali, la Guardia Medica con l’automedica. In alcuni casi vengono invece previsti servizi di assistenza di medicina interna a domicilio, per pazienti conosciuti e polipatologici con i quali viene previsto un’anticipazione del servizio per evitare il ricovero ospedaliero o l’accesso al Pronto Soccorso. Da questo punto di vista quindi, la scelta dell’ASL si basa sulla disponibilità dei medici in servizio e sull’effettiva necessità di un professionista di GM in movimento sul territorio. Se si ha già una adeguata copertura sanitaria delle automediche e delle ambulanze, l’invio con i mezzi del 118 a casa del paziente di un professionista può evitare il ricovero con un intervento breve e semplificato.
Il problema violenza e aggressioni: siamo pronti per le bodycam?
Nella discussione principale però non è emerso il tema che fa più pausa ai professionisti, ovvero il tema della sicurezza. Ne abbiamo parlato spesso: le aggressioni al personale sanitario sono in aumento. Aggressioni in aumento e uscite “in solitaria” su pazienti di una metropoli complessa come Milano potrebbero non essere un mix ottimale, anche perché il sanitario di Guardia Medica non è in contatto radio con la Centrale Operativa. In Europa esistono già delle localizzazioni – gestite dalla Centrale Operativa – che permettono di capire se l’intervento del medico è a rischio oppure no. Il triage telefonico della Centrale Operativa può dare ottime indicazioni di cosa potrebbe succedere in una zona metropolitana malfamata. Quindi la necessità di passare per la C.O. è stata stabilita a priori. Un sistema per ridurre il problema della violenza a carico dei sanitari potrebbe essere legato all’uso delle bodycam. Un servizio, questo, che può interessare parecchio i sanitari anche per dare alla Centrale Operativa un canale ulteriore di controllo del paziente, senza correre rischi ma avendo comunque una ottima qualità di controllo del paziente.
Prendendo spunto da questa discussione, abbiamo parlato delle bodycam in questo articolo